Il 31 maggio la Camera ha approvato l’accordo che sospende fino al gennaio 2025 il tetto sul debito Usa, vincolando l’amministrazione a frenare le spese discrezionali. Manca ancora il voto del Senato
I Treasury a scadenza ravvicinata indicano fiducia sul superamento dell’impasse anche alla prove del voto in Congresso
Venerdì, però, l’appuntamento più atteso è con i dati sull’occupazione e i salari, che offriranno qualche indicazione sulle possibili mosse della Federal Reserve
I malumori interni al partito Repubblicano sulla qualità dell’accordo bipartisan per la sospensione del tetto sul debito non hanno minato l’andamento dei Buoni del Tesoro Usa a brevissima scadenza, ancora in traiettoria di rialzo. Ciò indica una sostanziale aspettativa sul fatto che l’accordo potrà passare al voto di Camera (come avvenuto mercoledì) e Senato Usa mettendo fine a un pericoloso gioco per la credibilità del debito americano. Dal 24 maggio in poi il Buono del Tesoro Usa a un mese è passato dall’area 5,7% di rendimento all’attuale 5,149%, secondo i dati Marketwatch.
Il debito in scadenza nei primi giorni di giugno era arrivato a rendere il 7% nei giorni scorsi, mentre, attualmente, il rendimento in ask del titolo in scadenza il 15 giugno è al 5,8%. Nel frattempo, nelle cinque sedute al 30 maggio, il mercato azionario Usa ha consolidato le sue posizioni con un rialzo dello 0,6% per l’S&P 500 e del 2,53% per il Nasdaq Composite. Il listino tecnologico dall’inizio dell’anno ha realizzato un 25,32% che ha riportato l’indice ai livelli dell’agosto 2022.
La partita, tutta politica, sul tetto al debito Usa
Lo speaker della Camera, il repubblicano Kevin McCarthty ha ribadito la propria fiducia sul successo in aula dell’accordo, che sospende la soglia massima consentita al debito federale di 31.400 miliardi di dollari, fino al gennaio 2025. Fra gli scettici della destra americana, si sono esposti ad esempio il deputato Chip Roy del Texas (“Nessun repubblicano dovrebbe votare questa legge”) e Dan Bishop della Carolina del Nord (“Sono stufo delle bugie… della mancanza di coraggio, della codardia”).
Nella giornata del 31 maggio, la Camera ha votato a maggioranza di 314 voti contro 117 l’accordo sul tetto sul debito, gli indici azionari americani hanno chiusi in rosso dello 0,6%, ma non è affatto detto che questo abbia qualcosa a che fare con le prospettive della legge.
“Al momento il mercato sta scontando con elevatissime probabilità che non ci saranno problemi alla ratifica dell’accordo raggiunto dall’amministrazione Biden con lo speaker repubblicano della Camera Kevin McCarthy”, ha dichiarato a We Wealth il senior market strategist di IG Italia, Filippo Diodovich, “il voto, che al Senato nei prossimi giorni (entro il 5 giugno) dovrebbe, nonostante qualche malumore in entrambi i partiti, ratificare l’intesa sulla sospensione del tetto al debito”.
Con queste aspettative già incorporate, l’approvazione della legge non darebbe grandi slanci alle azioni. “La reazione dei mercati quindi sul voto sul bill sulla sospensione del tetto al debito non dovrebbe mostrare conseguenze”, ha dichiarato Diodovich. Immaginare lo scenario opposto, invece, costringerebbe a rifare i calcoli: “I tempi sarebbero troppo stretti per trovare un nuovo compromesso entro il 5 giugno”, data oltre la quale lo Stato federale non potrebbe pagare quanto dovuto, fra spese correnti e interessi; “le conseguenze sarebbero in primis la chiusura delle attività del governo federale (shutdown come durante l’amministrazione Obama) e un possibile default tecnico”, ha affermato Diodovich, indicando effetti sui mercati che “potrebbero essere rilevanti con forti ribassi sia dell’obbligazionario (rendimenti dei Treasuries in forte crescita) ma anche sull’azionario”.
Anche per il market analyst di eToro, Gabriel Debach, l’approvazione della legge sull’innalzamento del tetto al debito è “un sollievo” con potenzialità di rimbalzo limitate per “un mercato che non hai mai creduto a un possibile default”. In seguito alla presentazione dell’accordo politico, infatti, “l’euforia si è facilmente affievolita poiché questo contempla la riduzione di spesa e di stimoli fiscali per l’economia statunitense”, ha dichiarato nella sua newsletter del 31 maggio. Un’analisi della proposta di accordo sul tetto condotta dal New York Times prevede un una riduzione della spesa federale di 55 miliardi di dollari per il 2024 e di ulteriori 81 miliardi nel 2025.
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L’attenzione sui dati macro: la partita della Fed
Più che sul tetto al debito, “in settimana gli investitori sui mercati statunitensi sono più concentrati a capire quali saranno le prossime mosse della Federal Reserve e sono in attesa del report sul mondo del lavoro (in particolare crescita dei salari dei lavoratori e numero di nuovi posti di lavoro creati a maggio) per avere maggiori informazioni sulle possibili scelte della Fed”, ha dichiarato Diodovich. I dati sui non farm payroll relativi a maggio, che indicano l’andamento del lavoro nei settori non agricoli, usciranno venerdì 2 giugno. Ad aprile i posti di lavoro aggiunti dall’economia 253mila, avevano ampiamente superato le attese degli analisti segnando un nuovo ribasso nel tasso di disoccupazione. Si tratta di un elemento in grado di sostenere l’andamento dei salari e, di conseguenza, l’inflazione di fondo e una politica monetaria più restrittiva. “Al momento le probabilità sono molto elevate che tra giugno e luglio ci sarà almeno un aumento dei tassi di interesse di 25 punti base”, ha affermato lo strategist di IG Italia in vista della riunione del Fomc del 13-14 giugno.