- L’analisi del Gruppo Excellence sulle Dichiarazioni non finanziarie, mostra come solo due banche commerciali si posizionino tra i leader del settore, dimostrando un’elevata maturità strategica e operativa
- Primanni: “Sappiamo che negli ultimi tempi, anche per motivazioni di ordine geopolitico, c’è un filo di rilassamento su queste tematiche. Ma non occorre dimenticare i benefici concreti per le aziende in termini di costi”
Non solo parole, ma anche fatti. La sostenibilità è diventata da anni un elemento centrale nel settore bancario. L’adozione di standard di responsabilità sociale e ambientale ha spinto gli istituti di credito a integrarla nelle loro strategie fin dall’inizio del nuovo millennio. Ma a fare da spartiacque è stata l’entrata in vigore della Direttiva europea sulla dichiarazione non finanziaria, recepita in Italia nel 2017, che ha reso obbligatoria per le grandi società finanziarie una maggiore trasparenza sulle loro performance Esg (acronimo che sta per Environmental, social, governance).
C’è però chi ha fatto una fuga in avanti, posizionandosi come “leader” della sostenibilità e affiancando all’elevata ambizione una solida capacità di attuazione delle strategie sostenibili; e chi invece ha intrapreso un percorso, ma con un approccio più graduale. A fotografare il reale grado di integrazione della sostenibilità nei modelli di business dei colossi italiani del settore è il Gruppo Excellence, che ha elaborato un’indagine sulle Dichiarazioni non finanziarie 2023 delle cinque principali banche commerciali (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Bper e Monte dei Paschi di Siena) e delle quattro principali banche reti (Fideuram, Fineco, Mediolanum e Banca Generali) operanti in Italia.
Banche vs reti: quali sono le più sostenibili
“Le abbiamo analizzate sull’asse della vision (il livello di ambizione delle banche in termini di impegno globale e obiettivi di lungo periodo) e sull’asse dell’efficacia (l’implementazione concreta delle strategie di sostenibilità attraverso azioni tangibili)”, spiega Giulia Terragnoli, senior consultant di Red Public, parte del Gruppo Excellence. Dall’intersezione dei due assi, le banche e reti analizzate sono state suddivise in quattro categorie:
- leader Esg, ovvero banche con un’elevata ambizione e una solida capacità di attuazione delle strategie sostenibili;
- visionari Esg, vale a dire banche con obiettivi ambiziosi e un forte impegno, che stanno progressivamente traducendo le loro strategie in risultati concreti;
- performer Esg, banche che hanno avviato molte iniziative sostenibili, con opportunità di rafforzare una visione strategica di lungo termine;
- pionieri Esg, realtà che hanno intrapreso il percorso di sostenibilità e stanno sviluppando il proprio approccio in modo graduale.

Fonte: Gruppo Excellence
Come mostra il grafico, l’analisi del settore bancario italiano evidenzia un panorama in trasformazione, con istituti finanziari sempre più orientati alla sostenibilità. Tuttavia, emerge un significativo divario tra le diverse realtà: mentre due banche commerciali si posizionano tra i leader del settore, dimostrando un’elevata maturità strategica e operativa, molte altre faticano a colmare il gap, sia in termini di ambizione sia di efficacia delle iniziative intraprese. In sostanza, nessuna delle reti di consulenza analizzate rientra tra le “leader” della sostenibilità. “Questo dimostra come in realtà, nonostante le banche siano tenute a rendicontare da tempo, ci sono ampi margini di miglioramento”, osserva Terragnoli.
Su cosa puntano banche e reti italiane
Per arrivare a questo output, i ricercatori hanno categorizzato tutte le iniziative delle banche in ambito ambientale, sociale e di buona governance sul fronte dell’efficacia e dell’ambizione: dalle iniziative di sensibilizzazione e formazione dei dipendenti alla promozione di iniziative di sostenibilità per attrarre nuovi talenti fino all’ottenimento di determinate certificazioni (come la Certificazione per la parità di genere o certificazioni simili riconosciute a livello internazionale). L’analisi del Gruppo Excellence arriva così a identificare i maggiori focus delle banche e delle reti, sia in ottica interna che esterna, sulle tre colonne dell’acronimo Esg:
- sulla “e” e in particolare sulla riduzione dell’impatto ambientale, le banche commerciali mostrano un maggior focus sull’implementazione di misure di efficientamento energetico nelle loro sedi e filiali e sulla mobilità sostenibile, mentre le reti sulla sostenibilità digitale, sulla riduzione degli spostamenti fisici e sulla promozione dello smart working. In ottica esterna, le banche commerciali puntano sui grandi finanziamenti green, mentre le reti virano sull’influenza diretta nelle decisioni Esg delle aziende in cui investono;
- sulla “s”, le banche commerciali collocano i dipendenti al centro, con investimenti in formazione e salute e benessere, mentre le reti puntano sul welfare aziendale mirato. All’esterno, le banche mirano al sostegno alla comunità e allo sviluppo economico mentre le reti all’inclusione finanziaria, ovvero l’accessibilità degli investimenti anche ai piccoli risparmiatori e l’indirizzamento del capitale verso aziende etiche;
- sulla “g”, in ottica interna, le banche commerciali mostrano un focus su strutture Esg centralizzate a diretto riporto del board che permettono di gestire le iniziative in modo coordinato e ampio, mentre le reti evidenziano incentivi legati alla sostenibilità, come l’organizzazione di eventi per indirizzare i consulenti alla promozione di prodotti Esg. .
Primanni: “Benefici concreti in termini di costi”
“La ricerca fotografa in profondità l’evoluzione dell’attenzione verso i temi della sostenibilità da parte delle principali banche italiane. Crediamo fermamente che la capacità di leggere come le evoluzioni normative, tramite la leva tecnologica, possono evolvere in chiave di maggiore sostenibilità il modello di business delle banche, rappresenta oggi il vero driver per ottenere in banca una sostenibilità integrata, concreta e misurabile”, dichiara Maurizio Primanni, ceo del Gruppo Excellence, intervenuto in apertura dell’evento di presentazione della ricerca presso Microsoft House di Milano, intitolato Innovazione digitale e criteri Esg e curato da Red Public e Data Skills, entrambe società del Gruppo Excellence. “Sappiamo che negli ultimi tempi, anche per motivazioni di ordine geopolitico, c’è un filo di rilassamento su queste tematiche. Ma riteniamo sia indispensabile continuare a investire per una società migliore e un futuro migliore. Senza dimenticare i benefici concreti per le aziende in termini di costi”, conclude l’amministratore delegato.