Lucio Soso, lead portfolio manager di BB Global Macro Bellevue Funds, a margine dell’evento organizzato da Fund Scouting & Advisory, ha spiegato a We Wealth quali potrebbero essere le incertezze per il 2020
I tassi negativi non fanno bene all’economia. La Bce continua questa politica perché vuole salvare l’euro
La politica che dunque sta portando avanti la Banca centrale europea (Bce) dei tassi negativi non è un progetto sostenibile nel lungo periodo. E dunque perché si sta puntando tanto su questi? il motivo è uno solo: salvare l’euro.
“Tenendo i tassi negativi si vuole obbligare la gente a investire” spiega Soso. Ma nel lungo periodo c’è il pericolo che le banche ne risentano di questo approccio e si chiudano sempre di più. Il rischio è che dunque si vadano a comprimere gli investimenti, al posto che favorirli.
E il motivo principe che sta dietro a questo è “salvare l’euro”. Anche perché, sottolinea Soso, si possono avere tassi al 2% e fare lo stesso il quantitative easing.
In Ue la scelta dei tassi negativi è quindi tutta da ricollegare alla sopravvivenza della moneta unica. Se questa dovesse crollare cederebbe anche la Bce. E dunque, il problema dei tassi negativi non è di poco conto, soprattutto nell’eurozona.
Ma a rendere la situazione ancor più cupa ci pensano le tensioni commerciali tra Cina e Usa e la Brexit. Il 2019 è stato infatti un anno di attese. Il 2020 potrebbe dunque essere l’anno delle svolte (e delle incognite). Le tensioni tra Usa e Cina hanno fatto male all’economia nel 2019, ma la situazione potrebbe precipitare ancora di più. E la Brexit da fine ottobre ha visto la sua scadenza spostarsi ancora in avanti. Insomma, un tira e molla infinito che riconduce la resa dei conti all’anno nuovo.
Se a queste incertezze si aggiunge l’ascesa sempre più forte dei populismi il quadro è completo. Questi vengono infatti percepiti come un segno di chiusura per l’economia, sottolinea Soso. Il richiudersi verso di sé danneggia dunque gli scambi ma al tempo stesso potrebbe esserci uno spiraglio di luce. Il tornare ad avere una visione più europa-centrica potrebbe infatti far ritrovare quelle radici che da tempo tutti i paesi membri (e sopratutto l’Italia) hanno perso.