Volendo immaginare uno scatto fotografico capace di rappresentare il massimo del glamour e dell’esclusività raggiungibile da un’automobile, anche una Casa celebre e autorevole come la Mercedes non avrebbe potuto pensare di meglio della foto seguente: primo piano, da dietro, dell’abitacolo a capote aperta; di tre quarti, all’interno, sorridenti davanti all’obiettivo, un’inimitabile Grace Kelly al volante ed uno scanzonato Frank Sinatra come passeggero. Al centro, tra i due, sulla mascherina che ricopre il vano radio, la sigla identificativa del modello della vettura, “190 SL”, mentre poco distante, sul volante, la stella a tre punte simbolo della Mercedes.
L’auto tanto amata dal jet set, da Hollywood a Cinecittà
Si tratta di una foto di scena del film “Alta società” del 1956, nel quale una Mercedes 190 SL, per l’appunto, è protagonista insieme a un cast d’eccezione: la di lì a poco Principessa Grace di Monaco (era infatti al suo ultimo ruolo cinematografico), “The Voice” in persona, ossia Frank Sinatra, nonché Bing Crosby e Louis Armstrong; il tutto accompagnato da musiche di Cole Porter.
Che fosse un’auto destinata a fruitori d’élite non c’è del resto alcun dubbio. Famosi proprietari della 190 SL furono infatti numerose altre star di Hollywood, come ad esempio Cary Grant, Zsa Zsa Gabor, Maureen O’Hara ed Alfred Hitchcock, ed in epoca successiva altre celebrities quali Yul Brynner e Ringo Starr.
Anche in Italia figurò a pieno titolo tra le auto preferite dai vip del cinema e del jet set, che amavano emulare i loro colleghi americani. Ebbero la loro 190 SL attori del calibro di Aroldo Tieri, Paolo Stoppa, Silvana Mangano, ma soprattutto Gina Lollobrigida, che a Hollywood aveva effettivamente conquistato un posto di rilievo; la sua SL color argento, simbolo perfetto degli Swinging Fifties, è spesso ancora oggi protagonista in esposizioni e concorsi per auto storiche.
Mercedes 190 SL: progettata in Germania, concepita per gli Usa
L’America era senza dubbio il terreno di elezione della 190 SL, che, pur progettata e costruita in Germania, fu concepita appositamente per il mercato USA, a seguito delle pressanti richieste inoltrate dal famoso importatore Max Hoffman. Questi era così sicuro di poter sfruttare i successi nelle competizioni che stavano conseguendo le nuove Mercedes 300 SL, oltre a giovarsi del favore degli americani per le vetture scoperte europee, da impegnarsi ad acquistare duecento vetture modello 190 al mese.
La 300 SL era la straordinaria supercar che ebbe successo in tutte le gare alle quali partecipò e che rimase da subito impressa nella memoria collettiva per l’effetto scenografico delle portiere ad ali di gabbiano (da cui il soprannome Gullwing), poiché incernierate sul tetto a causa degli ingombri della struttura del telaio a traliccio di tubi.
Hoffman dapprima convinse Mercedes a realizzare una versione stradale omologata della 300 SL, impegnandosi anche in questo caso ad acquistarne non meno di mille; poi, consideratone il prezzo stratosferico e il notevole impegno che la guida della 300 comportava, richiese alla Casa una “sorellina” minore, che la richiamasse nelle linee generali, ma che fosse facile e leggera da condurre. La 190 SL venne quindi presentata come prototipo al Salone di New York del 1954, proprio accanto alla 300 SL, per sottolinearne la parentela e la notevole somiglianza. La versione definitiva arriverà solo l’anno successivo, al Salone di Ginevra, ove l’affinità tra 190 e 300, per la verità più di forma che di sostanza, diventerà ancora più marcata. Se nel prototipo il muso della 190 era più squadrato e la parte posteriore ricordava un po’ la Volkswagen Karmann Ghia, la vettura definitiva, declinata in tre versioni, Roadster, Coupé e Sport, era apparentemente un vero e proprio clone, in piccolo, della 300. Il telaio però anziché in pregiati tubi di alluminio come la 300, era costituito da una struttura scatolata con carrozzeria portante, i cilindri erano quattro invece di sei, l’alimentazione era a carburatori e non a iniezione diretta. A fronte della meccanica super-tecnologica e super-performante della 300, la 190 doveva accontentarsi di un onesto 4 cilindri monoalbero di 1900 c.c. e 105 cavalli, peraltro di specifica progettazione, che consentiva comunque di raggiungere una velocità vicina ai 170 Km orari.
Mercedes 300 e 190 SL: due modelli a confronto, ma con la stessa eleganza
La bellezza, l’eleganza e la signorilità delle due auto erano tuttavia le medesime. La 190 SL era snella, dinamica e tutta curve, con una linea quasi sensuale, mantenendo peraltro sempre il massimo della raffinatezza e rinunciando ad ogni eccesso. Riproponeva gli stilemi tipici della 300, come le caratteristiche nervature aerodinamiche sui parafanghi, il frontale ovale, i fari tondi, i paraurti ondulati ed una gobba sul cofano, in luogo della precedente presa d’aria; due rigonfiamenti del tutto analoghi, i cosiddetti “powerdome”, erano infatti presenti sulla 300 e divennero così caratterizzanti da essere poi riproposti addirittura nel 1994 da Mercedes sulla moderna SLK.
Il comportamento su strada, tra le due auto, era ovviamente molto diverso. La 190 doveva limitarsi a condividere con la sorella maggiore lo stile ed il carattere, poiché quanto a velleità sportive non poteva che cederle il passo. La notevole massa, dovuta anche all’irrobustimento della scocca necessario per una vettura scoperta, i freni a tamburo ed il sistema di montaggio del gruppo motore-cambio su tamponi ammortizzanti in gomma (utile per il confort di marcia, ma che rendeva il comportamento della vettura non sempre prevedibile), imponevano modalità di guida prettamente turistiche, per le quali la vettura era tuttavia l’ideale.
La comodità era infatti insuperabile, la guida rilassante, anche grazie alla silenziosità e all’elasticità di marcia che permetteva un poco frequente utilizzo della leva del cambio. Indiscutibile la qualità costruttiva, la cura degli interni, l’eleganza dei particolari (davvero iconico il grande volante in bachelite color avorio), le finiture superiori e la raffinatezza di certe soluzioni, come il riscaldamento e la ventilazione interna a comandi separati per passeggero e guidatore. La 190 SL (che fu poi affiancata nel ‘57 da una 300 SL anch’essa in versione Roadster, dal prezzo tuttavia di gran lunga superiore), fu costruita in quasi 26.000 esemplari, di cui ben 10.700 esportati in America.
Ricercata anche nel mercato
È a buon titolo considerata una delle più degne e ambite roadster di sempre, per la guidabilità ancora oggi attuale, oltre naturalmente alla purezza e classicità delle linee, ben al di sopra delle mode. Per di più solo nel 2015 si è potuto accertare che una 190 SL aveva effettivamente preso parte, insieme ad altre 15 Mercedes, ad un’edizione della “vera” 1000 Miglia, quella di velocità organizzata dal 1927 al 1957; poiché questa è la sola condizione per poter partecipare alle attuali rievocazioni di quella che è considerata “la corsa più bella del mondo”, l’attuale iscrivibilità alla manifestazione non può che incidere in maniera significativa sul valore delle auto. Anche per questo motivo è oggi quasi impossibile riuscire ad accaparrarsi esemplari di 190 SL, in ottime condizioni di originalità, sotto la soglia dei 150mila euro.