Costruita tra il 1899 e il 1901, Villa Langmatt è ancora oggi il gioiello di Baden, nel cantone svizzero di Argovia. Tornata recentemente alle cronache per la controversa vendita di tre quadri di Paul Cézanne a Christie’s New York, la collezione d’arte impressionista di Sydney William Brown (1865-1941) e Jenny Sulzer (1871-1968) è una delle più importanti dell’intera Confederazione Elvetica.
Figlio dell’imprenditore britannico Charles Brown, nel 1891 Sydney fu uno dei co-fondatori della Brown, Boveri & Cie (BBC, dal 1988 ABB, colosso dell’industria robotica) insieme al fratello Charles Eugene e al tedesco Walter Boveri. Il minore dei Brown divenne però direttore tecnico e delegato del consiglio di amministrazione della BBC solo dopo il suo ritorno nel 1899 da un lungo viaggio in Asia e Oceania, dove cercò nuove risorse minerarie (tornando senza successo, ma portando con sé un’esotica collezione di artefatti oceanici oggi esposti al primo piano di Villa Langmatt). Nel 1896 Sydney sposò Jenny, figlia del capo della ditta Gebrüder Sulzer AG di Winterthur. Insieme alla moglie – amante dell’arte e artista per passione – Brown iniziò a collezionare arte sin dal viaggio di nozze parigino (uno dei primi quadri acquistati fu Laveuses au bord de la Touques, dipinto nel 1895 da Eugène Boudin), concentrandosi inizialmente sulla pittura secessionista di Monaco di Baviera.
L’esterno di Villa Langmatt
Il salotto panoramico di Villa Langmatt con il quadro Nu De Femme, 1885-1886, di Edgar Degas
Villa Langmatt, una Villa Necchi Campiglio svizzera
Per ospitare le sempre più numerose opere, i coniugi chiesero all’architetto svizzero Karl Moser (che aveva già costruito Villa Boveri e Römerburg per gli altri due fondatori della BBC) di progettare la loro nuova dimora. Il risultato fu quello di una villa moderna (una versione tedesca della milanese Villa Necchi Campiglio, con impianti domestici, quali il bagno, molto avanzati per l’epoca) in stile Art Nouveau e con un rigoglioso parco inglese. L’edificio – donato nel negli anni ’80 dagli eredi della famiglia Brown alla città di Baden, che ha creato la Fondazione Langmatt e aperto il museo al pubblico nel 1990 – è oggi la casa di più di cinquanta dipinti impressionisti, di opere di Corot e Boudin, di una serie di paesaggi veneziani, di una vasta selezione di ceramica cinese dalla dinastia Han alla Qing e di mostre temporanee di arte contemporanea.
La libreria del salotto principale
La collezione Langmatt
Il corpus principale di opere è stato acquistato dai Brown tra il 1908 e il 1919, grazie all’aiuto del pittore e intermediario d’arte Carl Montag (ma soprattutto vendendo i quadri legati alla Monaco secessionista). In quegli anni i coniugi furono estremamente all’avanguardia, dedicandosi a scoprire le opere impressioniste francesi, all’epoca molto dibattute poiché introducevano sul mercato un concetto di arte diverso da quello più classicista legato al passato (la stessa Jenny, appassionandosi agli impressionisti, decise di smettere di dipingere, poiché in confronto vedeva la propria arte come banale e poco emotiva). Le opere acquistate dai due sono visibili al piano terra della villa (specialmente nel magnifico salone d’onore verde), come parte della mostra Forever Young. Diversi sono i quadri di Paul Cézanne (tra cui Pêches, Carafe et Personnage del 1900, primo quadro del pittore portato in Svizzera, e Rochers et arbres dans le parc du Château Noir, 1904), Pierre-Auguste Renoir (quali La Barque 1878, La Lecture 1917-1918 e La Natte 1886-1887), Camille Pissarro (come Femme écossant des pois dans un jardin, 1880 e Boulevard Montmartre, Printemps 1897), Paul Gauguin (con Nature morte, coupe de fruits et citrons, 1889-1890), Edgar Degas (con Nu de femme, 1885-1886 e Château de l’Œuf et la baie de Naples, 1860), e Vincent Van Gogh (Moulin de la Galette, Montmartre, 1886).
Pierre-Auguste Renoir, La Barque (1878)
Gli altri spazi del piano terra del Museum Langmatt ospitano principalmente le opere acquistate dai coniugi negli anni ’20, quali le tredici vedute veneziane di metà diciottesimo secolo, che caratterizzano la “fase italiana” della famiglia Brown. In quel periodo i coniugi comprarono anche Le jeune fille au chat (1770) di Jean-Honoré Fragonard e diverse opere di Camille Corot e Eugène Boudin, precursori degli impressionisti. Sempre su questo piano si trovano anche una graziosa veranda-caffetteria (dove ritirare un cestino da pic-nic da degustare nel parco), un piccolo cinema e l’installazione dell’australiano Ash Keating (che ha dipinto la casa del custode di Villa Langmatt). Il primo piano è dedicato allo studio pittorico di Jenny, agli artefatti oceanici di Sydney e all’esposizione di arte contemporanea (per mantenere sempre il contatto con gli artisti del “proprio tempo”). Le stanze del piano superiore ospitano infatti le opere dello svizzero Reto Boller, ma anche quelle di Michael Günzburger (con Wir Kommen, 2006), Joëlle Flumet (con l’opera di video art Kleines, heimisches Theater, 2015), Renée Levi (Babra 1, 2019) e Sandra Senn (Ich stell die Wiese in die Vase, 2020).
Camille Pisarro, Boulevard Montmartre, Printemps (1897)
I Cézanne in asta da Christie’s e la legittimità della compravendita
Nonostante l’evidente qualità della collezione Brown e la cura con cui viene costantemente tenuta, negli ultimi anni gli utili del museo non sono stati dei migliori (forse complice anche la posizione geografica della villa). Per questo, lo scorso settembre il Museum Langmatt ha annunciato che avrebbe venduto tre quadri di Cézanne all’asta di Christie’s New York del 9 novembre. La notizia ha causato non pochi problemi, principalmente per due motivi. Il primo, che durante la Seconda guerra mondiale le filiali tedesche della BBC usufruirono della forza lavoro dei prigionieri dei campi di concentramento di Buchenwald e Auschwitz, di fatto arricchendo la compagnia con il lavoro forzato (sembra che la ABB abbia recentemente versato una “compensazione” per quanto avvenuto in quegli anni). Il secondo, che il dipinto Fruits et pot de gingembre di Cézanne (1890-1893) fu acquistato da Sydney Brown dal precedente proprietario Jacob Goldschmidt, banchiere ebreo-tedesco. Sembra che Jacob vendette il quadro a Brown a causa delle leggi raziali tedesche e alla necessità di trovare velocemente denaro liquido: rimane dunque il dubbio sul legittimo passaggio di proprietà dell’opera. Dopo settimane di incertezza – accompagnate dall’intervento dell’ICOM – Christie’s ha raggiunto un accordo “amichevole” con gli eredi di Goldschimdt e venduto tutti e tre i quadri di Cézanne all’asta. Fruits et pot de gingembre (1890-1893) è stato battuto per 38.9 milioni di dollari (contro una stima d’asta compresa tra i 35 e i 55 milioni), Quatre pommes et un couteau (1885) è passato sotto il martelletto per 10.4 milioni di dollari (con una stima tra i 7 e i 10 milioni) mentre La mer à l’Estaque (1878-1879) è stato aggiudicato per 3.1 milioni di dollari (contro una stima d’asta compresa tra i 3 e i 5 milioni). È interessante qui notare come dal 2022, lo stesso Museum Langmatt si sia posto dei dubbi sulla provenienza di alcune delle opere acquisite tra il 1933 e il 1941 dopo la morte di Sydney. Il museo ora collabora stabilmente con gli esperti esterni Lange & Schmutz per indagare su 13 dipinti, anche grazie al generoso finanziamento ricevuto dall’Ufficio Federale Svizzero della Cultura.
Paul Gauguin, Nature morte, coupe de fruits et citrons (1889-1890)
Il primo piano del Museum Langmatt
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Tutte le foto sono di Alice Trioschi.