Politburo cambia tono: la Cina è pronta a riconquistare il mercato?

Dopo mesi di silenzio, nella recente riunione del Politburo sembra chiaro un cambiamento di prospettiva. La Cina è pronta a implementare nuove politiche per la ripresa del paese?

Dopo l’espansione della pandemia e delle rinnovate tensioni tra la Cina e gli Stati Uniti e, soprattutto, viste le difficoltà economiche che il Dragone sta affrontando nell’ultimo periodo, investire in Cina sembra diventato un tabù negli ultimi anni.
Per la maggior parte dello scorso anno è stato facile essere pessimisti sul futuro del Dragone, con il settore immobiliare – che da solo vale più del 20% del Pil del paese – in grave crisi. Allo stesso tempo, a mettere sull’attenti i possibili investitori vi era anche il fatto che la leadership cinese sembrava poco preoccupata per il rallentamento della crescita e molto più focalizzata sulla sicurezza nazionale.
Eppure escludere a priori la Cina dal proprio portafoglio potrebbe essere una scelta fin troppo drastica. Infatti, nonostante i rallentamenti, la crescita del paese della Grande muraglia continua ad essere consistente. Basti pensare che il Fondo Monetario Internazionale prevede una crescita annua del Pil intorno al 5% anche per il 2024.

Ma è arrivato il momento per tornare a investire in Cina? Xi Jinping è disposto a scendere a patti con le problematiche economiche e implementare delle politiche attive per cambiare il corso del mercato?

Aria di cambiamento, basterà?

A inizio mese, si è tenuta l’attesissima riunione del Politburo del Partito comunista cinese, ovvero il più alto organo decisionale della formazione politica presieduto da Xi Jinping, ed è stato chiaro fin da subito un cambiamento di tono. Per la prima volta dopo più di un anno si è tornati a parlare in sede ufficiale del settore immobiliare. Il Politburo ha, infatti, esortato i governi locali, i promotori immobiliare e le istituzioni finanziarie a garantire la consegna delle case pre-vendute.
Sebbene possa sembrare un piccolo passo, si tratta del primo step per ridurre l’eccesso di alloggi.

Ma non è stato solo questo cambiamento di prospettiva a rendere Erik Lueth, Global Emerging Market Economist di Legal & General Investment Management (LGIM), più positivo. La Cina sembra infatti pronta a promuovere l’attività di fondi orientati a investimenti di lungo termine con una buona tolleranza del rischio per favorire lo sviluppo delle tecnologie emergenti. Per Xi Jinping le parole chiavi per il futuro del paese saranno “nuove forze produttive di qualità”. L’obiettivo di sviluppare un modello economico basato sulla spinta tecnologica, dove la Cina si troverà in cima alla catena del valore globale.

Per rendere il Dragone di nuovo attraente per gli investitori, il cambiamento deve partire dall’interno. L’annuncio di un programma di permuta per auto ed elettrodomestici, ad esempio, sembra andare proprio nella giusta direzione. Il settore automobilistico rappresenta solo lo 0,1% del Pil, ma l’implementazione di politiche in questo ambito dimostra che la leadership riconosce la debolezza della domanda interna e cerca di cambiare la situazione.

Ora che sono chiare le buone intenzioni da parte del Politburo, sarà necessario aspettare e vedere come e quando diventeranno fatti. Proprio per questo, rimangono ancora dei rischi significativi e le azioni dei politici potrebbero essere inferiori rispetto alle aspettative. Sembra, però, che il cambio di dialettica abbia già reso gli investitori più fiduciosi nei confronti della Cina. La stessa LGIM è diventata un po’ più costruttiva, alzando le previsioni di crescita al 4,8%, rispetto al precedente 4,2%. Forse non è più necessario sottopesare le azioni cinesi.

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