Cina nel pieno delle festività di capodanno, che si protrarranno per 15 giorni fino alla data del 26 febbraio. Lo zodiaco indica per il 2021 l’anno del bufalo, un segno che si riconduce a concetti di attitudine al lavoro, diligenza e vigore. Che sia di buon auspicio per il Dragone? Le condizioni di partenza parlano già chiaro.
Nonostante una storia finanziaria relativamente recente (i moderni mercati azionari cinesi hanno solo tre decenni di vita), nell’anno del bufalo l’equity si è sempre rivelato toro. Tenendo conto della periodicità dei dodici anni che contraddistingue lo zodiaco cinese, l’ultimo anno del bufalo è caduto nel 2009, quando lo Shanghai Composite Index registrò un’impennata del 51%. Il ciclo precedente, quello del 1997, vide invece un rally del 27%.
Fidelity: i fattori da considerare
Sebbene le performance passate non siano indicatore affidabile dei risultati futuri, con il 12 febbraio, inizio dell’anno 2021 per Pechino, “i fattori da considerare per gli investitori che guardano i mercati cinesi sono diversi” hanno sottolineato da Fidelity International.
In primo luogo, l’ampia liquidità e la ripresa economica first in, first out registrata dalla Cina post pandemia “sembrano destinate a contribuire a sostenere il sentiment rialzista del mercato in primavera, sia nel mercato onshore, che a Hong Kong”.
In seconda analisi, il contesto macro di riferimento: la Cina è stata l’unica grande economia a registrare una crescita positiva nel 2020, pari al 2,3% circa. “Le previsioni di consenso per quest’anno prevedono un aumento del Pil di circa l’8%”, con l’attesa di una robusta crescita degli utili per le aziende cinesi, almeno nei primi due trimestri dell’anno.
Si aggiungono poi due scadenze importanti: a marzo, il Congresso Nazionale del Popolo dovrebbe svelare i dettagli del 14° piano quinquennale del paese, con l’agenda di crescita e sviluppo fino al 2025; a luglio, per la celebrazione del 100° anniversario della fondazione del Partito Comunista Cinese, dove saranno elogiati stabilità sociale e forza economica.
Le differenze 2009-2021
A livello di operatività, a differenza del bull market 2009, secondo gli esperti nel 2021 tenderanno a dominare i temi di crescita strutturale e consumi interni sospinti dagli stimoli politici, atti a contrastare in parte le tensioni commerciali con Washington e a riportare la spesa discrezionale ai livelli pre pandemia, man mano che proseguiranno le vaccinazioni.
“Gli afflussi verso le azioni cinesi sono stati in costante aumento negli ultimi mesi, poiché gli investitori stranieri cercano di esporsi all’apprezzamento del renminbi e alla crescita economica della Cina”. Gli investitori, hanno aggiunto da Fidelity, “potrebbero anche uscire dal mercato immobiliare nazionale, dove il governo ha imposto misure severe per frenare la speculazione”.
Cina, l’anno del bufalo
Analisi previsionali a parte, non c’è modo di sapere fino a che punto il toro continuerà a correre nel 2021. “Vediamo maggiori motivi di cautela nei settori in cui i multipli di valutazione sono rapidamente aumentati”.
All’orizzonte si cela infine un rischio: quello di una stretta politica più rapida del previsto: “Mentre la ripresa continua e la pressione inflazionistica si accumula, la Cina potrebbe diventare il primo paese a dover assorbire la liquidità”.
Le preoccupazioni per un inasprimento delle politiche monetarie e fiscali da parte della People Bank of China trapelate a fine gennaio hanno portato nervosismo sul mercato. Non sono esclusi piccoli aggiustamenti restrittivi volti a raffreddare l’inflazione o a limitare le bolle degli asset. Per mantenere la stabilità del mercato, tuttavia, l’istituto centrale di Pechino sa di dover assicurare una politica monetaria graduale.
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