- Lo scorso anno Starbucks ha generato un fatturato di circa 36 miliardi di dollari, a fronte degli oltre 32,2 miliardi del 2022
- Toronto-Dominion Bank è una multinazionale canadese di servizi bancari e finanziari con sede a Toronto, in Ontario
Le azioni blue chip sono titoli di società consolidate, finanziariamente stabili, con un brand e una reputazione forti. Vantano solitamente dividendi consistenti e sono spesso considerate meno rischiose. Tuttavia, non tutti gli investitori le definiscono allo stesso modo: c’è chi richiede che l’azione sia inclusa in un determinato indice, come il Dow Jones Industrial Average, altri considerano solo aziende che pagano dividendi, altri ancora ne fanno una questione di capitalizzazione di mercato. Morningstar ha individuato 10 azioni blue chip su cui investire con una logica di lungo termine, che abbiano determinate qualità:
- un elevato “Morningstar economic moat rating” e flussi di cassa prevedibili, oltre che essere gestite da team di management che prendono decisioni di allocazione di capitale adeguate;
- titoli sottovalutati, ovvero che vengono scambiati al di sotto delle stime di Morningstar sul fair value (di almeno il 10% al 24 aprile 2024);
- con una capitalizzazione di mercato superiore a 100 miliardi di dollari.
Si tratta di Roche, Pfizer, Anheuser-Busch InBev, Comcast, Nike, Sanofi, Nestlé, Starbucks, Toronto-Dominion Bank e Unilever. Analizziamoli uno a uno.
Roche
Roche è uno dei più grandi produttori di farmaci e la società più sottovalutata della lista delle azioni blue chip su cui investire, in quanto tratta il 44% al di sotto della stima di Morningstar di fair value di 55 dollari per azione. “Questo gigante svizzero si trova in una posizione unica per guidare l’assistenza sanitaria verso un’attività più sicura, più personalizzata e più efficace dal punto di vista dei costi”, osserva Karen Andersen, strategist dell’agenzia di rating statunitense. Grazie alla sua attenzione per i farmaci biologici e a quella che viene definita “una pipeline innovativa”, Morningstar prevede che continuerà a crescere anche quando i suoi blockbuster dovranno affrontare la concorrenza.
Pfizer
Secondo Damien Conover, direttore di Morningstar, il mercato non apprezza ancora appieno la capacità di Pfizer di compensare le gravi perdite di brevetti nei prossimi cinque anni. “Siamo più ottimisti su diversi lanci recenti, tra cui il farmaco cardiovascolare Vyndaqel”, dice Conover. Il gigante farmaceutico ha fornito una guidance per l’intero 2024 che riconosceva come difficilmente avrebbe raggiunto l’obiettivo di crescita del 6% dal 2020 al 2025 precedentemente fissato. Nonostante la marcia indietro, secondo Morningstar il dividendo “è sicuro e probabilmente sosterrà la valutazione del titolo”.
Anheuser-Busch InBev
Unico produttore di birra della lista, Anheuser-Busch InBev tratta il 33% al di sotto della stima di fair value di 90 dollari per azione di Morningstar. L’azienda si è affermata a livello mondiale e regionale attraverso una serie di acquisizioni in passato tra cui quella con Grupo Modelo e SABMiller. In più, scrive Morningstar, ha uno storico di acquisti di brand con piattaforme di crescita promettenti e di espansione della distribuzione, riducendo al contempo i costi.
Comcast
Altro caso quello di Comcast, la cui crescita delle attività via cavo risulta in rallentamento e si stima continuerà a rallentare con l’aumento dei clienti che accedono alle alternative tra fibra e wireless. “Riteniamo tuttavia che sarà in grado di limitare le perdite di quote della banda larga nei prossimi anni, godendo di un solido potere di determinazione dei prezzi”, dichiara Mike Hodel, direttore di Morningstar. “Un solido bilancio ha permesso alla società di riacquistare azioni e pagare buoni dividendi”, aggiunge.
Nike
Quanto a Nike, per David Swartz (analista senior della società di rating) supererà le sfide attuali come la domanda non uniforme di abbigliamento sportivo nei mercati chiave. Il piano del colosso americano prevede il dimezzamento dei tempi di creazione dei prodotti, l’aumento delle iscrizioni alle app della società e un miglioramento della selezione di franchising chiave. Il titolo viene scambiato con uno sconto del 27% rispetto alla stima di fair value di 129 dollari per azione di Morningstar.
Sanofi
Terzo e ultimo produttore di farmaci della lista delle 10 azioni blue chip da inserire in portafoglio secondo Morningstar è Sanofi. Per Conover la crescita dei prodotti già esistenti e il lancio dei nuovi dovrebbero contribuire a compensare le imminenti perdite di brevetti. “Grazie a una storia di acquisizioni e a un solido flusso di cassa, Sanofi potrebbe cogliere ulteriori opportunità di crescita attraverso collaborazioni esterne”, si legge nell’analisi. “Prevediamo che l’attenzione dell’azienda per farmaci immunologici e malattie rare continuerà dopo le numerose operazioni in questo settore”, spiegano gli autori.
Nestlé
Concorrenza locale e passi falsi del passato hanno fatto sì che Nestlé perdesse o arrivasse in ritardo rispetto alle ultime tendenze. Tuttavia, secondo Ioannis Pontikis (analista senior di Morningstar), l’attuale management ha avviato un cambio di rotta rispetto al passato. Oltre a una riduzione strutturale dei costi, Nestlé sta puntando sul rilancio della crescita attraverso una gestione attiva del portafoglio, la ristrutturazione delle attività tradizionali e ulteriori investimenti in categorie a forte crescita.
Starbucks
Lo scorso anno Starbucks ha generato un fatturato di circa 36 miliardi di dollari, a fronte degli oltre 32,2 miliardi del 2022. Negli ultimi cinque anni ha aumentato i prezzi dell’8% all’anno, almeno negli Stati Uniti. “Prevediamo che l’azienda avrà una crescita delle unità a una sola cifra fino al 2033, poiché aumenterà la penetrazione nei mercati principali degli Usa e della Cina”, dice Sean Dunlop, analista senior di Morningstar. “I continui investimenti nel suo programma di fidelizzazione, con circa 34 milioni di utenti attivi negli Usa, risuonano chiaramente in un pubblico che è diventato sempre più propenso agli ordini online: il 59% del volume degli ordini oltreoceano è ora guidato dagli iscritti al programma fedeltà”, spiega.
Toronto-Dominion Bank
Toronto-Dominion Bank è invece una multinazionale canadese di servizi bancari e finanziari con sede a Toronto, in Ontario. È una delle due maggiori banche per attivo e una delle sei che collettivamente detengono circa il 90% dei depositi bancari del Paese. Ricava circa il 55% delle sue entrate proprio dal Canada, il 35% dagli Usa e la restante parte da altre località. Negli Usa, in particolare, vanta il maggior numero di filiali tra le banche canadesi oltre a detenere una partecipazione del 12% nella banca d’affari Charles Schwab.
Unilever
Chiude il cerchio Unilever, multinazionale britannica di beni di consumo titolare di 400 marchi tra i più diffusi nel campo dell’alimentazione, bevande, prodotti per l’igiene e per la casa. “La contrazione degli investimenti in marketing, spesa in conto capitale e ricerca e sviluppo ha causato perdite di quote di mercato e un tasso di crescita organica relativamente debole, che ha portato il titolo a sottoperformare rispetto a competitor di pari livello e dimensioni”, racconta Pontikis. Tuttavia, dice, la nuova struttura organizzativa si sta muovendo nella giusta direzione. “Riteniamo che il titolo valga 56 dollari per azione”, conclude.