I 10 fatti che hanno caratterizzano i mercati nel 2023

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Il 2023 ha visto una serie di avvenimenti che hanno plasmato le economie e influenzato le strategie degli investitori. Un’analisi dettagliata dei fatti salienti, elaborata da Carmignac, offre un quadro esauriente per fare un bilancio di quello che è stato e prepararsi all’anno nuovo

La fine e l’inizio di un anno può rappresentare il momento giusto per fare un bilancio di ciò che è stato, in positivo e in negativo, individuare gli eventi che hanno segnato più profondamente e trarre le proprie conclusioni, così da iniziare il nuovo anno in maniera consapevole e con spirito rinnovato. È proprio quello che ha fatto Kevin Thozet, membro del Comitato Investimenti di Carmignac, almeno per quanto riguarda i mercati e le economie globali. L’esperto ha infatti individuato i dieci fatti principali che hanno caratterizzato il 2023, così da valutare quanto è accaduto e prepararsi all’anno nuovo.

I dieci fatti del 2023

1. La crescita degli Stati Uniti ha sorpreso in positivo. L’anno scorso proprio di questi tempi, quindi a gennaio 2023, ci si aspettava che la prima economia mondiale registrasse una frenata. Così non è stato, anzi: secondo gli ultimi dati disponibili, nel terzo trimestre del 2023 il Pil Usa ha evidenziato una espansione di quasi il 5% su base trimestrale (+4,9% per la precisione), il migliore dato dal quarto trimestre del 2021. E anche nel 2024, secondo Thozet, la crescita dovrebbe essere superiore al suo potenziale, sfiorando il 2,5% sull’intero anno.

2. Per la Cina, invece, è avvenuto esattamente il contrario. Le speranze di riapertura che aleggiavano a inizio 2023 si sono rivelate di breve durata. L’economia cinese ha infatti subito una battuta d’arresto, deludendo le aspettative. Per il 2024, il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) vede un’espansione del Pil cinese del 4,6% (4,2% l’indicazione precedente), quindi inferiore a quella del 2023 (stimata a un +5,4%), in ragione della debolezza del mercato immobiliare e di una domanda estera più contenuta.

3. Il processo di disinflazione, ovvero di riduzione dell’inflazione, è continuato nel corso del 2023. Nell’Eurozona l’indice dei prezzi al consumo è passato da quasi il 10% a meno del 2,5% negli ultimi 12 mesi (e negli Stati Uniti è passato dal 6% al 3%), avvicinandosi al target del 2% fissato dalle banche centrali. Tutte le componenti si sono mosse al ribasso, anche se i servizi core non hanno subito una decelerazione così rapida come le altre.

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4. I tassi di interesse dei mercati sviluppati sono stati portati al livello più alto degli ultimi 23 anni, attraverso una poderosa stretta monetaria, e lì sono rimasti. Il 2024 inizia quindi con tassi su livelli elevati: al 5,25-5,5% negli Stati Uniti e al 4,5% per quanto riguarda l’Eurozona.

5. Il mercato del reddito fisso si è destreggiato in un braccio di ferro tra timori di recessione, speranze (e timori) di ripresa e disinflazione. Per i bond sovrani si è assistito nel corso del 2023 a movimenti giornalieri (+2% in alcuni giorni) che non si vedevano dalla crisi finanziaria del 2007-2008.

6. La volatilità del mercato azionario e quella del reddito fisso sono state divergenti. Quella azionaria è tornata ai livelli pre-Covid, con l’indice Vix intorno ai 12-13 punti, mentre quella del reddito fisso è rimasta a livelli record – “una tendenza – sottolinea l’esperto di Carmignac – tipica del ciclo di rialzo dei tassi”.

7. Il mercato azionario ha registrato una buona performance nel 2023, toccando nuovi massimi storici. A Wall Street l’indice S&P500 ha riportato un rialzo intorno al 25% sostenuto soprattutto dai cosiddetti “Magnifici Sette” (Nvidia, Tesla, Meta Platforms, Apple, Amazon, Microsoft e Alphabet) e dai i titoli farmaceutici attivi nella cura contro l’obesità, che hanno registrato un rialzo del +100% (solo il Bitcoin ha registrato una performance migliore, con +160%!). Mentre i settori difensivi come le utilities, i beni di prima necessità e l’assistenza sanitaria (esclusi i produttori di farmaci per l’obesità) hanno registrato rendimenti quasi negativi, così come l’energia.

8. La dispersione di rendimento è stata il tema chiave del 2023, sia per i mercati azionari che per quelli del credito. L’aumento del costo del capitale, in scia alla stretta monetaria, e il cambiamento radicale della narrativa nel corso dell’anno hanno tenuto i mercati in allerta. Ciò ha creato “il contesto ideale per gli investitori attivi, che hanno operato con un’attenta selezione di azioni e obbligazioni, a condizione che si trovassero sul lato giusto della curva”.

9. Il carry è stato il principale strumento di performance del 2023. L’esperto di Carmignac ricorda infatti come il mercato del credito investment grade e quello high yield in euro hanno reso rispettivamente il 7,5% e il 12%. Con una volatilità molto limitata, questa classe d’investimento ha conquistato il primo posto in termini di rendimento aggiustato per il rischio.

10. La correlazione tra azioni e obbligazioni ha visto forti oscillazioni nel corso del 2023, passando dall’essere favorevolmente negativa, in seguito al fallimento di alcune banche regionali statunitensi, all’essere positiva, chiudendo l’anno con un “everything rally”, ovvero con un rally di tutto rispetto sia per l’azionario che per l’obbligazionario.

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