Collezioni corporate, come valorizzarle? Open Care e il caso BPER Banca

Tra le maggiori collezioni corporate italiane, quella di BPER Banca è una raccolta dalle molteplici anime: la sua ricchezza ha motivato le azioni volte a valorizzarla

Una corporate collection ben gestita, ma cui un check up completo ha dato il lasciapassare per una più mirata valorizzazione. È la raccolta di BPER Banca, che nei suoi capolavori e pluralità di nuclei collezionistici riflette le radici dei diversi istituti di credito sparsi sul territorio nazionale integrati negli anni alla realtà modenese. Ed è proprio con l’obiettivo di una maggiore integrazione del proprio patrimonio artistico che la Banca ha promosso un percorso approfondito di verifica, analisi e valutazione, che ha consentito contestualmente di digitalizzare tutte le opere e di introdurre un’unica piattaforma gestionale. Il compito è stato affidato a una realtà capace di raccogliere la sfida della complessità della collezione stessa: Open Care, prima realtà di art collection management in Italia. Ma come è stato condotto tale processo, e quali gli esiti? Ne parliamo con i professionisti che lo hanno seguito in prima persona. 

La collezione di BPER Banca ha iniziato a formarsi negli anni Cinquanta, quando le opere d’arte venivano acquistate per decorare gli ambienti delle sedi dell’allora Banca Popolare di Modena. La raccolta si è arricchita nel tempo e ha ampliato la sua mission, in un momento in cui il collezionismo bancario, insieme alle istituzioni pubbliche, si impegnava a recuperare e valorizzare il patrimonio artistico e culturale italiano. Negli anni, BPER Banca ha costruito una vera e propria collezione, iniziando a selezionare le opere da acquisire con criteri ragionati e verificandone sempre il loro legame con il territorio. Oggi, la raccolta consta di quasi mille opere di pregio collocate in diverse sedi e appartenenti a sei nuclei principali, lascito delle incorporazioni di Meliorbanca (2012), Cassa di Risparmio della Provincia dell’Aquila (2013), Banca della Campania (2014), Nuova Cassa di Risparmio di Ferrara (2017) e del ramo d’azienda di UBI Banca (2020). Dal 2017, la raccolta è gestita da “La Galleria. Collezione e Archivio storico”, realtà nata con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio storico-artistico del territorio, rendendo accessibile al pubblico la collezione di opere d’arte e i documenti archivistici che raccontano la storia dell’istituto di credito

Negli ultimi anni, al corpus centrale di opere della corporate collection, dedicata alla pittura italiana dal Quattrocento al Novecento, si sono unite opere di artisti internazionali e contemporanei. Proprio in seno agli ultimi ingressi si è sviluppata l’esigenza di approfondire lo stato di salute delle opere presenti e di acquisire maggiore coscienza del valore delle opere al fine di una loro più consapevole gestione. L’obiettivo? Avere a disposizione tutti gli strumenti e le informazioni per gestire in modo maturo una delle collezioni bancarie più importanti a livello nazionale. Così, la scelta di affidarsi a Open Care, in virtù della completa offerta di servizi per l’arte proposti dalla società. La ricognizione si è svolta quindi in due momenti distinti: uno più operativo, condotto tramite sopralluoghi presso le sedi di Milano, Modena, Ferrara, L’Aquila, Avellino e Saluzzo; un altro principalmente da remoto, per elaborare i dati raccolti. 

La prima fase si è aperta con la valutazione economica e storico-artistica della collezione, portata avanti dagli esperti di Open Care sotto la supervisione di Lorenzo Bruschi, esperto MRICS di arredi, sculture, oggetti d’arte e opere del XIX secolo e direttore del dipartimento di Art Advisory della società. “È stato un onore per noi poterci relazionare con le opere d’arte della collezione BPER Banca e i suoi numerosi capolavori” ha spiegato Bruschi. “Si tratta di una collezione che narra del genio creativo italiano attraverso i secoli, rappresentazione visiva del gusto e della capacità inventiva degli artisti, che ci permette di tracciare un percorso visivo nella storia dell’arte: a partire dai fondi oro quattrocenteschi come la maestosa opera del Maestro dei polittici crivelleschi, passando attraverso le forme e i colori rinascimentali e barocchi di Carracci, Reni, Tiarini, Guercino, attraverso le vedute di paesaggio settecentesche di Giuseppe Zola, il luminoso Ottocento napoletano e fino alle innovative ricerche di primo Novecento testimoniate nei quadri di de Chirico, de Pisis, Campigli, Funi”. È seguita poi una verifica conservativa, guidata da Isabella Villafranca Soissons, direttrice del dipartimento di Conservazione e Restauro di Open Care. “Visionando le opere, ci siamo resi conto di quanto BPER Banca, negli anni, sia sempre stata attenta al tema della conservazione, sostenendo numerosi interventi di restauro delle opere per garantirne la preservazione e la fruizione. Spesso non pensiamo a quanto i dipinti, e la materia di cui sono composti, siano sensibili ai fattori ambientali e quindi in un certo senso “vivi”; per questo è importante prendersene cura periodicamente”. 

La seconda fase si è concentrata invece nello sviluppo di una piattaforma gestionale, “uno strumento che ci permette ora di avere un controllo diretto e puntuale su ogni dato e informazione relativi a ogni singolo bene” ha affermato Sabrina Bianchi, Responsabile del patrimonio culturale di BPER Banca. “Il risultato è una visione chiara dello stato di conservazione e del valore artistico ed economico, che conferma la rilevanza nazionale della collezione nel suo insieme e l’unicità di alcune highlights”.

Immagine di copertina: Barbieri Francesco Giovanni (il Guercino), Apollo e Marsia, 1620. Courtesy: BPER Banca. 

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