Il banchiere, una figura controversa
I banchieri nella storia non hanno mai goduto di buona fama, tanto che Dante li distribuì, con sommo godimento, tra i vari gironi infernali, mettendoli alternativamente tra gli avidi, gli sperperatori e gli usurai e questi ultimi addirittura in compagnia dei sodomiti. È vero però che sono esistite nei secoli, figure illuminate, che hanno avuto un ruolo fondamentale per lo sviluppo economico e finanziario delle società e non ultimo, come vedremo, anche di quello culturale. Nei capoversi che seguiranno, senza alcuna velleità di essere esaustivi, ci proponiamo di esplorare lo stretto legame tra alcuni dei più illustri finanzieri del passato e le monete e banconote emesse nel corso dei millenni, evidenziando le innovazioni introdotte da queste figure chiave, ed il loro contributo alla creazione di quella bellezza che salverà il mondo, a cui alludeva Nietzsche. Pertanto mettiamoci comodi ed iniziamo quest’avventura nel tempo.
La nascita della moneta metallica
Dopo l’introduzione ufficiale della moneta metallica in Lidia, nell’attuale Turchia, a cavallo tra il settimo e sesto secolo a.C., prima i Greci e poi i Romani intuirono la potenza dirompente che questa piccola ma preziosissima invenzione racchiudeva in sé, facendone lo strumento principale per la gestione del potere. Il vantaggio dei soldi, rispetto al baratto, o ad altre forme arcaiche di commercio, consisteva nel facilitare gli scambi riducendo il ricorso alle armi e regolando i rapporti tra i popoli in modo pacifico; certo non sempre le cose andarono bene, anzi proprio per la gestione e l’accaparramento delle risorse minerarie, sono scoppiati molti conflitti sanguinosi.
Il genio degli antichi Greci
Eppure, chi nella storia ha trovato il giusto equilibrio, regolando la coniazione e l’afflusso di denaro di buona qualità nella società civile, è riuscito a beneficiare di prolungati periodi di pace e prosperità nonché di una gestione meno complessa del proprio potere. In primis gli antichi Greci che capirono così tanto il valore dei soldi, da imporre una moneta metallica con un saggio di scambio superiore al metallo prezioso che conteneva. Nomisma la chiamavano, ossia accettata per consuetudine, tanto che si sviluppò in pochissimo tempo in tutto il mediterraneo fin oltre le coste del nord Africa, permettendo lo sviluppo di comunità molto floride delle quali ancor oggi possiamo ammirare le magnifiche vestigia. Nacquero dunque i primi banchieri.
Di fianco ai sovrani, nella storia, i banchieri
Da Atene, passando per Corinto fino a Siracusa, Taormina e Napoli con le loro meraviglie archeologiche. Questi banchieri che affiancavano e supportavano i sovrani erano spesso persone di grande influenza e potere, e la loro attività finanziaria contribuiva alla crescita economica dei territori in cui operavano. Il controllo meticoloso nell’emissione delle monete garantì la stabilità e la fiducia nel sistema, tanto che chi si occupava della loro creazione diventò una e propria celebrità potendo addirittura apporre la sua firma su di esse. È il caso della Sicilia della fine del V sec a.C., un periodo molto importante e prolifico della sua storia. La zecca di Siracusa, per esempio, era la più importante, e nelle sue fucine furono creati dei veri e propri capolavori. Monete con ninfe e divinità di una bellezza disarmante tanto da essere considerate a distanza di oltre due millenni le più belle mai coniate dall’uomo.
Le zecche diventano (anche) luoghi d’arte
Artisti come Euarchidas o Sosion, e i mitici Evainetos e Kimon, quest’ultimi attivi anche in altre importanti zecche della Magna Grecia, erano molto celebrati già ai loro tempi. Altri incisori molto famosi furono legati a città come Naxos e Katane, le attuali Taormina e Catania. Su altre coniazioni si trovano ancora in bella mostra i nomi di Prokles, e poi Choirion e Heraklaidas, mentre a Taranto e Lecce sono spuntate le firme di altri celebri incisori, come Kal, Dakimos o Lycone. Più erano belle e contenevano l’esatta quantità di metallo prezioso e più erano accettate senza discutere dalle popolazioni annesse; e di questo stratagemma, senza per forza ricorrere alle armi, gli antichi Greci ma soprattutto i Romani furono maestri.
La moneta, simbolo del potere dello Stato
Tanto che la loro influenza si estendeva alle decisioni politiche ed economiche delle città-stato e degli imperi conquistati. Le monete emesse da questi antichi banchieri riflettevano il potere e la ricchezza delle civiltà Greca e Romana e spiegavano in larga parte la loro eredità. Nell’antica Roma esisteva la figura dell’argentario, ovvero colui che svolgeva l’attività simile a quella dei banchieri moderni, da non confondersi con l’artigiano che lavorava i metalli.
La prima notizia di cui si ha certezza, li fa risalire al 250 a.C. in pieno periodo repubblicano, durante il quale le monete erano emesse sotto il controllo delle famiglie patrizie, le celeberrime Gens, con il supporto fondamentale di questi professionisti. Gli argentari presero questo appellativo dal fatto che si procacciavano i metalli preziosi per le coniazioni. Vale ricordare che le prime monete d’oro furono introdotte a Roma solo a partire dall’87 a.C. da parte di Silla, e quindi l’argento era all’inizio decisamente più importante.
In banchieri nella storia romana
Presenti nella storia romana per cinque secoli (dal III a.C. al II d.C.), oltre che a dedicarsi ad operazioni bancarie e creditizie, operavano vere e proprie speculazioni finanziarie riducendo o aumentando la percentuale di metallo prezioso nelle monete o interrompendone drasticamente la produzione. Per capire l’importanza della loro professione, diversi monumenti della Roma antica erano a loro intitolati come l’Arco degli Argentari, vicino al successivo Arco di Giano, posizionati nei luoghi più prestigiosi della città dove erano presenti “le tabernae” ossia i loro uffici. Anche la strada che collegava il Foro Romano al Campo Marzio era chiamata “Clivus Argentarius” e nel foro di Cesare sorgeva una Basilica a loro intitolata; per restituire il favore molto spesso erano proprio loro a finanziare alcune delle opere pubbliche più prestigiose finalizzate a magnificare il proprio prestigio e accattivarsi il volere del popolo.
Ma la forza della moneta si manifestò con tutto il suo fragore sotto il dominio del primo imperatore, Ottaviano Augusto, che anche grazie ad una intelligente riforma monetale riuscì a governare incontrastato per oltre quaranta lunghissimi anni. La lungimiranza di Augusto si manifestò grazie al consolidamento del sistema monetario, coniando contemporaneamente monete nei tre metalli principali, (oro, argento e bronzo) e fissando precisi rapporti di cambio tra esse.
Continua il 1/7/2024