Il Patek Philippe che non ti aspetti, un gioiello in asta
L’ultimo a essere presentato nella serata, il primo in classifica. È il set – unico nel suo genere – di Patek Philippe, referenza 3290, un gioiello disegnato nel 1962 dal rivoluzionario gioielliere svizzero Gilbert Albert (1930-2019), protagonista dell’asta di Sotheby’s “Rough Diamonds”, diamanti grezzi, tenutasi l’11 aprile 2024 a Ginevra. Composto da un orologio bracciale, un anello e una collana. In oro giallo splendente, tempestato di smalti colorati e perle. Se lo sono combattuti in quattro (due al telefono, uno dalla sala, uno online) per oltre sei minuti. E alla fine ha vinto chi ha messo sul piatto 435.727 dollari, quasi otto volte la stima del lotto.
Patek Philippe ref. 3290. Una parure unica opera di Gilbert Albert : orologio bracciale, anello e collana
L’incasso del Patek Philippe ref. 3290 rappresenta ben oltre un terzo della metà dell’incasso totale della seduta, pari all’equivalente di 1,5 milioni di dollari, il doppio della valutazione preventiva. Gilbert Albert è passato alla storia dell’altissima oreficeria per l’utilizzo di materiali non convenzionali nella costruzione dei suoi gioielli, come addirittura ossa di dinosauro fossilizzate e rocce laviche.
Patek, Audemars: orologi sul filo del rasoio
La casa d’aste, in collaborazione con la rivista di settore Heist-Out, ha selezionato alcuni fra i pezzi più rappresentativi dell’orologeria “al limite”, sempre sul filo del lusso e dell’anticonformismo. Anticonformista come la decisione di tenere l’asta in un luogo sotterraneo, una cantina di vini pregiati. In un trionfo del vintage (tutti i pezzi risalgo a oltre 30 anni fa, anche 70), la vendita ha celebrato il genio dei designer che hanno audacemente abbandonato l’estetica tradizionale per creare orologi originali, grintosi e di personalità, senza compromessi di sorta per la qualità dei materiali o dell’artigianato: non solo Gilbert Albert, ma anche il designer orafo Charles de Temple, Jacqueline Dimier (una delle prime donne a ricoprire la carica di responsabile design prodotto in Audemars Piguet), il designer di orologi Daryoush Shafa.
Tutte le immagini sono cortesia di Sotheby's
Sotheby’s Ginevra: il brivido di un’asta “clandestina”
I collezionisti (oltre 200 per quasi 350 rilanci) hanno apprezzato. Provenienti principalmente dall’Europa continentale (Svizzera, Francia) e dal Regno Unito, nonché dal Medio Oriente e dall’Asia, hanno i 24 lotti in gara sono tutti volati via nel giro di un’ora, per una durata media dei rilanci di nemmeno tre minuti. Sotheby’s ha scelto di organizzare quest’asta “guanti bianchi” per «far emergere dall’oscurità alcune fra le referenze più anticonvenzionali del mercato degli orologi d’epoca».
La scelta di tenerla poi sottoterra, non ha che sortito l’effetto-brivido di partecipare a qualcosa di “proibito” e “clandestino”. «Il fatto che il Patek Philippe disegnato da Gilbert Albert – il lotto più idiosincratico e stravagante in asta – si sia piazzato in cima alla top ten di questa sera, dimostra che c’è un sicuro appetito tra gli acquirenti verso gli orologi anticonformisti, audaci, eccentrici», ha affermato in chiusura di seduta Josh Pullan, responsabile globale della divisione lusso di Sotheby’s.
Sotheby’s Rough Diamonds: il podio dei top lot
Oltre al Patek, il podio ha accolto anche un orologio a bracciale in oro bianco, probabilmente pezzo unico, con giorno e data, modello Cobra Royal Khanjar di di Audemars Piguet, del 1985. Qualcuno se lo è portato a casa per 182.724 dollari da una stima iniziale di 50.000 franchi. E un altro orologio da polso al quarzo in oro bianco con diamanti e smeraldi incastonati, disegnato da Jacqueline Dimier sempre per Audemars Piguet. Il pezzo risale al 1995 circa e ha raggiunto 119.474 dollari da una stima iniziale bassa di 40.000 dollari. Altri lotti significativi sono stati quelli a marchio Jaeger-LeCoultre e Vacheron Constantin.