La vignetta singola più costosa di tutti i tempi
Comparsa su tazze, magliette, opere teatrali. Un’icona dell’immaginario collettivo. Non si sta parlando della compianta regina Elisabetta II, ma di una fortunata vignetta del New Yorker, opera del disegnatore americano Peter Steiner (1940, Cincinnati, Ohio, Usa), quella raffigurante un simpatico cane alla scrivania alle prese con la tastiera di un personal computer mentre dice a un “collega”: «Su internet, nessuno sa che sei un cane» (on the internet, nobody knows you’re a dog). Una frase che è fulminante summa di tutta la stagione umana e tecnologica che si sarebbe aperta nei decenni successivi. Era il 5 luglio 1993, una data che oggi appare quasi preistorica. Mancavano alla nascita di Facebook ancora 11 anni, 17 a quella di Instagram. Il fax imperversava come mezzo veloce e moderno per le comunicazioni più urgenti. E oggi, 30 anni dopo, quella vignetta è stata aggiudicata in asta il 6 ottobre 2023 per 175.000 dollari, il prezzo più alto mai pagato per un singolo comic. A segnare il record, la casa d’aste Heritage Auctions (di Dallas), avvezza a battere questo tipo di collezionabili (nel 2018 aveva registrato 58 milioni di incassi per la sola divisione fumetti). Del resto, la benedizione era arrivata anche dal New York Times quando scriveva che l’immagine «ha catturato lo spirito di Internet».
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“On the Internet, nobody knows you’re a dog”: un mantra contro la sindrome dell’impostore
Ma per Peter Steiner quella vignetta ha una valenza ancora più profonda, come emerge dalle sue dichiarazioni prestate alla Heritage Auctions. L’autore ha ammesso che non era sua intenzione catturare l’essenza di Internet: «Si trattava della mia sensazione di averla fatta franca». Una genialità inconsapevole? Forse. All’indomani del record d’asta della sua vignetta, il disegnatore ha infatti dichiarato: «Mi sono reso conto che il fumetto è autobiografico e che riguarda l’essere o il sentirsi un impostore (in psicologia la cosiddetta sindrome dell’impostore, la sensazione di essere “per errore” nella posizione in cui si è, ndr). Ho avuto diverse carriere precarie e in ognuna di esse mi sono sentito un po’ un impostore. Credo che molte persone abbiano questa sindrome, la sensazione di aver ingannato tutti: “Pensano che io sappia quello che faccio e che sia bravo”. Quindi per me, questa mattina, è stata una rivelazione interessante» l’aver saputo del record.
Peter Steiner, il New Yorker, le vignette, Bill Gates
Per inciso, Peter Steiner ha contribuito con più di 400 vignette alle edizioni del New Yorker, oltre che ad altre riviste come Saturday Review e National Lampoon. Ha poi intrapreso una carriera di un certo successo anche come pittore e autore di romanzi di spionaggio. Ma questa immagine resta il suo lavoro simbolo, la sua “Gioconda”, quella che lo rende riconoscibile come artista e come creativo. Aspetto riconosciuto ironicamente anche dal suo caporedattore, il responsabile dei fumetti del New Yorker, Robert Mankoff: «Peter ha fatto centinaia di vignette – vignette meravigliose. Ma la gente se ne ricorda poche, quindi sappiamo entrambi quale vignetta sarà nei nostri necrologi». Una curiosità: Bill Gates pagò 200 dollari per far stampare l’immagine nel suo libro del 1995, The Road Ahead, sulla rivoluzione che la diffusione dei personal computer avrebbe compiuto.
In definitiva, un altro bel colpo per la Heritage Auctions, nota ai lettori di We Wealth per molte imprese epiche, come l’asta del “tesoro delle Montagne Rocciose” (il tesoro di Forrest Fenn, antiquario texano nato nel 1930 e defunto nel 2020). Oppure la figurina del giocatore di baseball Mickey Mantle, capace di incassare la sorprendente cifra di 12,6 milioni di dollari da Heritage Auctions (Dallas), divenendo il cimelio sportivo più costoso di tutti i tempi. Guardando al mercato dei fumetti da collezione nel complesso, a oggi (2023) il fumetto più costoso di tutti i tempi è una copia di “Superman #1”: qualcuno ha pagato 5,30 milioni di dollari per aggiudicarsela.