Investire la liquidità: perché puntare sui rendimenti reali

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Come impiegare le risorse per ottenere interessanti rendimenti che diluiscano l’impatto della politica monetaria

I depositi bancari sono diminuiti di 152 miliardi di euro, da 1.452 a 1.300 miliardi, per un calo di circa il 10,5%

Oltre 85 miliardi sono stati destinati ai conti deposito

È probabile che nel 2024 i tassi diminuiranno a livello globale. Ciò può rendere l’attuale congiuntura di mercato un buon punto di ingresso per investire la liquidità in eccesso (quella detenuta in depositi bancari, ad esempio). Come? Si possono approcciare una serie di strategie di investimento che puntino ai rendimenti reali di lungo periodo. Si tratta di quei rendimenti che un investitore obbligazionario guadagna (nel lungo periodo) dal pagamento degli interessi dopo aver tenuto conto dell’inflazione.

I dati

Nel periodo compreso tra ottobre 2022 e ottobre 2023, secondo un report del Centro Studi di Unimpresa, i depositi bancari sono diminuiti di 152 miliardi di euro, da 1.452 a 1.300 miliardi, per un calo di circa il 10,5%

Una parte del denaro prelevato dai conti correnti è stato spostato sui conti deposito per cercare una remunerazione più alta. Si tratta di 85 miliardi di euro, che sono stati messi su conti deposito con tassi di remunerazione media superiori al 3% contro l’1% circa dei conti correnti. Guardando ai depositi dei privati, in base ai dati messi a disposizione dalla Banca d’Italia, il calo è stato di 78 miliardi di euro. Secondo Unimpresale riserve delle famiglie sono scese di 66 miliardi (-5,6%), da 1.170 miliardi a 1.104 miliardi. Quelle delle aziende, invece, sono calate di 7 miliardi mentre i risparmi delle imprese familiari sono scesi di 5 miliardi di euro.

Le tipologie

Ma cosa sono esattamente i rendimenti reali? Si tratta del rendimento annualizzato che un investitore obbligazionario può aspettarsi di ottenere una volta considerata l’inflazione. Ma è un valore il cui calcolo non è semplicissimo in cui va considerato il tasso di pareggio: ovvero il tasso di inflazione di pareggio rappresenta una misura dell’inflazione attesa derivata da Titoli del Tesoro a 5 o 10 anni e TIPS a 5 o 10 anni. Il valore implica ciò che i partecipanti al mercato si aspettano che l’inflazione sarà in media nei prossimi 5 o 10 anni.

Il più delle volte, i rendimenti reali sono positivi. Ma in circostanze insolite, i rendimenti reali possono diventare negativi. È stato così negli ultimi due anni. Cogliere questa relazione può aiutare gli investitori a gestire il rischio e a comprendere meglio le decisioni che stanno prendendo all’interno dei portafogli.

Asset class e rendimenti reali

  • Le azioni hanno generalmente risposto positivamente all’aumento dei rendimenti reali e all’aumento delle aspettative di inflazione.
  • Le materie prime hanno risposto positivamente all’aumento delle aspettative di inflazione. Di fatto, la sensibilità del petrolio greggio alle aspettative di inflazione è più del doppio rispetto a quella delle azioni.
  • L’oro ha avuto la sensibilità più negativa ai rendimenti reali rispetto a qualsiasi classe di attività coinvolta (il che significa che ha la risposta più positiva al calo dei rendimenti reali) e la relazione è statisticamente significativa. Quindi, se un allocator è preoccupato per l’aumento dell’inflazione, il petrolio greggio e i metalli industriali possono essere buone coperture, mentre l’oro può essere più adatto come copertura da rendimenti reali in calo. E viceversa
  • Le obbligazioni sovrane di qualita? hanno registrato una relazione statisticamente significativa e negativa con i rendimenti reali. Inoltre, sia i titoli di Stato americani che quelli europei hanno presentato una relazione statisticamente significativa e negativa con le aspettative di inflazione. Quindi, per gli allocator che temono un vero periodo di avversione al rischio durante il calo delle aspettative di inflazione e dei rendimenti reali, i titoli di Stato di qualita? elevata possono svolgere un ruolo di diversificazione unico nei portafogli.

I rendimenti reali nel lungo periodo

Allungano il periodo di investimento possiamo gestire i portafogli in contesti di mercato sfidanti come quelli odierni e conseguire gli obiettivi futuri. La porzione della curva compresa tra i tre mesi e i due anni misura l’impulso della politica monetaria, ossia la sua evoluzione nei prossimi due anni. Mentre il punto decennale della curva esprime una proiezione della politica monetaria nei prossimi 10 anni. Questo orizzonte temporale più lungo permette di cogliere aspettative più normalizzate o di equilibrio. In altre parole, la componente congiunturale dell’assetto di politica monetaria è diluita.

Gli articoli pubblicati sono stati realizzati da giornalisti e contributors di We Wealth e vengono forniti a Poste Premium a scopo informativo.


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