La gestione separata cede il passo alle polizze unit linked

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Il contesto attuale di bassi tassi di interesse e rendimenti pari o prossimi allo zero solleva la questione della sostenibilità delle Gestioni Separate e degli strumenti a capitale garantito offerti dall’industria assicurativa, e determina, al contempo, un rinnovato interesse per le polizze vita di tipo unit linked, libere di operare su mercati più profittevoli

In un mondo che, ormai da anni, presenta tassi a zero o addirittura negativi, le gestioni a capitale garantito perdono di appetibilità a favore di prodotti non garantiti investiti nei mercati finanziari. Strumenti di Ramo III (come le polizze unit linked) presentano oggi diversi vantaggi rispetto alle più tradizionali polizze di Ramo I e alle polizze “multi-ramo” (strumenti ibridi tra il Ramo I e il Ramo III), dalle quali i risparmiatori, così come le società di assicurazione e le istituzioni, iniziano a prendere le distanze.

A dirlo sono anzitutto i numeri. Se si guarda al mercato italiano, il primo semestre del 2021 ha registrato un netto incremento di sottoscrizioni delle polizze vita. Come riportato da ANIA, Associazione Nazionale Imprese Assicurative italiane, gli investitori hanno versato tra gennaio e giugno 2021 oltre 46 miliardi di premi, il 27% in più rispetto allo stesso periodo del 2020, di cui il 42% per il Ramo III nella formula esclusiva delle polizze unit linked (beneficiando anzitutto della positività dei listini); tale percentuale si attestava al 26% nel mese di giugno 2020.

L’esigenza perseguita? Rendimento, ma senza rischio

“Il mercato di riferimento lo conosciamo ormai bene: la difficoltà nel soddisfare l’esigenza del risparmiatore, specie quello italiano, nasce dal fatto che questi si attende rendimenti buoni a rischio zero, una situazione resa più che mai complessa dal contesto attuale”, commenta Stefano Cortoni, Strategic Account Manager di Utmost PanEurope.
Di fronte a un cliente che desidera comunque ottenere un certo rendimento pur contenendo il rischio, una polizza di Ramo III con una gestione personalizzabile , capace di commisurare gli obiettivi con il profilo di rischio del cliente, può rappresentare oggigiorno la migliore delle soluzioni possibili.
“Lo spirito della polizza è quello di posizionare il portafoglio nel lungo periodo, delegando la gestione degli investimenti nel tempo a professionisti del settore. Una polizza unit linked strutturata secondo il modello private insurance” prosegue Cortoni, “permette di affidarsi al proprio gestore/consulente di fiducia nella gestione del sottostante della polizza”.

Le principali differenze tra Ramo III e Ramo I

Le caratteristiche ed i vantaggi di questi strumenti sono noti.
Con una soluzione di Ramo III (polizze unit linked), il premio versato dal contraente viene investito all’interno di un fondo interno dedicato, di un fondo comune di investimento o di una Sicav. Questa soluzione consente all’investitore di diversificare il proprio patrimonio su un ampio bacino di mercati e investimenti e di godere di maggiore flessibilità. Al contempo, pur non offrendo la garanzia di restituzione del capitale, questa soluzione permette di beneficiare di alcuni vantaggi tipici delle polizze assicurative vita (tra cui ottimizzazione fiscale, pianificazione successoria, ma anche protezione del patrimonio investito), aprendosi alla possibilità di rendimenti maggiori.
Diversamente, i prodotti di Ramo I (gestioni separate) si caratterizzano dal fatto che la gestione del sottostante è fatta direttamente dalla compagnia assicurativa, che garantisce solitamente il capitale investito in un determinato momento dalla data di stipula (ed in alcuni casi, addirittura al netto dei costi) e un eventuale rendimento minimo, ma con scarse possibilità di beneficiare dell’upside dei mercati.

La moral suasion delle istituzioni

Un importante segnale di come il mercato si stia evolvendo è arrivato dalle istituzioni. Il tema è particolarmente sentito anche oltralpe. Nell’ottica di tutelare gli investitori, la Direzione Generale del Tesoro francese sta da tempo sensibilizzando gli operatori del mercato assicurativo sulla non più realizzabile sostenibilità delle gestioni separate in un contesto come quello attuale in cui prevale il “cambio di paradigma” sul mercato dei rendimenti.
“È noto il caso del Tesoro francese” spiega Ugo de Grenet, Head of Wealth Protection (Continental Europe) di Utmost PanEurope. Qui, il legislatore è intervenuto introducendo modifiche normative specifiche per il settore delle polizze vita: dapprima, con la Legge Sapin 2 (2016) che, spiegano da Utmost PanEurope, dà la possibilità all’Alto Consiglio di Stabilità Finanziaria (HCSF) di imporre il massimo rendimento possibile e di sospendere, limitare o ritardare i riscatti per preservare la stabilità del sistema finanziario. Successivamente, con la Legge Pacte (2019), che incentiva la sottoscrizione di nuovi prodotti assicurativi, in grado di offrire maggiori rendimenti nel lungo periodo rispetto ai contratti vita tradizionali, al fine di favorirne la diffusione.

Le ragioni del rinnovato interesse per le polizze unit linked

“Le soluzioni unit linked, che combinano buone prestazioni e livelli di rischio commisurati al profilo di rischio dei nostri clienti e ad una visione di medio- lungo termine, continuano ad essere tra le migliori opzioni di investimento per i clienti HNW e UHNW in Italia” prosegue de Grenet. In tal senso, “una polizza unit linked irlandese può essere non solo un efficace mezzo di pianificazione patrimoniale, ma anche uno strumento di protezione degli attivi da aggressioni di terzi (clausole di impignorabilità e insequestrabilità, da valutare caso per caso) e di ottimizzazione fiscale (in fase di trasmissione della ricchezza), in conformità con la normativa vigente e nel rispetto della fiscalità del nostro Paese”.

 

 

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