Evoluzione del mercato secondario: da nicchia a mainstream
Il mercato secondario dei private market, che affonda le radici nel lontano 1979, un tempo era considerato una nicchia all’interno del panorama degli investimenti privati, oggi invece si rivela un settore fiorente con scambi che superano i 100 miliardi di dollari all’anno. Uno sviluppo che riflette sia un aumento del volume delle transazioni sia una maggiore sofisticazione e diversificazione.
Il fulcro dell’investimento in private equity risiede nei fondi chiusi, spesso con durate che eccedono i dieci anni. Per gli investitori che cercano vie di uscita prima della scadenza, il mercato secondario offre vitalità e liquidità, trasformandosi così in un ecosistema vibrante per la gestione strategica del portafoglio.
Come sottolinea Paule Ansoleaga Abascal, Managing Director Italy di Arcano Partners, dal 2008 a oggi, il segmento è quintuplicato, diventando una componente indispensabile nel comparto del private equity. Le scelte di investimento nel mercato secondario, infatti, permettono non solo uscite mirate ma anche estensioni dei periodi di investimento, ottimizzando i risultati per le società in portafoglio.
Ma quali sono i benefici di investire nel mercato secondario? “Visibilità immediata sugli investimenti, mitigazione dell’effetto J-curve e una maggiore diversificazione, con tempi di uscita ridotti”, ha elencato Ansoleaga Abascal, aggiungendo che “tali vantaggi si traducono in potenziali rendimenti comparabili a quelli del private equity tradizionale, ma con rischi e tempi ridotti”.
Una strategia d’investimento che potrebbe rivelarsi vincente in questa fase economica, nonostante l’andamento dei mercati non quotati nell’ultimo biennio.
Prospettive future del mercato secondario
“Eccetto per il 2022 e il 2023, i private market sono cresciuti molto negli ultimi dodici anni, ma la musica non si è fermata, il volume è solo più basso”, ha spiegato Abascal, precisando che “inflazione, tassi d’interesse più elevati, incertezza geopolitica e macroeconomica hanno fatto sì che gli exit per i gestori di private equity siano diventati più difficili. Crediamo sia un trend destinato a continuare quest’anno, dal momento che le operazioni di IPO e M&A saranno più selettive rispetto al 2021; in questo modo, il secondario diventa una fonte alternativa di liquidità valida e sana, sia per i Limited partner sia per i General partner”.
Quali previsioni quindi per i prossimi anni? Arcano prevede un volume di secondario sano, non solo nel 2024. “I mercati privati oggi pesano 10mila miliardi e solo la strategia buy out ne vale 3mila” ha continuato Abascal “su 26mila società, il 25% si trova in una fase matura, si tratta di aziende a pochi anni dalla vendita, idonee quindi per affrontare transazioni secondarie”. “La necessità di una gestione esperta non è mai stata così evidente”, ha concluso e “Arcano Partners, che segue operazioni nel secondario dal 2009, si posiziona come un partner ideale per coloro che cercano di esplorare tali opportunità”.