“Stiamo attualmente attraversando una fase prolungata di fine ciclo”, spiega Knutzen
Per il manager, “tracciare una rotta e seguirla, anziché lasciarsi trasportare dalla tempesta, consentirà di generare valore”
“Crediamo che per investire con successo nella fase conclusiva del ciclo sia necessario focalizzarsi sui fondamenti degli investimenti”, commenta Knutzen
“In questo mese – ricorda Knutzen – abbiamo assistito a un vero e proprio diluvio di notizie in grado di scuotere i mercati, dall’inversione della curva dei rendimenti alla nuova impennata delle tensioni commerciali a cui hanno fatto da contraltare i rischi geopolitici di Hong Kong, Regno Unito e Italia”.
Per il manager “ciò che resta delle calme giornate d’agosto sono il calo dei volumi di scambi e la riduzione della liquidità. Insieme, tutto ciò si traduce in un aumento della volatilità: in agosto il Vix, l’indice che misura la volatilità, ha toccato il massimo da gennaio e, nello stesso periodo, l’S&P 500 ha registrato la serie più lunga di forti oscillazioni giornaliere”.
“Comprensibilmente, molti clienti esprimono preoccupazione davanti a questa volatilità, formulando spesso la classica domanda da un milione di dollari che si sente alla fine del ciclo economico: siamo sull’orlo di una recessione o no?”, spiega il manager. “Non riteniamo che l’inversione della curva dei rendimenti sia necessariamente un segnale di imminente recessione. La nostra tesi di base resta la convinzione che stiamo attualmente attraversando una fase prolungata di fine ciclo”, aggiunge Knutzen.
Le sfide della fase finale del ciclo economico
Ma le burrasche estive di fine agosto, per Knutzen, “mettono in risalto le complessità uniche degli investimenti alla fine del ciclo economico”. Innanzitutto, “il sentiment è più forte dei fondamentali quando gli investitori, intravvedendo la fine del ciclo, sperano di vincere la corsa quando arriverà la fine del ciclo. Quando però le dinamiche del ciclo sono incerte, i tentativi di inquadrare le tempistiche della recessione spesso generano volatilità, poiché il sentiment cambia molto rapidamente”, prosegue il manager.
“In secondo luogo – aggiunge – nella fase finale del ciclo si vedono spesso periodi di forte correlazione tra la performance azionaria e quella obbligazionaria, che rendono difficoltosa la copertura dell’esposizione azionaria”.
“Terzo – continua Knutzen – l’aumento dell’indebitamento societario può imprimere una spinta di breve termine agli utili, con un’ultima impennata prima della fine. Gli investitori troppo cauti potrebbero lasciarsi sfuggire le opportunità nella fase conclusiva del ciclo. Pertanto, quando si investe durante la fase avanzata di un ciclo, la principale difficoltà consiste nel mantenere l’esposizione alla crescita senza perdere il controllo sul rischio complessivo di portafoglio”.
“Inoltre – commenta ancora il manager – ci sono motivi di ritenere che questo fine ciclo sia particolarmente denso di sfide. Come sottolineiamo nel white paper e in un recente podcast, la diffusa presenza di rendimenti negativi tra i titoli di Stato limita le possibilità degli investitori di ridurre l’esposizione azionaria”.
Sopravvivere e prosperare
“Quindi, come possono gli investitori sopravvivere e prosperare in un contesto tanto impegnativo? Noi di Neuberger Berman riteniamo che il periodo di fine ciclo sia un buon momento per rivedere l’asset allocation strategica: distinguere i segnali dal rumore di fondo, perseguire una vera diversificazione di portafoglio, identificare i temi intra-ciclo e preservare la liquidità”, aggiunge il manager.
Tracciare una rotta
“Agosto sta per finire, ma evidentemente non la volatilità”, sottolinea Knutzen. “Con la prosecuzione della fase finale del ciclo economico, i mercati resteranno probabilmente sensibili al flusso quotidiano di notizie che indurrà molti partecipanti a prendere decisioni di breve termine”.
“Siamo convinti che tracciare una rotta e seguirla, anziché lasciarsi trasportare dalla tempesta, consentirà di generare valore. Manteniamo un orientamento ottimista sulle prospettive degli Stati Uniti e riteniamo che i fondamentali si confermeranno fino a 2020 inoltrato. In Europa il rallentamento degli scambi commerciali, la Brexit e l’ascesa del populismo ci rendono meno ottimisti, ma ci aspettiamo che le banche centrali perseguiranno politiche monetarie espansive nel tentativo di favorire il proseguimento della crescita”, aggiunge il manager.
“Crediamo che per investire con successo nella fase conclusiva del ciclo sia necessario focalizzarsi sui fondamenti degli investimenti. Pur presentando delle sfide uniche, la fase finale del ciclo può offrire opportunità a chi ha delle chiare idee ed è dotato dell’agilità necessaria per agire in base ad esse”, conclude Knutzen.