Einstein sosteneva che la misura dell’intelligenza è data dalla capacità di cambiare quando è necessario, ma come fare quando non ci si rende conto della necessità di cambiare?
Spesso nella vita quotidiana non riusciamo a giudicare oggettivamente quanto ci sta succedendo, essendo immersi in un pregiudizio senza neppure rendercene conto.
Se questo rappresenta un problema in generale, lo è ancora di più quando riguarda la performance finanziaria, infatti può comportare distorsioni nelle decisioni degli investitori.
La finanza comportamentale parte da questo presupposto, cercando in un primo momento di riconoscere i bias, ovvero pattern sistematici che deviano la razionalità del giudizi, per poi aiutare gli investitore a combatterli attivamente. Il rischio, infatti, è che gli investitori si lascino sopraffare dalle proprie emozioni, da errori cognitivi e fattori sociali piuttosto che focalizzarsi sulla realtà e su un’analisi razionale.
Ma quali sono i bias comportamentali più comuni?
Effetto lotteria: la tendenza degli investitori a sovrastimare le probabilità di successo in un investimento, nonostante questo sia ad alto rischio e ad elevato potenziale di rendimento. Una prospettiva irrealistica dei guadagni può portare a decisioni di investimento irrazionali.
Avversione alle perdite: molto spesso per gli investitori è più semplice e più immediato focalizzarsi sulle perdite, piuttosto che apprezzare anche i piccoli traguardi. Con una simile mentalità è più probabile prendere decisioni sbagliate, ovvero ad esempio vendere un titolo che nel breve periodo ha una performance negativa per evitare potenziali perdite.
Eccesso di fiducia: gli investitori tendono spesso a sopravvalutare le loro competenze e quindi ritengono che, anche scegliendo società a rischio e volatili, non ci saranno problemi per il loro portafoglio, vista la loro preparazione in materia. Questo aumenta il rischio di selezionare azioni ad alto rischio piuttosto che focalizzarsi su società con fondamentali stabili.
Effetto gregge: se tutti gli investitori prendono una strada, sarà sicuramente quella migliore. Non è sempre vero, affidarsi alle analisi dei fondamentali, anche quando vanno contro il giudizio di massa, potrebbe essere la soluzione. Anche perchè il giudizio del gruppo spesso può innescare trend di breve durata.
Present bias: è molto facile per gli investitori cadere nella trappola del presente, ovvero dando eccessiva importanza agli eventi attuali, indipendentemente dal fatto che siano attendibili o senza considerare gli effetti nel lungo termine.
Rigore e disciplina per combattere i bias
Se è vero che riconoscere i bias è il primo passaggio fondamentale per gli investitori, è poi importante capire come evitarli o per lo meno ridurne l’effetto. Ma come fare? Il quality investing potrebbe fare la differenza. Secondo Reto Cueni, Chief Economist di Vontobel Asset Management, selezionare “società di alta qualità, caratterizzate da una redditività elevata, una crescita stabile degli utili, stabilità finanziaria senza un eccessivo indebitamento, procedure contabili rigorose, ampie distribuzioni e scarse emissioni di azioni di debito” è fondamentale per proteggersi dalle perdite e generare rendimenti meno volatili.
Nella pratica, unire gli insegnamenti della finanza comportamentale al processo di quality investing indirizza gli investitori verso un approccio diverso agli investimenti, più rigoroso e disciplinato.
Decisioni razionali, informate e basate sui fondamentali di una società, piuttosto che una mera reazione alle oscillazione a breve termine del mercato è più funzionale, soprattutto per raggiungere obiettivi di lungo periodo. Incorporare anche la gestione del rischio, ricercando società con bilanci solidi e posizioni competitive riduce la possibilità di perdite ingenti di capitale, oltre aumentare la stabilità del portafoglio. In tal senso, la gestione del rischio deve diventare una priorità.
Infine, la finanza comportamentale sottolinea l’importanza del pensiero contrarian. Invece che seguire il gregge, investire in società di qualità elevata che sono temporaneamente scontate potrebbe portare risultati molto interessanti.
Per mantenere un portafoglio forte, in grado di resistere anche alla volatilità del mercato, è importante attivare un processo di screening continuo, dove i titoli che hanno perso le loro caratteristiche di qualità vengono esclusi e sostituiti, infatti una buona performance passata, non è mai una promessa per il futuro.
Insomma, “l’orientamento alla qualità può aiutare a rimanere investiti anche in tempi di crisi, e a non cedere alla tipica instabilità emozionale che induce a vendere quando il mercato ha già raggiunto il fondo”, conclude l’esperto.