Se il 2022 è stato un annus horribilis per il reddito fisso che non ha assolto alla tradizionale funzione di protezione efficace dal rischio azionario, che cosa aspettarsi dal 2023? I mercati obbligazionari sono attualmente caratterizzati da una configurazione inusuale con ampliamento degli spread e rendimenti elevati: generalmente sui mercati si sono visti spread che si ampliano nei momenti di rallentamento/crisi finanziaria e rendimenti dei titoli di stato in calo mentre, nelle fasi di ripresa, a fronte di rendimenti sovrani ai massimi gli spread di solito si riducono. Come gestire allora questo unicum? Una chiave di lettura è proposta da Michael J. Collins, Cfa, Senior Portfolio Manager di PGIM Fixed Income: se si supera il timore di ulteriori rialzi dei tassi di interesse ci sono le condizioni per uno scenario che può creare valore significativo, con rendimenti e spread contemporaneamente ai massimi. Un valore che potrà essere apprezzato soprattutto dagli investitori a lungo termine che potranno puntare ad un’asset allocation più equilibrata.
Lo scenario ritenuto più probabile dagli esperti di PGIM è che i tassi rimangano ai massimi livelli all’inizio del 2023; poi è prevedibile qualche mese di pausa, finché i dati che confermano rallentamento dell’economia e riduzione della pressione salariale non favoriranno un’inversione di rotta, nella seconda metà dell’anno, con misurate riduzioni dei tassi per scongiurare una grave recessione.
È però difficile prevedere un contesto economico in cui l’inflazione cali significativamente senza un aumento del tasso di disoccupazione, sottolinea Gregory Peters, Co-Chief Investment Officer PGIM Fixed Incom. Secondo Peters, anche se dal calcolo delle probabilità implicite sui livelli di mercato attuale emerge che per gli investitori la probabilità di un atterraggio morbido sia prossima al 75%, lo scenario di base rimane quello di una recessione, sia negli Stati Uniti che nel resto del mondo. Dipende tutto da quanto saranno chiare le politiche monetarie. Probabilmente per alcune economie le conseguenze saranno più importanti, come in Europa e Gran Bretagna per i limiti delle catene di approvvigionamento alimentari ed energetiche. Inoltre, pesano a livello globale anche le contenute prospettive di crescita della Cina che, a differenza del 2010, non è in grado di controbilanciare la contrazione economica di altre regioni a seguito delle politiche adottate dal governo, come la strategia zero Covid.
Le scelte di portafoglio in tre diversi scenari economici
Perché puntare sulle obbligazioni
A seconda degli scenari a cui si andrà incontro (recessione, stagflazione o soft landing) l’approccio al reddito fisso andrà modificato di conseguenza (vedi grafico sopra). Quello che rimane costante, da parte degli esperti PGIM, è l’atteggiamento positivo nei confronti di questa asset class per la quale è indispensabile la capacità di selezionare i titoli di qualità. Infatti, anche in caso di contrazione dell’economia, sostengono da PGIM, la solidità dei bilanci delle aziende si contrappone all’aumento di situazioni di default, mantenendo, quindi, elevata la qualità del credito. Il grafico sottostante supporta questa tesi e, a sostegno della buona qualità del credito, vengono evidenziati alcuni aspetti tra cui:
- i bassi indici di leva finanziaria,
- l’aumento della copertura degli interessi,
- la resilienza dei profitti,
- la solidità dei riacquisti di azioni proprie e dei dividendi.