Sistemi automatizzati, robotica e internet delle cose, ma anche transizione energetica e sicurezza alimentare. La quarta rivoluzione industriale, all’insegna della tecnologia e della sostenibilità, è già iniziata. Ma come valutare se questi cambiamenti epocali saranno vincitori di lungo termine o semplici mode passeggere? Un modo per aiutare a prevedere come l’industria 4.0 si evolverà nei prossimi decenni è quello di guardare al passato. Ne sono convinti Ulrik Fugmann e Edward Lees, co-head & senior environmental strategies group di BNP Paribas Asset Management (BNP Paribas AM), secondo i quali analizzare gli esiti delle precedenti rivoluzioni industriali può chiarire cosa aspettarsi dal futuro e quindi capire dove indirizzare gli investimenti.
Cosa dice il passato per capire il futuro
Secondo i due esperti, il primo insegnamento che arriva dal passato è che la crescita di prodotti e servizi dirompenti è stata significativamente e costantemente sottovalutata. Nella realtà dei fatti, il tasso di cambiamento tecnologico e il calo dei costi hanno spesso superato le previsioni. Basti pensare alla quota prevista di shale oil nella produzione petrolifera statunitense. E così oggi “le soluzioni alternative, come l’idrogeno verde, l’energia solare, le auto elettriche o le bio-plastiche, stanno cambiando e rivoluzionando il processo di produzione, le catene di approvvigionamento e trasformando le abitudini dei consumatori in tutto il mondo”. Insomma, stanno innescando un processo di trasformazione dell’economia, dell’ambiente, ma anche delle società e come queste sono organizzate.
Qualche esempio? Le energie rinnovabili potrebbero “essere un forte stimolo per la crescita economica, proprio come il passaggio dall’olio di balena al petrolio aveva fatto nel 19esimo secolo”, spiegano Fugmann e Lees. Oppure il settore AI (intelligenza artificiale) arriverà a valere, secondo le stime di PWC, 15,7mila miliardi di dollari nel 2030, più dell’attuale output di India e Cina insieme, con impatti enormi sul mondo del lavoro.
Gli investimenti tematici
La comprensione di questa trasformazione e, soprattutto, del suo impatto sui diversi ambiti e settori, è fondamentale per prendere decisioni di investimento. Secondo BNP Paribas AM, infatti, è necessaria una conoscenza più ampia, un approccio olistico attraverso gli investimenti tematici, che non si limitano a considerare singole tendenze, per quanto trasformative possano essere.
Se la grande sfida che gli investitori devono affrontare è quella di identificare le aziende in grado di sopravvivere e prosperare nei prossimi 10-20 anni, serve ricerca, apertura mentale e capacità di esaminare il cambiamento da più punti di vista. “Una volta acquisita una conoscenza approfondita dei precedenti periodi di sconvolgimento, questo può aiutarci a identificare i potenziali vincitori degli investimenti della nuova era senza carbonio – concludono i due esperti – E siamo convinti che la gestione attiva degli investimenti sia la chiave per individuare le società in grado di sovraperformare”.