Paese che vai, fisco che trovi: chi strizza l’occhio agli anziani wealth

In molti Stati europei è previsto un regime fiscale agevolato per i contribuenti che percepiscono pensione di fonte estera e che decidono di trasferire la propria residenza

Negli ultimi decenni, per attrarre sul territorio nuovi contribuenti con elevati reddito e capacità di spesa, diversi Stati hanno dato vita a regimi tributari agevolati, pensati per i titolari di pensione di fonte estera che intendono trasferire la propria residenza in quelle giurisdizioni. Tra questi, Grecia, Portogallo e Italia

Gli ultimi due secoli sono stati caratterizzati da un progresso senza precedenti che ha investito ogni ambito della vita in comune.
Inevitabilmente, il generalizzato progresso ha condotto verso un netto miglioramento delle condizioni di salute e, dunque, della cd. longevity, vale a dire delle aspettative di vita. In questi termini, se – fino a qualche decennio fa – il problema relativo all’aumento della popolazione mondiale era riconducibile agli elevati tassi di natalità ora, invece, trova ulteriore fonte di preoccupazione nel tasso di invecchiamento. Secondo il report World Population Ageing Highlights delle Nazioni Unite, ad oggi, ci sono circa 727 milioni di persone di età pari o superiore a 65 anni, e si prevede che questa cifra raddoppierà: al punto che entro il 2050 una persona su sei – a livello globale – avrà 65 anni.
E invero, è evidente che l’aumento su scala mondiale della fascia di popolazione considerata “non giovane” ha influito su tanti settori. In primo luogo, è cambiata la concezione stessa di anzianità. La soglia a partire dalla quale si è considerati anziani, dai precedenti 65 anni, si è spostata a 75 anni. Questo cambiamento, ad avviso della Società Italiana di Geriatria, si è reso necessario alla luce del miglioramento delle performance fisiche e mentali delle persone di quella fascia di età che vivono nei paesi ad alto sviluppo economico.

In secondo luogo, è cambiata l’attenzione, privata e pubblica, riservata alle persone anziane: per un verso, il mercato ha ampliato l’offerta di servizi destinati agli over 65; per un altro, molti Stati, all’aumento degli anziani, hanno visto crescere considerevolmente la spesa pensionistica. In Italia, ad esempio, ad avviso dell’Ocse, la spesa pubblica per pensioni di anzianità è fin troppo alta e andrebbe ridimensionata; a partire da un taglio agli strumenti che consentono il pre-pensionamento.

Ebbene, anche dal punto di vista fiscale, il fenomeno dell’aumento della popolazione anziana ha avuto notevoli ripercussioni. Negli ultimi decenni, infatti, gli Stati con il fine di attrarre sul territorio nuovi contribuenti, per così dire, “alto spendenti”, hanno dato vita a regimi tributari agevolati, pensati per i titolari di pensione di fonte estera che intendono trasferire la propria residenza nella nuova giurisdizione.

Ad esempio, l’Italia, a partire dal 2019, con l’obiettivo di attrarre capitale umano e stimolare la crescita di alcuni territori, ha previsto un regime opzionale molto favorevole per i pensionati esteri che decidono di trasferirsi al Sud. Più nel dettaglio, il regime agevolato consente ai contribuenti di optare per l’imposta sostitutiva Irpef con ali quota al 7% sui redditi prodotti all’estero in luogo della disciplina ordinaria. Inoltre, il regime fiscale di favore, consente l’esonero dall’obbligo di monitoraggio fiscale riguardante le attività e gli investimenti esteri previsti dalla normativa italiana; e l’esonero dal pagamento dell’Ivie e dell’Ivafe.

Oltre all’Italia, anche la Grecia o il Portogallo hanno dato vita a regimi fiscali favorevoli per i pensionati.

Gli schemi, in termini di aliquote e condizioni di accesso, sono simili a quello italiano: in linea di massima, ai soggetti che intendono beneficiare della misura trasferendosi in Italia, Grecia o Portogallo, è richiesto di percepire reddito pensionistico (o assegni equiparati) erogato da soggetti esteri; di essere stati fiscalmente residenti nello Stato estero per i cinque periodi d’imposta precedenti; di provenire da Paesi con cui sono in vigore accordi di cooperazione amministrativa.

È evidente, però, che un contribuente over 65 che intende passare l’età della pensione all’estero, non deve guardare soltanto agli eventuali vantaggi fiscali. Sono, infatti, molti i fattori che vengono in rilievo quando si tratta di capire qual è lo Stato che, più di altri, può assicurare la migliore qualità e il miglior tenore di vita. A tal proposito, secondo una classifica stilata da Blacktower Group, prescindendo dagli aspetti fiscali, oltre all’Italia, un pensionato dovrebbe considerare l’opportunità di trasferirsi in Finlandia, Spagna, oppure Olanda. Sono questi, infatti, gli Stati europei considerati “migliori”, alla luce dei bassi tassi di criminalità, dell’alta qualità dell’assistenza sanitaria, del prezzo accessibile degli alloggi.

Gli articoli pubblicati sono stati realizzati da giornalisti e contributors di We Wealth e vengono forniti a Poste Premium a scopo informativo.


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