A trent’anni dalla sua prima celebrazione, la giornata mondiale dell’acqua porta con sé ancora molti spunti di riflessione, dall’inadeguatezza delle infrastrutture, all’accesso ancora limitato in alcune aree del mondo.
Come riportato da Onu Italia in occasione della celebrazione del 22 marzo 2022, attualmente circa 2 miliardi di persone vive senza accesso all’acqua potabile e solo il 39% della popolazione mondiale avrebbe a disposizione strutture igienico-sanitarie gestite in modo sicuro. Ciò conferma il bisogno di tecnologie idriche e soluzioni digitali per favorire e accrescere l’accesso a questa risorsa, rendendo le infrastrutture più efficienti.
Qualche numero dal mercato
Ma non è tutto. Nel mondo sviluppato, commenta Aanand Venkatramanan, Head of ETFs di Legal & General Investment Management (LGIM) rifacendosi ai dati McKinsey, 2016, “l’obsolescenza delle infrastrutture e l’attenzione a gestire le risorse in modo più responsabile sono due aspetti che dovrebbero permettere a questo mercato di mantenere un ritmo di crescita tra i 7,5 e i 23,1 mila miliardi di dollari entro il 2030” vale a dire la quantità di capitali necessaria per poter stare al passo con la domanda, secondo Global Water Intelligence.
Come evidenziato dal Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite, la scarsità d’acqua colpisce più del 40% della popolazione globale, una percentuale di cui si prevede un aumento. Oltre 1,7 miliardi di persone vivono in bacini fluviali dove l’utilizzo d’acqua eccede la sua rigenerazione. 2,4 miliardi di persone non hanno accesso a servizi igienici di base come WC o latrine e più dell’80% delle acque di scarico prodotte da attività umane è scaricato in fiumi o mari senza sistemi di depurazione.
La giornata mondiale dell’acqua
Correva l’anno 1992 quando le Nazioni Unite fissarono al 22 marzo la giornata mondiale dell’acqua, prevista dalle direttive dell’Agenda 21, a seguito della conferenza di Rio. Una giornata che ha l’ambizione di mobilitare il mondo verso opere concrete capaci di preservare il dispendio eccessivo e lo spreco, nonché di garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie (obiettivo n.6 delle Nazioni Unite). Sono dunque necessari capitali freschi e nuove tecnologie.
Una recente pubblicazione della Emergen Research stima che il mercato globale delle soluzioni digitali per il settore idrico crescerà a un tasso annuo di crescita composto del 12,1% tra il 2020 e il 2028, con la crescente digitalizzazione del mercato delle utilities a trainare la crescita.
L’umanità, l’acqua e la necessità di investire
“Le aziende che operano per consentire una produzione di acqua più economica, una distribuzione più efficiente e una migliore gestione di questa risorsa potrebbero beneficiare di un aumento della domanda per le loro soluzioni e prodotti” commenta l’esperto di LGIM.
Per gli investitori, “riteniamo che il tema dell’acqua possa essere un fattore di diversificazione del portafoglio”. In questo senso, secondo i dati Bloomberg aggiornati a febbraio 2022, il fondo L&G Clean Water UCITS ETF ha una sovrapposizione solo dell’1% con il mondo MSCI.
Il tema dell’acqua potabile ha quindi le carte in regola per crescere come opportunità di investimento nei prossimi anni, con focus specifico sulle tecnologie idriche innovative e digitali.
L’agenda delle Nazioni Unite al 2030 è d’altronde chiara. Tra gli obiettivi da conseguire rientrano infatti: aumentare l’accesso universale ed equo all’acqua potabile; ridurre l’inquinamento e il rilascio di prodotti chimici e scorie pericolose; aumentare il riciclaggio e il reimpiego sicuro a livello globale; ridurre le carenze idriche; efficientare approvvigionamenti e fornitura; offrire una gestione delle risorse idriche integrata a tutti i livelli, anche tramite la cooperazione transfrontaliera; proteggere e risanare gli ecosistemi legati all’acqua (comprese montagne, foreste, paludi, fiumi, falde acquifere e laghi); espandere la cooperazione internazionale; promuovere programmi legati all’acqua e agli impianti igienici nei paesi in via di sviluppo; supportare e rafforzare la partecipazione delle comunità locali nel miglioramento della gestione dell’acqua.