Il mondo dell’arte ha, ancora per molti, un “elefante nella stanza”: il denaro. L’idea che creatività e business non possano coesistere è stata tuttavia demistificata dal cinema, dalla musica, dalla moda e da altre industrie culturali. Eppure, nell’immaginario collettivo l’arte figurativa fatica ancora ad avere altri fini se non l’arte in sé, specie quando si parla di collezionismo. Acquistare opere avendo coscienza dell’opportunità di conservarne – se non accrescerne – il valore può però arricchire l’esperienza di collezionismo, specie quando quel valore può generarne altrettanto ed essere impiegato per altri obiettivi. È su questi principi che si basa l’art lending, ovvero l’uso di opere d’arte come collaterale per ottenere un finanziamento, fenomeno che nella sua versione contemporanea ha avuto origine nella New York anni Settanta di Andy Warhol e Leo Castelli e oggi è proposto da numerosi istituti finanziari in tutto il mondo. Nonostante nel nostro paese questo servizio sia ancora ritenuto di nicchia, una casa d’aste e un operatore attivo nel business del credito su pegno stanno diventando veri e propri apripista per il mercato, stimolando la clientela e lavorando in sinergia. Sono Art-Rite, giovane casa d’asta milanese dalle idee già ben chiare e Kruso Kapital, società finanziaria attiva nel credito su pegno, entrambe parte del Gruppo Banca Sistema. Ma a chi si rivolge l’art lending? E come richiederlo? Con Attilio Meoli, socio fondatore e amministratore delegato di Art-Rite, tracciamo un piccolo manuale di istruzioni per collezionisti e investitori.
Art lending: manuale d’istruzioni per collezionisti e investitori
Chi: a chi si rivolge l’art lending, l’identikit del cliente tipo, i professionisti coinvolti
“Il servizio di art lending Art-Kredit si rivolge a tutti quei soggetti privati interessati all’ottenimento di un finanziamento immediato attraverso l’offerta di opere d’arte moderna e contemporanea, arte antica, gioielli di materiale diverso da oro, orologi e monete come garanzia” spiega Meoli. “In linea di massima, il nostro cliente tipo può essere identificato con le diverse tipologie e fasce di collezionisti interessati agli ambiti menzionati. Oltre alla casa d’aste e a Kruso Kapital, il processo di art lending può coinvolgere, a seconda delle specificità dei casi di volta in volta incontrati, professionalità differenti quali archivi, fondazioni, centri di ricerca e autorevoli storici dell’arte, al fine di certificare l’autenticità, lo stato di conservazione e la provenienza delle opere d’arte, stimarne il valore di mercato e rilasciare expertise, con l’obiettivo di offrire un servizio quanto più puntale, adeguato e completo possibile”.
Cosa: come si richiede l’art lending, quali sono i documenti necessari, il supporto al cliente
Meoli precisa che “la fase propedeutica, che in caso di esito positivo consente l’erogazione del finanziamento Art-Kredit da parte della nostra controllante Kruso Kapital, viene gestita dall’esperto di dipartimento della casa d’aste e consiste nel verificare l’autenticità dell’opera d’arte e lo stato di conservazione e nel fornire al proprietario una stima del valore dell’opera d’arte, che costituirà la garanzia del pegno correlato al finanziamento erogato. Questa stima viene effettuata dai capi dipartimento di Art-Rite. Se accettato dalla proprietà, tale valore costituisce la base sulla quale Kruso Kapital definisce l’importo finanziabile. L’ammontare massimo del finanziamento è definito nella percentuale del 30% (loan to value) del valore di mercato stimato dall’esperto del dipartimento”. In seguito, “sulla base della documentazione messa a disposizione dall’esperto, Kruso Kapital svolge l’iter istruttorio finalizzato all’erogazione o meno del finanziamento Art-Kredit. Al termine del processo, il proprietario del bene sottoscrive la contrattualistica relativa all’erogazione del finanziamento e alla costituzione del pegno a garanzia; questo implica che la casa d’aste venga nominata custode del pegno. Parallelamente, il proprietario del bene conferisce mandato alla casa d’aste per la vendita dell’oggetto del pegno. In questo contesto, Art-Rite offre al cliente un supporto a 360 gradi per essere certi che l’intero processo si sviluppi e si concluda senza criticità” aggiunge l’ad.
Dove e quando: la nascita del fenomeno art lending
“Storicamente, viene subito alla mente l’esperienza pioneristica all’interno della banca statunitense Citibank. Tra il 1979 e 1988, Jeffrey Deitch, allora co-fondatore dei servizi di art advisory dell’istituto di credito e oggi considerato uno dei pionieri del mercato dell’arte contemporaneo, contribuì in maniera essenziale allo sviluppo e all’istituzionalizzazione di servizi che univano arte e finanza, tra cui l’art lending. Guardando invece alla mia esperienza professionale, posso far riferimento al periodo trascorso in Finarte, casa d’aste che, negli anni ’80 e ‘90, rappresentava l’indiscusso punto di riferimento del mercato secondario dell’arte in Italia, quando, in quegli anni, mi occupavo direttamente dell’erogazione di finanziamenti aventi a garanzia opere d’arte, probabilmente una delle prime esperienze di art lending nel contesto italiano” evidenzia Meoli.
Perché: perché affidarsi a Kruso Kapital/Art-Rite per finalizzare questo servizio
“A oggi siamo l’unica realtà in Italia in grado di offrire un servizio di questo tipo rendendolo disponibile a tutte le fasce di collezionismo e dunque non soltanto ai segmenti più alti, contribuendo per certi aspetti a un ulteriore sviluppo del mercato dell’arte italiano. Dal punto di vista di Kruso Kapital, il grande vantaggio è dato dal fatto di poter contare e mettere a disposizione dei clienti direttamente il know how e l’esperienza dei capi dipartimento della casa d’asta, permettendo di attivare, agevolare e semplificare in maniera significativa l’intero processo e svincolandosi dalla dipendenza di competenze esterne”.
Infine: e l’Italia, a che punto è?
“Attualmente stiamo riscontrando un grande fermento attorno a questo servizio. Giornalmente ci viene sottoposta un’ampia gamma di beni accompagnati da richieste di informazioni e chiarimenti sull’art lending e sulle sue modalità di funzionamento. A tutt’oggi possiamo confermare che Kruso Kapital ha concluso alcune operazioni di art lending, smentendo così il fatto che, almeno nel percepito collettivo, si tratti di un’attività di scarso interesse per il collezionista italiano. D’altronde, la mia precedente esperienza in Finarte già testimoniava il contrario. Ciò detto, è altrettanto vero che nel panorama italiano ci poniamo come veri e propri apripista: il nostro compito è quello di stimolare la clientela a sfruttare l’opportunità offerta da questo nuovo prodotto finanziario” conclude Meoli.
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In copertina: dettaglio, Alighiero Boetti, Contatore (1967). Courtesy Art-Rite Auction House.