- A differenza dei “magnifici sette” del mercato azionario statunitense e delle “magnifiche undici” europee (anche note come “granolas”), i titoli a grande capitalizzazione dei mercati emergenti non hanno costantemente battuto l’indice di riferimento
- Goldman Sachs: “La visione dei nostri economisti rimane quella di un potenziale alleggerimento dei tassi e di una crescita solida. In un simile contesto le large cap di Taiwan, Polonia e Sudafrica appaiono interessanti”
Se nell’ultimo anno le azioni a bassa capitalizzazione (anche note come “small cap”) hanno sovraperformato a livello mondiale, nei mercati emergenti stanno ora invertendo la rotta. L’Msci em small caps ha incassato infatti una flessione rispetto alla performance di fine 2023, registrando un rendimento del 2%, in linea con l’Msci Em ma inferiore al +4% del Russell 2000. Come analizzato da Goldman Sachs in una nuova analisi dal titolo Global markets daily: rotation into large caps in select ems, la ragione sta probabilmente nel fatto che il mercato “ha valutato aspettative di tassi più elevati sulla base di proiezioni di inflazione più alte”. Un contesto nell’ambito del quale le large cap potrebbero presentare opportunità interessanti, secondo gli analisti, offrendo sia valore sia un cuscinetto contro una potenziale sottoperformance dei titoli ciclici (rispetto alle small cap) dopo la corsa.
Large cap: Indonesia e Malesia più esposte al settore bancario
A differenza dei “magnifici sette” del mercato azionario statunitense e delle “magnifiche undici” europee (le cosiddette “granolas”), i titoli a grande capitalizzazione dei mercati emergenti non hanno costantemente battuto l’indice di riferimento: se in paesi come l’India hanno incassato una sottoperformance di circa il 20% a causa dei significativi flussi retail verso le small cap, in paesi più orientati al tech (come Corea e Taiwan) o più esposti alla Cina (come Sudafrica e Thailandia) hanno navigato in direzione diametralmente opposta. A livello trasversale, la diversa composizione settoriale ha innescato una significativa divergenza nell’esposizione ai fattori macro tra i titoli emergenti a grande capitalizzazione e quelli a piccola capitalizzazione. Nel sud-est asiatico, le large cap di Indonesia e Malesia sono di fatto fortemente esposte al settore bancario. Di conseguenza, spiegano da Goldman Sachs, risultano “resistenti all’aumento dei tassi statunitensi e possono rappresentare una buona copertura contro la potenziale sottoperformance dei titoli ciclici”. In Asia settentrionale, invece, le large cap coreane appaiono relativamente più pro-cicliche, data la loro esposizione al settore tecnologico (simile a quella dell’S&P 500 negli Usa).
Goldman Sachs: occhi su Taiwan, Polonia e Sudafrica
“La visione dei nostri economisti rimane quella di un potenziale alleggerimento dei tassi e di una crescita solida”, si legge nel report. “In un simile contesto le large cap di Taiwan, Polonia e Sudafrica appaiono interessanti, con un mix di info tech, banche e materie prime che possono beneficiare di una ripresa ciclica globale, di prospettive di crescita positive in Europa e della stabilizzazione dell’economia della Cina continentale”. Dal punto di vista delle valutazioni, continuano gli analisti, attualmente le small cap coreane e brasiliane appaiono più sottovalutate, mentre le large cap di Taiwan, Sudafrica e India si mostrano “abbastanza attraenti” rispetto alle loro controparti a piccola capitalizzazione. “Quando la Fed inizierà il suo ciclo di tagli nel secondo semestre, potrebbe esserci spazio per una rotazione verso queste large cap”, concludono da Goldman Sachs. In sintesi, alcune large cap dei mercati emergenti offrono valutazioni interessanti e un’esposizione a tassi più bassi. Come si nota nel grafico sottostante, negli ultimi due anni il rendimento relativo delle large cap di Polonia, Sudafrica e Taiwan rispetto alle small cap ha seguito da vicino il calo dei tassi di interesse reali statunitensi a 10 anni.