Come preparare il portafoglio obbligazionario alle sfide del 2024

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Come investire nel reddito fisso di fronte a tassi alti e in vista della svolta di politica monetaria nel 2024? Gli esperti di Carmignac analizzano le possibili conseguenze e implicazioni, per capire come mitigare i rischi e capitalizzare sulle opportunità

Un approccio dinamico, con un’attenta analisi, selezione degli emittenti e gestione della durata. È quello che gli investitori nel reddito fisso dovranno adottare più che mai nel 2024, di fronte a un regime di tassi di interesse elevati e in vista di una svolta nella politica monetaria delle principali banche centrali, per evitare di correre rischi troppo azzardati e allo stesso tempo cogliere le migliori opportunità. Ne sono convinti gli esperti di Carmignac che riflettono sulle possibili conseguenze e implicazioni dello scenario attuale sul portafoglio obbligazionario.

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Mercati obbligazionari di fronte a uno scenario in evoluzione

Gli ultimi 20 anni sono stati molto favorevoli per i mercati obbligazionari. Grazie a tassi d’interesse sui minimi storici e programmi di acquisto di asset senza precedenti da parte delle banche centrali, l’indice Bloomberg Euro Aggregate Bond, che combina obbligazioni sovrane e societarie, ha registrato un rendimento superiore al 70% tra la metà del 2003 e la metà del 2023. Una performance interessante e con una volatilità più contenuta rispetto ai mercati azionari. Tuttavia, ora lo scenario è profondamente cambiato, avvertono da Carmignac, osservando i livelli elevati che i tassi di interesse hanno raggiunto dopo la poderosa stretta monetaria delle banche centrali. “Per gli investitori, ciò significa che un’esposizione statica, basata su una semplice replica di un indice che cattura diversi segmenti dell’universo del reddito fisso e diversi punti della curva dei rendimenti, non sarà più sufficiente a garantire un rendimento regolare, con una corretta gestione del rischio”.

Non solo. Bisogna tenere conto che questo nuovo scenario comporterà anche un rischio di credito (ovvero la valutazione della salute finanziaria di un emittente) a cui fare particolare attenzione. Il periodo di “denaro libero”, in cui i tassi di interesse erano così bassi che le società si finanziavano facilmente, a volte nonostante fondamentali discutibili, è finito e ora, per i peggiori performer, l’orizzonte si è oscurato. “L’aumento dei tassi di prestito sta mettendo sotto pressione gli emittenti più indebitati, anch’essi indeboliti dal rallentamento economico”, sottolinea Carmignac.

Il tasso di default attuale in Europa si aggira intorno al 2,8%, sostanzialmente in linea con le medie storiche, ma Moody’s ha previsto che salirà a oltre il 4% entro maggio 2024 (a fine 2021 era solo dell’1,2%). Prospettive da tenere presenti nella selezione degli emittenti. “Un approccio corretto consisterà nell’individuare gli emittenti che offrono rendimenti interessanti a fronte di un rischio controllato e nell’escludere gli emittenti più fragili (sia dal punto di vista fondamentale che da quello delle valutazioni)”.

Ecco allora che l’orientamento dell’esposizione ai diversi segmenti della curva dei rendimenti, l’allocazione a diversi comparti del reddito fisso, la gestione della duration e l’attuazione di un’analisi rigorosa dei fondamentali degli emittenti diventano strumenti cruciali, secondo Carmignac, sottolineando l’importanza della gestione attiva. “È essenziale un’allocazione dinamica, che favorisca determinati segmenti del mercato obbligazionario, la parte lunga o corta della curva dei rendimenti, o addirittura che assuma posizioni corte su determinate parti della curva. Questa dinamica costituisce un’importante divergenza rispetto all’investimento passivo, in cui non è possibile regolare la sensibilità alle variazioni dei tassi d’interesse”.

Quali vantaggi?

In un contesto di mercato sempre più complesso, la strategia migliore secondo la casa di gestione francese è quella di adottare un approccio proattivo, mantenendo un margine di manovra per investire in diversi segmenti del reddito fisso. Un approccio che avrebbe due principali vantaggi:

– Il primo è che un’allocazione diversificata consente agli investitori di beneficiare della natura complementare dei diversi segmenti del reddito fisso.

– Il secondo vantaggio è la costruzione di un portafoglio di forti convinzioni che sia anche diversificato. Infatti, non replicando un indice di credito ma utilizzando un universo ampio si può costruire un portafoglio di 100-150 emittenti sui quali il gestore ha una forte convinzione e il cui rischio fondamentale sembra essere particolarmente poco apprezzato dal mercato.

Un altro vantaggio o aspetto che gli investitori obbligazionari dovranno tenere maggiormente in considerazione in futuro riguarda la volatilità giornaliera dei tassi d’interesse. L’indice MOVE, che misura la volatilità attesa per i Treasury statunitensi, prevede variazioni giornaliere più ampie rispetto alla media storica. Questa volatilità offrirà opportunità di acquisto e vendita per gli investitori attivi. “Queste variazioni dei tassi d’interesse porteranno naturalmente a variazioni più ampie dei prezzi delle obbligazioni, che avranno un impatto sul potenziale di rischio/rendimento della gestione passiva, e avere una visione del prezzo di questi asset consentirà agli investitori attivi di individuare le opportunità di acquisto e vendita”.

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