Carmignac, outlook 2023: occhi puntati sui bond e cautela sull’azionario

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Nel secondo semestre gli investitori dovranno essere pronti a cogliere l’opportunità che emergeranno dal confronto tra le politiche restrittive delle banche centrali e la resilienza delle economie dei paesi avanzati. Vediamo come fare analizzando la strategia di investimento di Carmignac per il secondo semestre del 2023

Nel secondo semestre del 2023 gli operatori dei mercati finanziari si troveranno in bilico tra la volontà delle banche centrali di contrastare l’inflazione abbattendo la crescita e la resilienza delle economie del blocco atlantico. Secondo gli esperti di Carmignac sarà proprio quest’ultima, insieme con le agende politiche dei governi nazionali, a mettere a dura prova la determinazione delle dei banchieri centrali. Per capire come muoversi in tale contesto analizziamo con Kevin Thozet, membro del Comitato di Investimento di Carmignac le strategie di investimento della casa di gestione parigina per la seconda parte dell’anno.

Bond, bene le obbligazioni a medio lungo termine e quelle dei paesi emergenti

Sul mercato obbligazionario, l’interesse è alimentato dai rendimenti nominali e reali oltre che dal credito. “Al momento – spiega Thozet – privilegiamo le obbligazioni core con scadenze lunghe o intermedie (da 5 a 10 anni). La dipendenza delle Banche Centrali dai dati economici è indicativa del fatto che ci si debba preparare a una serie di scenari. La conferma del rallentamento economico e il ritmo della disinflazione spingeranno i tassi di interesse a livelli molto più bassi e in modo generalizzato”. Al contrario, qualora l’economia dovesse mostrare segnali di resilienza ancora più significativi, le Banche Centrali sarebbero indotte ad aumentare ulteriormente i tassi di policy, il che a sua volta penalizzerebbe i rendimenti obbligazionari più a lungo termine. Un inasprimento più marcato della politica monetaria, infatti, aumenta la probabilità di una brusca contrazione dell’economia. Anche i rendimenti reali sono interessanti: da un lato non viene prezzato alcun allentamento nell’immediato futuro, mentre dall’altro le aspettative di inflazione risultano eccessivamente ottimistiche.”

Per quanto concerne il mercato del credito, occorre fare attenzione agli spread. La stretta monetaria attuata dalle banche centrali, unita al rallentamento della crescita ha comportato inasprimento delle condizioni di prestito e tutto ciò ha portato ad un aumento dei tassi di insolvenza. “Sia gli studenti di Schumpeter sia gli attenti investitori nel credito – spiega il membro del Comitato di Investimento di Carmignac – riescono però a individuare vantaggi a lungo termine. Gli spread creditizi stanno incorporando tassi di insolvenza superiori rispetto a quelli che hanno caratterizzato il periodo della grande crisi finanziaria e della crisi del debito sovrano. Si tratta di una divergenza allettante, poiché il costo del rischio è finalmente tornato in auge. Si prevede che il credito possa generare rendimenti interessanti alla pari dei rendimenti a lungo termine dei mercati azionari.”

Infine, anche i mercati obbligazionari dei paesi emergenti presentano interessanti opportunità e di diversificazione. “Dato il livello dei rendimenti nominali – aggiunge Thozet – il debito dei mercati emergenti denominato in valute locali presenta un carry elevato. Allo stesso tempo, grazie al livello dei rendimenti reali offre un promettente apprezzamento del capitale, è necessario considerare i venti di coda per la crescita sul lungo periodo.Inoltre, su questo segmento non incidono eccessivamente i trend di mercato di tipo risk-on o risk-off“.

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Mercati azionari, momento positivo l’healthcare e il tech

Quanto ai mercati azionari, secondo gli analisti della casa di gestione parigina, essi continueranno a trovarsi in bilico fino al verificarsi di due condizioni. La prima è che l’economia continuerà a registrare un rallentamento ma non un crollo, mentre la seconda è che il ritmo della disinflazione persista nel tenere i tassi, e quindi le azioni, sotto controllo. “Dato il contesto di rallentamento economico – spiega Thozet – siamo orientati verso titoli azionari e settori difensivi. Il calo della volatilità (con l’indice VIX che registra i livelli minimi degli ultimi tre anni) rispetto alla sua componente di correlazione tende a essere particolarmente positivo per la selezione dei titoli. Inoltre, il rallentamento economico lascia presagire un orientamento verso settori e titoli azionari difensivi”.

In questo contesto, sono diversi i settori che presentano interessanti opportunità. Tra questi il settore healthcare, capace di combinare resilienza a breve termine e prospettive di crescita nel lungo. Quanto ai beni di consumo, maggiore attenzione sarà data alla base di costo più bassa e alle modalità con cui approfittare di un eventuale cambio di rotta della politica. “Tuttavia – aggiunge Thozet – la rotazione dai consumi non ciclici nei confronti della spesa per i beni discrezionali è ancora lontana. La domanda principale è come la disinflazione e il rallentamento economico incideranno sulla spesa e quanto inciderà il rischio di aumento delle guerre sui prezzi, poiché i retailer si contenderanno l’attenzione”. Per quanto concerne il tech, l’hype suscitato dalle applicazioni dell’intelligenza artificiale e una rinnovata elasticità in termini di spesa contribuiscono a rendere più attrattivo il settore. che registra un andamento positivo, date le condizioni economiche prevalenti di calo dei tassi a lungo termine e di rallentamento della crescita.

Ulteriori opportunità

Infine, l’oro: “la comparsa di un contesto globale multipolare, insieme al rischio di dominanza del sistema fiscale, rappresenta un fattore positivo sul lungo periodo per questa asset class, che risulta potenzialmente interessante in un periodo di incertezza geopolitica e di crescenti preoccupazioni per la recessione”, conclude l’esperto di Carmignac.

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