Quanto e come sono tassati i redditi in Italia? Ecco quello da sapere

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I soggetti che dichiarano oltre 55 mila euro lordi annui sono quelli più colpiti dalla tassazione dei redditi

L’Irpef genera circa il 40 per cento del totale delle entrate tributarie complessive

L’Iva produce da sola circa il 27% del gettito complessivo

Quali sono le più rilevanti imposte che colpiscono i redditi degli italiani e quali sono le aliquote che si applicano in relazione alle differenti tipologie di reddito?

Un recente studio studio dell’Osservatorio sui Conti pubblici (Ocpi) dell’Università Cattolica di Milano, tra le altre cose, prova a rispondere a queste questioni, mettendo in evidenza la struttura portante del sistema tributario italiano e – anche a fronte di una comparazione con altri Paesi europei – quali sono le categorie sociali più colpite dalla tassazione dei redditi da lavoro dipendente.

Il sistema tributario italiano, come emerge dal report in commento, nonostante alcune modifiche intervenute nel corso del tempo, sin dagli anni ’70 del secolo scorso si basa prevalentemente sulla tassazione dei redditi da lavoro dipendente. Anche se alcune variazioni indicano che negli ultimi anni la tassazione sui redditi si sia ridotta spostandosi verso la tassazione dei redditi da capitale

Tuttavia, in Italia, a differenza di quanto non accada per gli altri paesi, la tassazione del lavoro appare particolarmente elevata anche (tra gli altri fattori) a causa dell’Irpef. Imposta che grava principalmente sui redditi da lavoro dipendente.

Per un verso, l’Italia tassa relativamente poco i consumi, per un altro, risulta che l’aliquota implicita di tassazione sul lavoro è più alta – rispetto agli altri Paesi dell’area euro – di quasi 6 punti percentuali

Diverso discorso merita la tassazione dei redditi da capitale: in questo caso, l’aliquota implicita sul capitale in Italia pur essendo più alta della media dell’area, risulta più o meno allineata alla tassazione applicata nei Paesi economicamente più rilevanti, come Germania, Spagna e Portogallo.

Un po’ di numeri su Iperf Iva e Accise

I redditi da lavoro dipendente sono le categorie reddituali più tassate in Italia: a non voler considerare i trattamenti pensionistici, infatti, risulta che l’Irpef tassa soprattutto i redditi dei lavoratori dipendenti e assimilati e da sola provvede a più di un terzo del gettito tributario complessivo. Essa genera circa il 40 per cento del totale delle entrate tributarie complessive

Inoltre:

  • il 43 per cento più povero dei 41 milioni di contribuenti Irpef risulta non pagare l’imposta
  • l’onere grava principalmente sui redditi medi e alti
  • i redditi sopra i 55.000 euro lordi annui (dichiarati da meno del 5% dei contribuenti Irpef) da soli generano il 38 per cento del gettito complessivo.

Subito dopo l’Irperf in Italia vi è l’Iva, la quale è considerabile come la seconda imposta per importanza

L’Iva produce da sola circa il 27% del gettito complessivo. Inoltre, se ad essa aggiungiamo le accise sui prodotti energetici, sui tabacchi e sulle lotterie, emerge che le imposte sui consumi in Italia producono circa il 35% delle entrate tributarie complessive.

Una panoramica della tassazione dei redditi

Secondo quanto messo in evidenza nel report di Ocpi in esame, emerge che:

  • sui redditi da lavoro dipendente si applicano 4 tipologie diverse di aliquote in base agli scagioni reddituali: aliquote al 23%, 25%, 35%, 43%
  • sui redditi da lavoro autonomo si applicano due regimi di tassazione e altrettante aliquote relative alle soglie reddituali: nello specifico, si tratta del regime ordinario (aliquote al 23%, 25%, 35%, 43%) e regime forfetario il quale prevede (alla luce delle ultime intervenute modifiche) l’applicazione di un’aliquota al 15% fino alla soglia reddituale di 85 mila euro di fatturato
  • sui redditi derivanti dai premi aziendali si applica il regime ordinario (aliquote al 23%, 25%, 35%, 43%) e il regime forfetario con imposta sostitutiva al 5% a partire dal 2023
  • sui redditi da capitale si applicano le seguenti aliquote: dividendi al 26%; interessi al 26% e al 12,5% per i titoli pubblici; affitti al 23% (o in cedolare secca al 21% a canone libero o 10% per affitti a canone concordato); previdenza complementare fino al 20% a partire da una tassazione minima del 12,5%.

Gli articoli pubblicati sono stati realizzati da giornalisti e contributors di We Wealth e vengono forniti a Poste Premium a scopo informativo.


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