A un comune risparmiatore che sia anche un piccolo investitore risulta più intuitivo e facile fare valutazioni sulla base dei valori nominali, ma è un tranello d’investimento
Prima di investire si devono fare diverse valutazioni in termini di rischi, costi, adeguatezza degli obiettivi e soprattutto di potenziali rendimenti. D’altra parte lo scopo ultimo di un investimento è quello di far rendere il proprio capitale. Ed è proprio su quest’ultimo punto che gli investitori si soffermano a lungo quando devono fare scelte di investimento. Sapevi però che quando si investe conviene soppesare il rendimento reale offerto piuttosto che quello nominale? Per questo è fondamentale acquisire ogni informazione sulle variabili in gioco, aspetto non facile. L’importante è però partire da un assunto: capire che i valori nominali non ci dicono tutto. Per orientarci meglio dobbiamo guardare sempre ai valori reali grazie all’affiancamento di un consulente finanziario.
La differenza
In economia e in finanza, i valori possono essere nominali oppure reali.
-il valore nominale di uno strumento finanziario è un valore “teorico”
–il valore reale tiene invece conto di variabili economiche come l’inflazione e il potere d’acquisto.
In linea di massima, a un comune risparmiatore che sia anche un piccolo investitore risulta più intuitivo e facile fare valutazioni sulla base dei valori nominali, che sono i primi dati e dunque i più immediatamente a portata di mano: subito disponibili, più semplici da misurare e per giunta apparentemente oggettivi. Ma limitarsi ai valori nominali e ignorare quelli reali, che invece richiedono una rielaborazione, può rivelarsi una scelta sbagliata quando parliamo di investimenti.
Cosa cambia sul piano dei rendimenti
Il rendimento nominale è quello che non tiene in considerazione l’inflazione, mentre, il rendimento reale è quello al quale un investitore dovrebbe prestare maggiore attenzione perché è al netto del costo della vita. Si tratta di un valore molto importante in particolare gli investimenti di medio o lungo termine, perché non si può fare a meno di tenere in considerazione una crescita dell’inflazione nel corso degli anni che andrà ad incidere sul rendimento ottenuto. Di fatto, quindi, il valore nominale di per sè è una illusione monetaria perché non considera variabili come, per esempio, l’inflazione e la tassazione.
Ma se siamo ben consigliati da un esperto possiamo contare su investimenti che nel medio-lungo periodo ci consentono di compensare e contrastare l’effetto erosivo dell’inflazione.
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La strategia fiscale
Il rendimento deriva anche dalla fiscalità a cui sono soggetti i nostri investimenti. L’informazione sulla tassazione, in termini di guadagno reale, è tutt’altro che secondaria. Sulla tassazione, quindi, si potrà scegliere la strategia che consente di ottenere di più al netto delle imposte. Le azioni sono tassate al 26%, ma altre asset class come i Btp al 12% e anche questo, nelle scelte di investimento, va considerato.