Intrecciando il passato: l’eredità dei tappeti antichi nel contemporaneo

I tappeti antichi racchiudono storia, artigianalità, arte. Come proteggerli al meglio contro il deterioramento dato dal passare degli anni? La parola dal centro di restauro di Open Care, che ai tappeti dedica un intero laboratorio

Ritmo incessante delle mani su telai. Filati che si intrecciano. Trama e ordito che rivelano una vera e propria opera d’arte. Una scena che evoca l’antica arte dei tappeti, testimonianza della maestria e della pazienza millenaria di artigiani e artigiane che hanno tramandato, nel corso dei secoli, sapienza e mestiere.

Persino l’arte contemporanea è affascinata da questa antica arte. È ad esempio il caso di figure come quella di Chiraru Shiota, una tra le più famose artiste giapponesi al mondo, i cui intrecci di fili sono volti a creare imponenti opere e installazioni. Ma l’influenza del tappeto orientale nell’arte contemporanea si manifesta in modalità differenti, diventando un terreno fertile per sperimentazioni artistiche. Nevin Aladağ e Rudolf Stingel, ad esempio, convergono nell’integrazione di questo manufatto nelle loro opere, seppur adottando spesso approcci radicalmente differenti. Da una parte, la giovane artista Nevin Aladağ ha ridefinito il ruolo del tappeto attraverso opere come Laüfer. Nei suoi lavori, la Aladağ indaga la fisicità del materiale assegnando un ruolo innovativo e decontestualizzante al tappeto nello spazio. Dall’altra, la mostra di Rudolf Stingel a Palazzo Grassi, Venezia, nel 2013, ha visto Stingel rivestire praticamente tutta la superfice dello spazio espositivo. Dall’atrio al primo e secondo piano, tutti i pavimenti e le pareti sono stati ricoperti da una moquette decorata con motivi di un tappeto orientale ottomano del XVIII secolo. Un’immersione artistica che ha trasformato completamente la percezione dello spazio attraverso l’uso creativo del tappeto come elemento dominante.

Il mercato dei tappeti antichi

E a livello di mercato, come è recepito questo particolare manufatto antico? I tappeti antichi, in quanto rari, sono oggetti da collezione molto ricercati e ambiti. I manufatti sono valorizzati, o meno, essenzialmente in base all’accordo di tre elementi: l’epoca, lo stato di conservazione e la rarità. L’epoca più performante è sicuramente “l’alta epoca” (ovvero precedenti al XVII secolo) che, se accompagnata da un buon stato di conservazione che dimostri l’interezza e l’integrità del manufatto, porta a una valutazione positiva dello stesso. Inoltre, a questi due elementi deve coesistere la rarità, il fattore chiave dell’aumento del valore di un tappeto sul mercato di riferimento. Attualmente, il tappeto antico più costoso mai venduto all’asta è il Tappeto Clark Sickle-Leaf, un esemplare proveniente dalla Persia e realizzato nel XVII secolo, battuto da Sotheby’s nel 2013 per 33 milioni di dollari. Secondo top lot è invece il Tappeto Kirman Vase, che condivide con il precedente sia provenienza che datazione; stimato inizialmente 200mila – 300mila sterline nel 2010 è stato poi venduto all’incanto per 6.2 milioni sterline da Christie’s (9.6 milioni di dollari).

Tappeto Clark Sickle-Leaf (XVII secolo), Sotheby’s 2013, 33 milioni di dollari

Il restauro dei tappeti antichi: un convegno

Sebbene quest’arte sia senza tempo, il passare inesorabile degli anni agisce sul deterioramento di questi manufatti, sottolineando l’importanza di conservarli e restaurarli per preservarne l’integrità, l’identità e la funzionalità.

In questo contesto emerge l’impegno di Open Care che, tra le varie specializzazioni e competenze, è dotata di un laboratorio totalmente dedicato al restauro di arazzi, tappeti e tessuti antichi. Questo settore, sebbene di nicchia, è incredibilmente dinamico e in costante evoluzione.

L’instancabile sperimentazione e ricerca sui materiali e fibre che compongono infinite tipologie di tessuti ha portato l’IGIIC – Gruppo Italiano dell’International Institute for Conservation, a organizzare, per la seconda edizione, una giornata di studi tutta dedicata al restauro dei tappeti in collaborazione e presso Open Care, tenutasi lo scorso 28 febbraio 2024.

Open Care, Laboratorio arazzi, tessili antichi e tappeti, ph credit Andrea Chisesi

Il Tappeto Sanguszko e il restauro nei laboratori di Open Care

Durante il convegno, cui hanno partecipato numerosi restauratori e professionisti del mondo della conservazione, Open Care ha presentato il grande lavoro svolto su un Tappeto Sanguszko, proveniente dalla Regione di Kirman (Iran) e datato 1550 – 1575.

Parte di un ristretto e importante gruppo di manufatti safavidi prodotti nella regione di Kirman, questo tappeto è una rara tipologia denominata ‘Sanguszko’ dal nome di una antica famiglia di principi polacchi che ha posseduto uno degli esemplari più noti. Il tappeto è stato anche esposto nella mostra intitolata I magnifici tappeti Sanguszko. I tappeti più belli del mondo: capolavori della Persia del XVI secolo ospitata dall’11 novembre 2022 al 12 febbraio 2023 presso Palazzo Rosso (Genova) e realizzata in collaborazione con la Fondazione per l’Arte Islamica e Asiatica Bruschettini.

“Il processo di restauro è stato affascinante, con analisi approfondite e l’utilizzo di tecniche tradizionali per preservare la sua autenticità” spiega Maria Elena Paola, restauratrice del laboratorio di arazzi, tappeti e tessuti antichi di Open Care. “Ogni filo e colore sono stati trattati con cura, ripristinando la vivacità originale del tappeto. Vedere il restauro concluso è stato incredibilmente soddisfacente. Ogni dettaglio, ogni motivo intricato è riemerso con chiarezza, rivelando il Tappeto Sanguszko un autentico capolavoro. Il momento culminante è stato vedere il tappeto esposto a Palazzo Rosso, durante la mostra I magnifici tappeti Sanguszko, perpoi ritornare al suo luogo di origine, l’Instituto Don Juan di Madrid. Sono grata di aver contribuito a conservare questo bellissimo manufatto, parte del di patrimonio culturale collettivo, e permetterne una rinnovata fruizione”.  

Open Care, Laboratorio arazzi, tessili antichi e tappeti, ph credit Alice Turrina

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