Mercati: le 5 forze che definiranno il prossimo ciclo azionario

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Se finora i mercati azionari hanno sorpreso positivamente, mettendo a segno sostanziosi rialzi grazie alla tecnologia, nel prossimo futuro le cose potrebbero diventare più complesse. Gli esperti di T. Rowe Price hanno individuato ben cinque forze a cui fare attenzione, perché saranno determinanti nel plasmare la prossima fase

La corsa dei mercati proseguirà o è ormai alle spalle? È il grande interrogativo che si stanno ponendo gli investitori dopo una prima parte dell’anno decisamente positiva per gli azionari, grazie soprattutto al balzo dei titoli tecnologici americani a grande capitalizzazione, i cosiddetti “magnifici 7” (Apple, Microsoft, Alphabet, Tesla, Meta e Amazon, a cui si è aggiunta Nvidia), ma soprattutto dopo qualche recente segnale di rallentamento. Nell’ultimo mese, infatti, l’indice Nasdaq, che aveva trainato il rally del primo semestre, mostra al 10 agosto una performance negativa di circa il 3%. Anche l’S&P500 ha frenato, di circa 1 punto percentuale, così come l’Euro Stoxx 50 con un -0,75%. Ebbene, secondo gli esperti di T. Rowe Price, “la complessità dei mercati azionari sta raggiungendo nuove vette e gli investitori devono fare i conti con una serie di estremi insoliti, ma molto influenti”. Quali sono? La casa di gestione americana ne ha individuati cinque, definendole cinque forze, che saranno fondamentali nel plasmare la prossima fase del ciclo azionario.

1- La fine degli stimoli

I mercati azionari si stanno già concentrando sul momento in cui la stretta monetaria verrà invertita, ovvero le banche centrali, in primis la Federal Reserve, procederanno anziché a nuovi rialzi dei tassi a una loro riduzione. La storia suggerisce che ciò avverrà solo quando l’inflazione scenderà stabilmente al di sotto dei livelli dei tassi di interesse. Attualmente, l’inflazione core negli Stati Uniti è scivolata al 4,8% a luglio, sotto il range dei tassi compreso tra il 5,25% e 5,5%, ma non ancora in maniera stabile, anzi. Ecco perché al momento “è estremamente improbabile che si torni a un mondo guidato dagli stimoli, visti i chiari rischi posti dall’aumento dei prezzi”, avverte Scott Berg, gestore di T. Rowe Price. E questo aspetto è importante, perché gli stimoli monetari hanno sempre svolto un ruolo importante nel sostenere l’azionario nell’ultimo decennio. Non solo. È importante anche perché il mercato prevede tagli sostanziali dei tassi d’interesse nel 2024. Con l’era degli stimoli che potrebbe rimanere alle spalle, “è probabile che i rendimenti azionari si discostino dal passato, implicando la necessità di un approccio ampio e, a volte, contrarian”.

2- Decelerazione economica e atterraggio duro o morbido

Una caratteristica insolita di questo ciclo di mercato è stata la mancanza di sincronia. La stretta monetaria “normalmente” comporta a una decelerazione degli investimenti, della spesa e delle assunzioni all’unisono. Tuttavia, in questo ciclo non è avvenuto: i salari hanno continuato a crescere, le tendenze dei consumi sono rimaste solide così come la fiducia delle imprese. Questa mancanza di sincronia è in parte il motivo per cui l’economia statunitense si sta comportando così bene a fronte di una stretta monetaria così aggressiva. Ma attenzione, perché secondo l’esperto di T. Rowe Price, questo potrebbe comportare più inflazione – o almeno un’inflazione più vischiosa – nei prossimi trimestri. E la morbidezza con cui l’atterraggio sta avvenendo, per ora, sta agendo come un calmante per i mercati azionari.

3- Il processo di deglobalizzazione e delocalizzazione

L’era della globalizzazione è ormai alle spalle, con conseguenze sulla produttività, sull’inflazione e ridistribuzione economica nel prossimo decennio. Le maggiori economie mondiali sono impegnate a creare catene di approvvigionamento indipendenti che prima erano interconnesse. Nonostante questo processo richiederà tempo e ingenti investimenti, “crediamo che gli Stati Uniti siano seriamente intenzionati a costruire l’infrastruttura necessaria per rendersi più indipendenti dalla Cina, ed è per questo che questo cambiamento a livello di azioni sarà importante”.

4- L’intelligenza artificiale

Nessuna prospettiva di investimento può essere completa senza fare riferimento all’intelligenza artificiale (AI), soprattutto considerato il fatto che questo tema è stato così influente per i mercati azionari quest’anno. Sebbene sia solo nelle fasi iniziali, i recenti risultati trimestrali di aziende come Nvidia indicano che l’AI sta attirando investimenti su larga scala. “Questo porta enormi opportunità, ma anche timori per quanto riguarda la durata e la valutazione per chi investe e beneficia di questo ciclo”. Ciò che è chiaro, tuttavia, è che sarà importante prendere posizione in questa rivoluzione, e in particolare “posizionarsi sul lato giusto del ciclo dell’AI, data l’entità della spesa in un momento in cui molti margini aziendali si stanno comprimendo”.

5- Fine dell’era d’oro per i profitti aziendali

Il rapido cambiamento tecnologico, il post-Covid e i conflitti geopolitici stanno creano le premesse per un percorso accidentato, dove le aspettative sugli utili aziendali sono in forte calo, secondo T. Rowe Price. “Crediamo che i mercati premieranno sempre più quelle società in grado di resistere al declino economico e di mantenere o espandere i margini di profitto”. In altre parole, le società in grado di resistere alle pressioni sui margini e di mantenere la crescita degli utili nella prossima fase del ciclo azionario saranno premiate.

In conclusione

Insomma, se gli ultimi tre anni sono stati dominati dall’oscillazione tra titoli growth e value, il futuro implicherà una maggiore attenzione alle specificità dei titoli e alle società in grado di crescere e incrementare gli utili. Questo implicherà a sua volta un’ampiezza dei portafogli, secondo T. Rowe Price, e una gestione del rischio più flessibile e agile, con la disponibilità ad aumentare l’esposizione azionaria anche quando si verificano eventi di rischio.

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