Rendimenti obbligazionari in calo? È l’ora della diversificazione

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Con il significativo calo dei rendimenti obbligazionari si aprono nuove prospettive di diversificazione. L’analisi relativa a inflazione e tassi di interesse indica un’inversione di tendenza che potrebbe influenzare i mercati finanziari nei prossimi mesi, con interessanti opportunità per gli investitori. Vediamo quali

Dopo il picco del 23 ottobre scorso, i rendimenti dei treasury statunitensi a 10 anni hanno perso fino a 50 punti base, allineandosi al trend disinflazionistico che vede ormai da un anno l’inflazione calare stabilmente (dal 9,1% del giugno 2022 al 3,2% del mese scorso). La teoria ci insegna che i tassi di interesse impiegano del tempo prima di allinearsi alle fasi di disinflazione transitoria: basta questo per ritenere che i tassi abbiano finalmente assunto un trend al ribasso, con le relative conseguenze sui mercati azionari nei prossimi mesi? Ne parliamo con Frédéric Leroux, membro del comitato strategico d’investimento e responsabile del cross asset di Carmignac.

Mercato del lavoro statunitense, osservato speciale

I più recenti dati sul mercato del lavoro statunitense e sull’attività manifatturiera potrebbero aver portato all’inizio del tanto atteso dietrofront dei tassi di interesse di lungo periodo.
L’ISM, l’indice manifatturiero statunitense (ISM), ha fatto segnare un significativo decremento delle sue componenti relative a occupazione e nuove commesse. Contemporaneamente, l’offerta di lavoro cresce al di sotto delle attese e anche il salario orario evidenzia un rallentamento in termini di crescita
. “Poiché il punto di forza dell’economia statunitense è il mercato del lavoro – spiega Leroux – i primi segnali di indebolimento hanno avuto un impatto significativo, tale da modificare gradualmente la posizione ostile della Federal Reserve nei confronti dell’inflazione, nonostante la smentita da parte di quest’ultima. È molto probabile che se questa tendenza venisse confermata il mese prossimo, lo scenario di un rallentamento economico, finalmente consolidato, assumerebbe maggiore credibilità”.

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Questo è ciò che si ritiene debba necessariamente accadere affinché i tassi di interesse si allineino alla disinflazione degli ultimi dodici mesi. Se gli effetti degli stimoli fiscali e il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro negli Stati Uniti dovessero inficiare negativamente la resilienza dell’occupazione l’economia statunitense si avvierebbe verso una normalizzazione, rafforzando al contempo la prospettiva di un rallentamento momentaneo disinflazionistico. “Con ogni probabilità queste inversioni di tendenza sono sufficientemente significative da determinare un cambiamento di contesto sui mercati obbligazionari e azionari rispetto agli ultimi tre mesi, in cui si è registrato un continuo calo delle quotazioni obbligazionarie dopo già due anni di ribasso sul mercato e una correzione dei mercati azionari”.

Recessione in arrivo, ecco i segmenti azionari più promettenti

Un indebolimento dell’economia accompagnato da un incremento dei tassi di interesse avrebbe lasciato indenni le sole società quotate più resilienti: “Apple, Microsoft, Google, Amazon, Meta, Nvidia e Tesla, le c.d. “Magnifiche Sette” che da sole rappresentano quasi il 30% della capitalizzazione dell’S&P 500, hanno mediamente quasi raddoppiato il loro apprezzamento nell’anno, mentre il resto del mercato si trovava in difficoltà”.
Secondo le valutazioni della casa di gestione parigina, tuttavia, con i tassi di interesse in discesa, si presenteranno diverse opportunità sui mercati azionari nel momento in cui questi sconteranno con certezza l’arresto del rallentamento dell’attività economica.

Sono diversi i segmenti e i titoli azionari che hanno registrato performance nettamente negative e che offrono agli investitori più dinamici interessanti opportunità. “Tra esse figurano i titoli tecnologici non redditizi – spiega Leroux – per i quali l’impatto dell’aumento dei tassi sull’attualizzazione degli utili futuri è stato devastante, le società indebitate, i titoli immobiliari che potranno tirare un respiro di sollievo. Anche le aziende small cap potrebbero temporaneamente smettere di sottoperformare rispetto alle società a maggiore capitalizzazione. Inoltre, non è impossibile che i paesi emergenti riacquistino un po’ di smalto rispetto alle economie avanzate, grazie a un dollaro probabilmente più debole”.

In conclusione

Il rialzo di mercato potrebbe andare oltre ai Magnifici Sette, coinvolgendo in primis i titoli pharma legati alla lotto contro l’obesità, sebbene il decremento dei tassi che si va delineando potrebbe continuare a tenere alte i prezzi di questi titoli growth di qualità. “Una tale concentrazione di investimenti su un numero di aziende così ridotto richiede una certa cautela – conclude Leroux – e la diversificazione è il primo modo per esercitarla. E se il contesto lo consentisse, perché privarsene? Il ritorno del ciclo economico richiede mobilità”.

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