Nonostante l’anno sia partito in quarta per il mondo azionario, questo non significa che sia l’unica asset class ad offrire opportunità interessanti. Nel mercato focalizzarsi solo sul presente e sul futuro immediato può essere molto rischioso, per questo cercare di puntare lo sguardo sul lungo termine potrebbe fare la differenza.
Negli ultimi anni, escluso il 2022 che è stato un annus horribilis per tutte le asset class, i mercati obbligazionari hanno offerto agli investitori un’ampia gamma di opportunità interessanti, con un sostanziale incremento dei rendimenti potenziali. Perché quest’anno dovrebbe essere diverso?
Che sia chiaro, nessun mercato è completamente esente da rischi, ma questa non è una scusa sufficiente per non avventurarsi al suo interno.
Mercato obbligazionario: tra rischi e opportunità
Secondo Stefan Kuhn e Stacie Mitchinson, esperti di Fidelity International, nel valutare le strategie obbligazionarie è opportuno considerare due rischi chiave: duration e credito.
Le banche centrali si trovano ormai sempre più vicine ad un cambio di rotta, soprattutto quella europea, infatti non solo è stato concluso il loro ciclo di rialzo dei tassi, ma sembra che alcune siano anche già pronte a dei tagli. “Per questo il rischio di duration, che dipende dalla modalità con cui le banche centrali gestiscono il trade-off tra inflazione e crescita, tende a nostro avviso al ribasso”, spiegano gli esperti. In quest’ottica, potrebbe essere il momento giusto per gli investitori per esporsi alla duration, godendo a pieno dell’attuale livello elevato dei rendimenti di mercato.
Passando invece al rischio legato al credito, questo dipende dalla crescita a livello macroeconomico. Al momento sembra che Stati Uniti ed Europa stiano andando incontro ad un soft landing, con inflazione e – a breve – tassi in calo, ma un’economia resiliente, anche se con una crescita più bassa rispetto a prima della pandemia. In un simile contesto, puntare sulle cedole offerte dalle obbligazione corporate high yield potrebbe fare la differenza.
Sicurezza futura, ma incertezza nel breve termine
I rischi per quanto riguarda il mercato obbligazionario sono più forti nel breve termine, rispetto ad una visione lunga. La particolare resilienza dei dati economici, che è vista di buon occhio dagli investitori, potrebbe invece scatenare ondate di volatilità nel mercato del reddito fisso.
Inoltre, mentre in Europa l’inflazione sta scendendo più rapidamente del previsto, negli Stati Uniti questa si sta dimostrando più appiccicosa, imponendo una pressione strutturale sui prezzi, convincendo così la fed a mantenere una politica restrittiva ancora per qualche mese.
All’incertezza data dalla discesa dell’inflazione, andrebbe aggiunta anche quella relativa alle prossime elezioni presidenziali statunitensi. In una simile situazione, gli investitori dovrebbe sfruttare il loro posizionamento obbligazionario in maniera tattica. Da un punto di vista bottom up, ad esempio, adottando un approccio attivo agli investimenti, tenendo costo del rischio di credito.
Investire in obbligazioni? Si, ma con gli Etf
Negli ultimi vent’anni il mercato degli Etf sembra essere esploso grazie ad alcune sue caratteristiche intrinseche, come la facilità di trading e una completa trasparenza. Ad esempio, se nel 2015 erano investiti in Etf 487miliardi di dollari, a fine 2023 questi sono arrivati a 1.729miliardi. Se all’inizio era nato come prodotto di nicchia, ora sono sempre di più gli investitori che si approcciano a questo prodotto e, perché no, anche quelli interessati al mercato obbligazionario.
Gli Etf obbligazionari offrono una buona soluzione di investimento per un settore in rapida evoluzione a livello di fondamentali. Kuhn e Mitchinson spiegano che questi replicanti sono “progettati per rappresentare idealmente degli elementi costitutivi a disposizione degli asset allocator per ottenere una buona esposizione a specifiche porzioni dello spettro del credito”. Da un lato, ad esempio, gli Etf attivi sono un ottimo modo per posizionarsi nei segmenti obbligazionari investment grade, high yield e mercati emergenti. Ma se, invece, l’interesse è per i titoli di Stato o governativi, in soccorso arrivano gli Etf passivi. Insomma, a qualunque asset class si sia interessati, gli Etf offrono una soluzione rapida, costi bassi e un ottimo livello di diversificazione