La volatilità dei mercati, tra pressioni inflazionistiche, aumento dei tassi di interesse e preoccupazioni per l’approvvigionamento energetico, ha sollevato nel corso del 2022 dei venti contrari per le strategie di investimento ESG. Quelle stesse forze che hanno reso l’anno scorso così impegnativo potrebbero agire da acceleratori della transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio e più inclusiva.
La transizione climatica indubbiamente sta cambiando non poco l’economia globale. Se il decennio precedente il 2022 è stato segnato da una rapida espansione del tema degli investimenti sostenibili, spinto dalla crescente domanda degli investitori e dal moltiplicarsi degli impegni di governi e aziende per affrontare le sfide del cambiamento climatico e della disuguaglianza sociale, lo scorso anno ha ricordato agli investitori che c’è anche una componente di imprevedibilità nel processo di transizione climatica.
Un anno difficile non cambia le tendenze di fondo
Le preoccupazioni per l’approvvigionamento energetico esacerbate dalla guerra in Ucraina hanno spostato l’attenzione su questioni economiche immediate. Sui mercati, l’impennata del prezzo dell’energia, dovuta ai timori per l’approvvigionamento e la sicurezza, alimentati dal conflitto in Ucraina, ha dato slancio ai titoli delle società produttrici di energia tradizionali che molti investitori attenti alla sostenibilità avevano in genere omesso dai propri portafogli. Ciò ha frenato le strategie ESG con conseguente sottoperformance dei cinque principali indici azionari ESG di MSCI. Debolezza degli indici ESG da ascriversi alla forte performance del settore energetico e al rialzo dei titoli Value tra le pressioni inflazionistiche e l’aggressivo inasprimento della politica monetaria da parte della banca centrale.
Sebbene il 2022 sia stato impegnativo per le strategie di investimento sostenibili, le turbolenze del mercato non hanno minato l’importanza a lungo termine dei fattori ESG per la performance delle società quotate. Un report di Goldman Sachs Global Investment Research, pubblicato nel dicembre 2022, mostra che nei primi 11 mesi del 2022 i titoli con punteggi più alti in termini di criteri ambientali e sociali hanno ottenuto risultati migliori rispetto ai titoli con punteggi più bassi.
Come spiega Valentijn van Nieuwenhuijzen, Global Head of Sustainability for Public Investing di Goldman Sachs Asset Management, anche se lo scorso anno ha sancito la fine alla luna di miele per gli investimenti sostenibili, non ha fatto deragliare la sottostante ristrutturazione economica. Anzi la transizione verso la sostenibilità potrebbe essere accelerata da fattori come lo shock energetico dello scorso anno, che vanno ad acuire la necessità di assicurarsi il gas naturale da fornitori alternativi e al contempo l’impegno sulle energie rinnovabili. Ciò ha anche portato alcuni paesi a fissare obiettivi di emissioni nette pari a zero. “Per gli investitori, la comprensione di questo processo sarà essenziale per gestire efficacemente i propri asset negli anni a venire – sottolinea Valentijn van Nieuwenhuijzen – . Un approccio lungimirante e trasformativo nelle decisioni di investimento e nei prodotti finanziari sarà fondamentale per i futuri rendimenti degli investimenti e una gestione prudente del rischio”.
Uniti per una transizione sostenibile
L’impegno da parte di governi, aziende e asset manager a sostenere la transizione climatica è cresciuto notevolmente negli ultimi due decenni, come testimonia il crescente volume di asset gestiti dai firmatari dei Principles for Responsible Investment (PRI), un’iniziativa del settore finanziario che aiuta le aziende a integrare i criteri ambientali, sociali e di governance (ESG) nelle loro decisioni di investimento. I circa 4.000 firmatari del PRI rappresentavano più di 120 trilioni di dollari di asset alla fine del 2021, rispetto ai soli 10 trilioni di dollari del 2007.
Gli effetti del cambiamento climatico sull’economia rendono la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio sempre più importante. La spinta alla decarbonizzazione richiederà cambiamenti trasformativi in tutta l’economia, specialmente in settori ad alte emissioni come l’agricoltura, l’edilizia, l’industria pesante e i trasporti. Cambiamenti che saranno trainati da uno sforzo congiunto che include politiche pubbliche di sostegno e rapidi progressi tecnologici.
“La trasformazione dell’economia non è un traguardo lontano, sta accadendo ora – asserisce l’esperto di Goldman Sachs Asset Management – . Siamo nel bel mezzo di uno dei più grandi cambiamenti macroeconomici secolari che si ricordino, spinti da un crescente consenso globale sulla necessità di affrontare il cambiamento climatico e la disuguaglianza sociale”. “Rimodellare l’economia – prosegue Valentijn van Nieuwenhuijzen – richiederà investimenti nelle aziende e nelle loro catene del valore in tutti i settori, non solo in quelli con evidenti collegamenti a temi di sostenibilità come le energie rinnovabili”.
La trasformazione dell’economia richiederà quindi ingenti investimenti e Goldman Sachs Global Investment Research stima che il prezzo per la decarbonizzazione del 75% dell’economia globale sia ora di 3,1 trilioni di dollari all’anno (“Carbonomics: The Economics of Net Zero” Goldman Sachs Global Investment Research, novembre 2022).
Lo shock ESG può espandere le opportunità
Goldman Sachs Asset Management ritiene che le conseguenze strategiche del 2022 sosterranno potenzialmente la trasformazione dell’economia globale, aprendo maggiori opportunità di investimento. E la domanda di sostenibilità da parte degli investitori si dimostra resiliente. Sebbene lo scorso anno gli afflussi verso i fondi comuni sostenibili siano stati ben al di sotto dei massimi osservati durante la pandemia, sono rimasti positivi. I fondi non ESG, invece, hanno subito deflussi per tutto il 2022.
Fonte: https://www.gsam.com/content/gsam/global/en/market-insights/gsam-insights/perspectives/2023/how-sustainability-is-transforming-the-economy.html
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