Liquidità o bond dopo picco tassi? Ecco cosa ci dice la storia

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Inflazione ancora elevata, timori di recessione e tensioni geopolitiche creano una forte incertezza e non sorprende la tendenza a investire in liquidità, anche per la presenza di rendimenti che non si vedevano da 20 anni. Questa strategia può rivelarsi penalizzante nel lungo periodo e con l’imminente fine del ciclo di rialzo dei tassi

Quando l’inflazione rimane elevata, le tensioni geopolitiche non si alleggeriscono e i timori per la recessione sono ancora ben vivi, non sorprende che alcuni investitori decidano di voltare le spalle ai mercati.

Ma in situazioni simili, è meglio fuggire e mettersi al riparo con rendimenti sicuri o ragionare più sul lungo periodo senza ‘scappare’ dai mercati? 

 Sicurezza nell’immediato… ma poi?

“Stare in disparte può sembrare l’opzione più sicura, soprattutto quando la liquidità offre rendimenti che non si vedevano da 20 anni”, spiega Haran Karunakaran, Investment Director di Capital Group. Eppure, guardando con attenzione ai dati storici, i rendimenti della liquidità scendono rapidamente dopo la fine del ciclo dei rialzi. Ad esempio, negli ultimi cinque cicli, il rendimento a tre mesi del JPMorgan Cash Index USD è sceso in media del 2,21% 18 mesi dopo l’ultimo rialzo dei tassi della Federal Reserve.

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