Carmen Herrera, giovane stella dell'arte a 89 anni

18.2.2022
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È scomparsa a 106 anni Carmen Herrera, l'artista cubana naturalizzata americana diventata una star del sistema dell'arte alla soglia dei 90 anni. Oltre al marito, un unico amore: la linea retta
Carmen Herrera aveva 89 anni quando nel 2004 venne scoperta dal sistema dell'arte internazionale, facendone un vero e proprio caso scuola. “La rivelazione del decennio” scrissero di lei i critici. Nel turbinio di curatori, galleristi e collezionisti focalizzati sul prossimo enfant terrible dell'arte, l'artista cubana naturalizzata statunitense aveva fatto della pazienza, oltre che della metodicità e della passione, il suo unico credo, continuando a lavorare in solitaria per decenni, sconosciuta ai più ma devota alla sua religione. Il successo, tuttavia, Carmen è riuscita a goderlo per quasi vent'anni. Fino alla sua scomparsa, il 12 febbraio scorso, all'età di 106 anni. Una vera e propria ancienne douce, che aprì la strada al riconoscimento delle artiste latine donne, lei che per decenni visse all'ombra dei suoi colleghi uomini. Ecco la sua storia.
Carmen Herrera nasce il 31 maggio 1915 a L'Havana, figlia di Antonio Xavier Herrera, il fondatore del giornale locale El Mundo, e di Carmen Nieto, giornalista presso la medesima testata. Cresce in una famiglia agiata, socialmente e culturalmente attiva, che vede la madre tra le prime femministe del paese. Impara le lingue straniere e ha la possibilità di studiare arte fin da giovanissima prima di trasferirsi a Parigi e completare la sua istruzione. Ritornata a Cuba, partecipa ad alcune mostre collettive con sculture lignee dai toni politici, ma è dell'architettura che Carmen si infatua: “l'architettura moderna mi interessava. Amavo gli spazi, le forme e le linee”. Si iscrive così alla facoltà de L'Havana, che lascia poco dopo a causa delle quotidiane sommosse cittadine precedenti alla rivoluzione guidata da Fulgencio Batista. Nel 1937 incontra l'unico marito, professore di lettere americano e lì turista Jesse Loewenthal, che sposa due anni dopo. La coppia si trasferisce a New York e Carmen comincia a dipingere, ma non soddisfatta dall'approccio tradizionalista dei suoi maestri muove i primi passi verso l'astrazione.
Carmen Herrera: da Cuba a New York
Carmen Herrera nasce il 31 maggio 1915 a L'Havana, figlia di Antonio Xavier Herrera, il fondatore del giornale locale El Mundo, e di Carmen Nieto, giornalista presso la medesima testata. Cresce in una famiglia agiata, socialmente e culturalmente attiva, che vede la madre tra le prime femministe del paese. Impara le lingue straniere e ha la possibilità di studiare arte fin da giovanissima prima di trasferirsi a Parigi e completare la sua istruzione. Ritornata a Cuba, partecipa ad alcune mostre collettive con sculture lignee dai toni politici, ma è dell'architettura che Carmen si infatua: “l'architettura moderna mi interessava. Amavo gli spazi, le forme e le linee”. Si iscrive così alla facoltà de L'Havana, che lascia poco dopo a causa delle quotidiane sommosse cittadine precedenti alla rivoluzione guidata da Fulgencio Batista. Nel 1937 incontra l'unico marito, professore di lettere americano e lì turista Jesse Loewenthal, che sposa due anni dopo. La coppia si trasferisce a New York e Carmen comincia a dipingere, ma non soddisfatta dall'approccio tradizionalista dei suoi maestri muove i primi passi verso l'astrazione.
Carmen Herrera e Jesse Loewenthal a Parigi, 1948-1953 circa.
Courtesy: Lisson Gallery.
Da Parigi al ritorno negli Usa: l'astrazione
Nel 1948 Jesse e Carmen si spostano a Parigi, dove lei incontra artisti come Sonia Delaunay e Jean Arp ed elimina definitivamente ogni rimando al figurativo. Nel 1950 tiene la sua prima personale nella città natale, ma riceve critiche alquanto negative. Troppa geometria, troppi colori a contrasto, troppe linee: il tutto, troppo in anticipo sui tempi. Anche una volta ritornata a New York nel 1954 non trova consenso nel sistema, allora rapito dall'espressionismo astratto di Jackson Pollock e Willem de Kooning. L'arte di Carmen, infatti, è spesso stata vista come precursore di movimenti successivi come l'op art o il neo-concretismo latino americano. Negli anni Cinquanta, Carmen aveva infatti già abbandonato quasi ogni forma curva per dedicarsi alla linea retta. “Non ho mai incontrato una linea retta che non mi piacesse. Come posso spiegarlo? È la madre di tutte le strutture” aveva raccontato in un'intervista. Tuttavia, la sua arte non viene riconosciuta neppure quando negli Stati Uniti l'espressionismo astratta lascia il posto al razionalismo di Barnett Newman, Mark Rothko e Josef Albers. “Come abbiamo fatto a perderci composizioni così brillanti?” si chiedeva la critica d'arte Laura Cumming nel 2009. Carmen non aveva dubbi: la sua sfortuna era il non essere nata uomo. “Al tempo” spiegava “quello che chiamavamo il sistema dell'arte tendeva a essere sessista e a screditare i successi delle donne. Tutto era controllato dagli uomini, non solo l'arte”.

Carmen Herrera,
Hirshhorn Museum and Sculpture Garden, Smithsonian Institution, Washington DC.
Courtesy: Lisson Gallery
Carmen Herrera: il successo a 89 anni
Così l'artista continua a lavorare ignota ai più nel loft di Lower Manhattan in cui vive per più di cinquant'anni insieme al marito, scomparso nel 2000. “Lo faccio perché devo farlo, è una compulsione ma ne traggo anche gioia” raccontava ai giornalisti. Nella sua pratica, disprezza l'intuizione: i suoi disegni vengono studiati a tavolino grazie a disegni preparatori in scala, riportati successivamente sulla tela prima di essere dipinti ad acrilico. Oltre alle tele, Carmen mantiene la sua passione per la scultura, producendo opere lignee in scala umana stilisticamente vicine ai dipinti, monocrome e geometriche. “Non ho mai avuto l'idea del denaro e pensavo che la fama fosse una cosa volgare. Quindi ho lavorato e aspettato” spiegava. Fino al 2004.
Carmen Herrera, Angulo Rojo (2018), esposto ad Art Basel lo stesso anno.
Courtesy: Lisson Gallery.
Quell'anno, l'amico Tony Bechara la segnala infatti al mercante Frederico Sève come sostituta per una mostra collettiva di artiste latine sul tema dell'astrazione geometrica. L'esposizione è un successo: collezioniste come Ella Fontanals-Cisneros, Estrellita Brodsky e Agnes Gund acquistano le sue opere, la stampa e il pubblico sono entusiaste. I critici si domandano perché l'artista fosse sfuggita ai radar per così lungo tempo. Il suo valore si riflette sul mercato: il prezzo delle sue opere cresce fino a raggiungere i 50 mila dollari al pezzo nel 2009 e i 160 mila nel 2014.
Nel 2019, l'opera Blanco y Verde viene venduta da Sotheby's per 2,9 milioni di dollari, fissando il record per l'artista.

Carmen Herrera, Blanco y Verde (1966-67). Courtesy: Sotheby's
“Alla fine della mia vita sto ricevendo molta attenzione, per mia meraviglia e stupore, a dire il vero” affermava Carmen ancora troppo modesta. Oggi, le sue opere fanno parte di numerose collezioni private e arricchiscono i musei di tutto il mondo, oltre ad essere esposte durante le molteplici mostre temporanee a lei dedicate.
Carmen Herrera, Green and Orange (1958). Collezione di Masterworks.io.
Immagine di copertina: ritratto dell'artista nel suo studio di New York nel 2015. Foto di Jason Schmidt. Courtesy: Lisson Gallery.