“Oggi assistiamo sempre più ad una convergenza di interessi tra investimenti sostenibili e sostegno all’economia reale. Si tratta di due argomenti che non possono più essere divisi tra loro e che guideranno il futuro del mondo del risparmio” (Maria Ameli)
“In Italia potremmo assistere ad un 2021 di grande accelerazione per questa tendenza, grazie agli incentivi fiscali a sostegno dell’economia reale che introducono un ulteriore vantaggio di facile e immediata misurazione per aumentare fortemente la competitività di questa tipologia di investimenti” (Andrea Pastorelli)
Percorso che potrebbe contare anche sul traino del regolatore per diventare sempre più d’appeal per la clientela retail. Proprio in queste settimane è infatti in discussione al Senato un provvedimento che punta a introdurre un credito d’imposta per le eventuali perdite di investimenti fatti in pmi innovative attraverso i pir alternativi. Un aiuto concreto per attirare i risparmiatori che comunque si stanno già dimostrando particolarmente interessati a strumenti di questo tipo. Non a caso, nel 2020 gli investimenti in economia reale hanno conosciuto un vero e proprio boom grazie alle prospettive di rendimento più alte rispetto ad altre asset class più tradizionali e al ruolo sociale che possono ricoprire in aiuto dei sistemi produttivi dei singoli Paesi colpiti dalla pandemia. Uno scenario che sembra destinato a proseguire, come conferma anche Andrea Pastorelli, amministratore delegato di 8a+ Investimenti che ha guidato l’ingresso di Banca Generali in Treedom: “Siamo di fronte ad un macro-trend che determinerà un circolo virtuoso per le economie nazionali, con notevoli vantaggi per tutte le parti coinvolte: da un lato per i patrimoni degli investitori, che nei cosiddetti private markets trovano accesso a rendimenti più interessanti, dall’altro per il tessuto imprenditoriale che troverà migliore accesso alle fonti di finanziamento per sostenere e rafforzare i propri percorsi di crescita. In particolare in Italia potremmo assistere ad un 2021 di grande accelerazione per questa tendenza, grazie agli incentivi fiscali a sostegno dell’economia reale che introducono un ulteriore vantaggio di facile e immediata misurazione per aumentare fortemente la competitività di questa tipologia di investimenti”.
In questo scenario, l’unico freno alla diffusione di questi strumenti nel campo retail sembrerebbe dunque legato all’orizzonte di medio-lungo periodo del quale hanno bisogno per esprimere al massimo il loro potenziale. Condizione che potrebbe frenare molti investitori in un contesto pandemico come quello che stiamo ancora vivendo. “L’allungamento dell’orizzonte temporale degli investimenti è una condizione che si era presentata già prima dell’arrivo della pandemia, a causa di uno scenario di tassi reali negativi che gioco forza induceva a cercare rendimenti su investimenti di durata più lunga”, commenta ancora Pastorelli, che aggiunge: “ In questo ambito, però, l’educazione finanziaria che i consulenti finanziari offrono agli investitori è fondamentale per far comprendere chiaramente opportunità e caratteristiche delle nuove forme di investimento. Il ruolo del produttore in questo passaggio evolutivo delle scelte di investimento di consulenti e investitori deve avere come obiettivo primario quello di supportare entrambi con una comunicazione chiara, precisa e seria, dove trasparenza e narrativa sulle scelte di investimento saranno importanti per far comprendere l’attività di gestione e le dinamiche di prodotto, a tutto vantaggio della fidelizzazione degli investitori”.