Unicredit ha fissato un obiettivo di incremento delle commissioni di ulteriori 1,2 miliardi di euro a regime, “attraverso le fabbriche prodotto [in house], sfruttando la prossima fase del piano di digitalizzazione e potenziando la nostra capacità distributiva”
“Nel 2021, fatta 100 la catena valore dell’asset management tra distribuzione e produzione molto meno del 70% della catena andava a noi tramite fee di distribuzione. Oggi siamo al 70%. Il nostro obiettivo è portare quella percentuale oltre l’80% entro tre o quattro anni”, ha dichiarato l’ad, Andrea Orcel
Unicredit ha archiviato il terzo trimestre con utili al di sopra delle attese e ha innalzato le previsioni sui risultati finanziari del 2023, in termini di ricavi e margine d’interesse. Confermati, invece, gli obiettivi fissati per la remunerazione degli azionisti, cui verranno distribuiti almeno 6,5 miliardi di euro. Unicredit ha avviato le prime ore di seduta a Piazza Affari con un severo calo del 3,3% a 21,94 euro, probabilmente per prese di beneficio su quello chè è stato fino a questo punto il sedondo miglior titolo del Ftse Mib.
Ecco i principali dati relativi al terzo trimestre, in sintesi:
- Ricavi: in crescita del 23,7%
- Margine d’interesse: 3,6 miliardi di euro
- Commissioni: 1,76 miliardi di euro, in calo del 7% sul trimestre e pressoché piatte su base annua.
- Utile netto: 2,3 miliardi, in aumento del 36% annuo e in continuità con il trimestre precedente.
- Rote: 21,7% nei nove mesi (in aumento di 7,3 punti anno su anno)
- Cet1: 17,2%
Nei nove mesi, l’utile per azione è cresciuto a 3,43 euro “quasi raddoppiato” rispetto allo scorso anno. Unicredit ha sottolineato come la base di costi si sia ulteriormente ridotta del 2,3% annuo, “nonostante l’inflazione”.
Unicredit ha deciso di optare per il rafforzamento del proprio capitale in luogo del pagamento dell’imposta straordinaria sulle banche, come consentito dalla legge, incrementando le proprie riserve non distribuibili sotto forma di dividendi di 1,1 miliardi.
Unicredit, la guidance rivista al rialzo
La guidance per il 2023 è stata rivista al rialzo “sulla scia di un migliorato contesto dei tassi d’interesse e delle ipotesi di pass-through dei depositi [ossia quanto l’aumento dei tassi si trasmette in maggiore remunerazione a beneficio dei correntisti, Ndr.]”. Il margine d’interesse previsto sarà pari ad almeno 13,7 miliardi, con ricavi netti superiori a 22,2 miliardi, mentre “la guidance relativa all’utile netto rimane pari o superiore a 7,25 miliardi”.
In previsione dei prossimi mesi di crescita in rallentamento e i possibili impatti negativi sulla qualità dei crediti, Unicredit ha sottolineato la “forte qualità degli attivi con un costo del rischio che si attesta a 12 punti base, overlay considerevoli e copertura elevata, per salvaguardare la redditività in tutti gli scenari macroeconomici”.
“Unicredit ha messo a segno un altro trimestre eccellente, generando un utile netto superiore a 2,3 miliardi di euro e una crescita dell’Eps del 54% anno su anno. Continuiamo a differenziarci in tutte le principali metriche finanziarie, con una forte attenzione ai ricavi aggiustati per il rischio di alta qualità, alla disciplina dei costi e al mantenimento di una elevata qualità degli attivi”, ha commentato il ceo di Unicredit Andrea Orcel, “il nostro Cet1 ratio del 17,2% ci offre una flessibilità operativa e strategica che pochi possono eguagliare, mentre il nostro Rote del 18,3%, o del 23,4% sulla base di un Cet1 ratio del 13%, è estremamente solido. Stiamo gradualmente sfruttando tutta la potenza della nostra rete commerciale e tutte le aree geografiche stanno registrando una crescita redditizia”.
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La strategia sulla distribuzione di fondi e polizze
In ottica futura, la banca ha previsto di compensare la prevista riduzione del margine d’interesse nel 2024 (“si modererà senza cadere in modo significativo”), con un incremento delle entrate commissionali. Unicredit ha fissato un obiettivo di incremento delle commissioni di ulteriori 1,2 miliardi di euro a regime, “attraverso le fabbriche prodotto [in house], sfruttando la prossima fase del piano di digitalizzazione e potenziando la nostra capacità distributiva”.
In particolare, le attività di gestione patrimoniale potranno generare 0,4 miliardi aggiuntivi grazie al maggior valore creato dalle fabbriche di prodotto appartenenti allo stesso gruppo Unicredit, che consentiranno di mantenere una maggiore quota delle commissioni pagate dai clienti sui propri fondi d’investimento. Anche le assicurazioni sono considerate un’importante fonte di entrate commissionali aggiuntive (+0,3 miliardi di euro a regime). Si prevede, in particolare, di potenziare l’offerta di prodotti assicurativi del ramo danni.
“Le nostre fabbriche di prodotto sono il nostro focus, ma se vogliamo rimanere un provider best in class saremo sempre in un’architettura aperta,” ha affermato Orcel in conference call, ricordando come Amundi detenga oggi la “quota principale in praticamente tutte” le tipologie di prodotto. “La seconda parte [della strategia] riguarda i prodotti che mi sento a mio agio a sviluppare in casa, perché sono semplici a sufficienza e perché offrono un’economia di scala interessante”.
“Nel 2021, fatta 100 la catena valore dell’asset management tra distribuzione e produzione molto meno del 70% della catena andava a noi tramite fee di distribuzione. Oggi siamo al 70%. Il nostro obiettivo è portare quella percentuale oltre l’80% entro tre o quattro anni”, ha dichiarato l’ad. “Restano sempre 15-20 punti percentuali che andranno a qualche attore esterno: vero, ma questo è il prezzo per offrire ai clienti i prodotti migliori possibili, e in secondo luogo questi fornitori supportano anche il costo di sviluppare i prodotti – che a quel punto non ricadono su di noi”.