Vienna è – di nuovo – protagonista di una riscoperta in parte clamorosa. La Galerie Artziwna, conosciuta per la vendita di opere di artisti del dopoguerra quali Dieter Roth, Andy Warhol e Tom Wesselmann – ha recentemente annunciato di aver aggiunto al proprio catalogo Venice, seen from the Canale della Giudecca, with the church of Santa Maria della Salute (ca. 1840) di Joseph Mallord William Turner (1775-1851). Il prezzo richiesto? 38 milioni di euro.
La provenienza del quadro
La notizia non farebbe particolare scalpore se non fosse che il quadro, fino a pochi giorni fa, non era mai stato attribuito con certezza al suo autore. Dipinto da Turner nel 1840 ca. dopo l’ultima delle sue visite a Venezia (rispettivamente nel 1819, 1833 e 1840), il quadro di 60×90 centimetri è una prima versione dell’immagine, poi riprodotta in una seconda tela oggi esposta al Victoria and Albert Museum di Londra (Venice from the Giudecca, 1840). Non sappiamo molto della provenienza del quadro, se non che nel 1980 risultava presente a Vienna. L’attuale proprietario lo avrebbe acquistato nel 2005 da un collezionista privato austriaco per poi sottoporlo a un’estensiva indagine per verificarne l’attribuzione.

Gli studi per l’attribuzione a J.M.W. Turner
Il quadro avrebbe attirato l’attenzione del Dr. Franz Smola, curatore per il diciannovesimo e ventesimo secolo al Belvedere Museum di Vienna, durante la mostra Viva Venezia! Inventing Venice in the 19th Century ospitata proprio dal Belvedere nel 2022. Insieme alla Dr.ssa Katja Sterflingler, Head of the Institute for Science and Technology in Art dell’Accademia di Belle Arti di Vienna, Smola ha richiesto l’opinione degli esperti di Turner, oltre a un’analisi dei pigmenti utilizzati sulla tela.
Mentre quest’ultima ha concluso che i pigmenti presenti sul dipinto sono parte della palette di colori dell’artista, non tutti gli esperti di Turner hanno partecipato alla peer-review dell’opera. Il report della Galerie Artziwna spiega infatti come il dipinto sia stato sottoposto all’analisi del Victoria & Albert Museum, mentre gli esperti della Tate (che ha la più grande collezione di Turner al mondo) non hanno voluto partecipare.
L’analisi sui pigmenti ha dato invece un risultato positivo, identificando i colori come parte della palette di Turner. L’attribuzione del dipinto all’artista è stata poi ulteriormente confermata dalle analisi a raggi X e FTIR (a infrarossi) effettuate sulla tela. Come spiegato da Sterflinger, questi ultimi studi hanno identificato per la prima volta l’aureolina (pigmento giallo a base di cobalto) nei quadri di Turner, espandendo ulteriormente la conoscenza della palette del pittore (e lasciando aperta la porta per nuove analisi sulle opere già conosciute).
I record di vendita dell’artista
Chiarita l’attribuzione del quadro, l’attuale proprietario ha deciso di non offrirlo all’asta, bensì di procedere con l’aiuto della Galerie Artziwna (che ha l’esclusiva sulla vendita). Certo è che il costo del dipinto, stimato 38 milioni di euro, potrebbe segnare un nuovo record per William Turner. Il quadro più caro dell’artista mai venduto è Rome, from Mount Aventine (1835), battuto da Sotheby’s London nel 2014 per 30,3 milioni di pound.
Sul podio troviamo poi Modern Rome – campo Vaccino (1839), aggiudicato nel 2010 sempre da Sotheby’s London per 29,7 milioni di pound e Giudecca, La Donna della Salute and San Giorgio (1841) comprata da Christie’s New York nel 2006 per 35,8 milioni di dollari. La riscoperta della Galerie Artziwna si inserisce perfettamente nelle celebrazioni organizzate per i 250 anni dalla nascita dell’artista. A partire dal prossimo novembre, la Tate di Londra esporrà quadri di Turner e Constable in una mostra dedicata, il Museum of Art Pudong di Shanghai ospiterà ad ottobre la mostra Dialogues with Turner: Evoking the Sublime (curata dalla Tate) mentre negli Stati Uniti lo Yale Center for British Art ha aperto la JMW Turner: Romance and Reality.
Vienna e le ultime scoperte artistiche, passando da Klimt
Il dipinto di Turner è solo l’ultimo tra i recenti casi che hanno vista protagonista Vienna quale luogo di nuove scoperte artistiche. Nel corso dell’ultima edizione di TEFAF la galleria austriaca Wienerroither & Kohlbacher ha offerto ai collezionisti il quadro Prince William Nii Nortey Dowuona (1897) di Gustav Klimt. Il dipinto, quotato 15 milioni di euro, era stato dato per scomparso dopo che i proprietari (Ernestine Klein e il marito Felix) erano fuggiti da Vienna durante l’occupazione nazista del Paese. Similmente, lo scorso anno la casa d’aste Im Kinsky ha battuto a Vienna il Ritratto di Fräulein Lieser, realizzato sempre da Klimt nel 1917. Nascosto anch’esso all’occhio pubblico per quasi un secolo, il dipinto è stato aggiudicato per 30 milioni di euro.