La Banca del Giappone (BoJ) ha deciso di temporeggiare ancora nella riunione di venerdì mattina: la svolta restrittiva attesa dal mercato, che non prevedeva alcun rialzo dei tassi, non si è verificata nemmeno nella riduzione del volume d’acquisto di titoli governativi. Dopo un’altalena, l’euro ha perso lo 0,2% sullo yen venerdì, a quota 168,26. Il Nikkei 225, nel frattempo, ha chiuso la seduta in rialzo dello 0,24% a 38.814,56 punti.
“A seconda dell’economia e dei prezzi che si renderanno disponibili in quel momento, ovviamente c’è la possibilità che potremmo decidere di aumentare i tassi di interesse e adeguare il grado di sostegno monetario a luglio”, ha dichiarato il presidente della BoJ, Kazuo Ueda. Nel frattempo, la debolezza dello yen sembra restare un tema di forte interesse per la BoJ: “Il recente calo dello yen ha l’effetto di spingere al rialzo i prezzi, quindi stiamo osservando da vicino le mosse politiche”, ha dichiarato Ueda.
“L’annuncio odierno della BoJ ha innescato un nuovo sell-off dello yen giapponese, spingendo brevemente la valuta al livello più basso da aprile rispetto al dollaro Usa. La decisione di mantenere i tassi invariati era ampiamente prevista, ma gli investitori sono stati lasciati all’oscuro dei dettagli del piano di riduzione degli acquisti di obbligazioni, che sarà svelato a luglio”, hanno affermato gli analisti di Ebury, “ciò ha rafforzato l’opinione che la BoJ sia poco propensa ad azioni coraggiose e ha innescato un’ulteriore revisione al ribasso delle aspettative sui tassi di interesse”.
Secondo Ebury, l’apertura di Ueda a un rialzo dei tassi a luglio potrebbe essere finalizzata a “limitare la pressione sullo yen”, anche se “i mercati vedono ora un aumento dei tassi il mese prossimo come un lancio di moneta, ossia al 50%, nella migliore delle ipotesi”.
Cosa aspetta il Giappone
“Sebbene il governatore Ueda abbia lasciato intuire che la riduzione degli acquisti di obbligazioni potrebbe essere sostanziale una volta avviata, non ha fornito alcuna indicazione su quando tale riduzione avverrà o sulla sua entità, rimandando la comunicazione di queste informazioni alla prossima riunione”, ha commentato Michael Hart, Senior FX Strategist di Pictet Wealth Management. Per Hart, un restringimento quantitativo “sostanziale” dovrebbe corrispondere a un calo negli acquisti di 200-500 miliardi di yen, portando gli acquisti mensili a 5mila miliardi di yen: “Questa è la cifra da monitorare”. Nonostante un quantitative tightening di questo tipo, ha dichiarato Hart, è probabile che lo yen resti sotto pressione, ossia con poche chance di rivalutarsi, “dato l'ampio differenziale dei tassi tra Stati Uniti e Giappone e l'accelerazione strutturale dei deflussi di capitale dal Giappone”.
“Le decisioni della BoJ dimostrano come sia difficile cambiare politica monetaria dopo un lunghissimo periodo di strategie monetarie espansive”, ha dichiarato a We Wealth il senior market strategist di IG Italia, Filippo Diodovich, “tuttavia, la BoJ, a differenza di Bce e Federal Reserve, dovrà procedere il prima possibile a una revisione del proprio posizionamento in politica monetaria”.
Azioni e cambio
“Riteniamo del tutto possibile un rialzo a luglio e pensiamo che i mercati stiano sottovalutando l'entità dell'inasprimento della politica giapponese nei prossimi mesi. Pur continuando a prevedere un apprezzamento dello yen quest'anno, riteniamo che non si possa escludere un ulteriore intervento sul mercato valutario, soprattutto se la Federal Reserve dovesse mantenere il suo mantra da falco”, hanno aggiunto da Ebury, “l'emergere di un maggiore rischio politico a livello globale, in particolare in Europa, potrebbe tuttavia agire per proteggere in qualche misura lo yen, bene rifugio”.
Per l'azionario giapponese, le sorti che hanno permesso di volare nei mesi scorsi, compresi gli opposti orientamenti delle banche centrali occidentali, potrebbero non tornare altrettanto favorevoli (si veda il grafico in alto). “Crediamo che i forti rialzi registrati sul mercato azionario nei 15 mesi compresi tra gennaio 2023 e marzo 2024 siano impossibili da replicare”, ha aggiunto Diodovich, “ci aspettiamo nel medio termine un ritorno dell’indice giapponese sotto i 37 mila punti”.