Azionario India: mercato in crescita, si ma quanto costa?

L’India fa da casa a molte piccole aziende che crescono ad un ritmo inedito, offrendo opportunità molto interessanti per gli investitori. Eppure questi titoli iniziano a diventare costosi, ne vale ancora la pena?

Un’economia con una crescita dell’8,4% nell’ultimo trimestre del 2023, il quarto mercato azionario più grande al mondo, il secondo mercato obbligazionario più grande tra i paesi emergenti, l’ecosistema di startup a più rapida crescita al mondo con 112 unicorni. Di che paese si sta parlando? Chiaramente dell’India, un Paese che dai confini del mondo sta passando al centro del mercato.

Quando gli investitori cercano società piccole, ma con un ottimo potenziale e con la capacità di crescere con forza anche nel prossimo decennio, il paese della Tigre potrebbe essere il migliore per andare a caccia.
A fine febbraio, le società con una capitalizzazione di mercato compresa tra 1 e 10miliardi di dollari costituivano più di un terzo dell’indice MSCI India, ma le opportunità si stanno ampliando sempre di più.

India: economia in espansione…

L’economia indiana è in forte espansione, basti pensare che ha già superato il Regno Unito diventando la quinta economia al mondo. Il prossimo obiettivo? Superare anche Germania e Giappone.
Questa rapida crescita non è solo dovuta ad un maggiore interesse degli investitori esterni, ma anche da un cambiamento radicale che parte dall’interno. Sotto il governo di Modi il mercato immobiliare indiano si è rafforzato e, soprattutto, la macchina delle infrastrutture digitali è cresciuta rapidamente, creando così un territorio fertile per le società a piccola capitalizzazione.

Se fino a qualche anno fa guardando all’Asia si vedeva solo il gigante cinese, ora l’India sta diventando una rapida alternativa al Dragone, soprattutto per quanto riguarda i prodotti manufatturieri. Dai telefono agli elettrodomestici, passando anche per i computer, vedere la scritta Made in India è sempre più comune. Basti pensare che la stessa Apple ha scommesso sull’India, vedendola come la nuova spina dorsale per la produzione dei suoi smartphone.

Insomma, sono tanti i fattori che hanno dato vita a un insieme di opportunità molto più ampio rispetto solo a un decennio fa: dai produttori di bevande alle aziende per prodotti edili, dai fornitori di prodotti chimici ai costruttori di case, passando anche per una nuova gamma di ospedali privati.

…ma a quale costo?

“La sfida – secondo Brad Freer, equity portfolio manager di Capital Group – è che le valutazioni in aggregato appaiono tese nel breve termine, lasciando poco margine di errore”. Da un mercato poco conosciuto, ora il comparto azionario indiano è scambiato a livelli record, con molte valutazioni che sono diventate parecchio costose. Basti pensare che a marzo, secondo Bloomberg, l’indice MSCVI India era scambiato a 22,2 volte gli utili a termine, ovvero ben al di sopra della sua media decennale di 18,9 volte.
Ma quindi, i titoli indiani sono diventati troppo costosi e non vale più la pena considerarli? Secondo l’esperto non è facile dare una risposta precisa, dipende da troppi fattori. Se una società viene scambiata a 40 volte gli utili oggi, risultando quindi molto costosa, ma ha il potenziale di crescere del 20% nel giro di un anno, allora il titolo potrebbe essere valutato equo e non troppo costoso nel lungo termine.
Per capire quali sono le società che rappresentano veramente un’opportunità di lungo termine è quindi fondamentale fare un’analisi precisa bottom-up, per vagliare tutte le opportunità.

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