Morgan Stanley: ancora più fiducia in una ripresa a V

Virginia Bizzarri
Virginia Bizzarri
15.6.2020
Tempo di lettura: 7'
Gli economisti di Morgan Stanley sono sempre più convinti che la recessione attuale sarà più acuta ma allo stesso tempo più breve rispetto a quella del 2008

Gli economisti di Morgan Stanley confermano le loro previsioni su una ripresa a “V”

Secondo la banca d'affari americana l'attività economica globale tornerà ai livelli di pre-covid entro il quarto trimestre 2020

Alla luce dei dati incoraggianti sulla crescita globale e delle misure politiche messe in atto, una ripresa a V è sempre più probabile. Questa la view degli economisti di Morgan Stanley, che si dicono sempre più “fiduciosi” in una recessione più acuta ma breve di quella del 2008, rispetto alle loro previsioni iniziali. Lo si legge nel "Global Mid-Year Macro Outlook".
Secondo la banca d'affari americana, l'economia globale è già entrata in un nuovo ciclo di espansione e l'attività economica tornerà ai livelli pre-covid tra il quarto trimestre 2020 e il quarto trimestre 2021. “Una moltitudine di indicatori macroeconomici indica che la ripresa è già in corso da maggio e ha guadagnato ulteriore slancio all'inizio di giugno” si legge nel report. Nello specifico, Morgan Stanley prevede che il pil globale subirà una flessione dell'8,6% su base annua nel secondo trimestre per poi risalire al 3% entro il primo trimestre del 2021.
Sono tre, a detta degli economisti, i motivi principali che indicano che la recessione sarà acuta ma breve:

  • Non si tratta di uno shock endogeno scatenato da enormi squilibri;

  • Le pressioni di deleveraging (ndr, alleggerimento del debito) saranno più moderate;

  • Il sostegno politico alla crisi è stato decisivo, consistente e sarà efficace nello stimolare la ripresa


Su questo ultimo punto, gli economisti ritengono che i policymaker non allenteranno le misure di sostegno all'economia nel breve termine, con un orientamento che rimarrà accomodante sul fronte della politica monetaria da parte delle banche centrali e un ulteriore sostegno fiscale negli Stati Uniti. Questo alla luce dell'“elevato tasso di disoccupazione e dell'impatto sproporzionato (ndr, della crisi del coronavirus) sulle famiglie a basso reddito”.

Secondo Morgan Stanley, l'evoluzione della pandemia e lo sviluppo del vaccino sono le due variabili chiave che determineranno il percorso della ripresa. “Nel nostro scenario base – scrivono gli economisti, facendo riferimento alla prospettiva di un vaccino ampiamente disponibile entro l'estate del 2021 – ipotizziamo che entro l'autunno si verificherà una seconda ondata di contagi, ma che questa sarà gestibile e comporterà lockdown circoscritti”.

C'è da dire che, come ricorda Bloomberg in un articolo, non tutti sono così ottimisti: la view di Morgan Stanley è in contrasto con outlook più conservativi come quello del Fondo monetario internazionale. Gita Gopinath, capo economista dell'Fmi, nel corso di un recente intervento sulle prospettive per l'economia globale ha parlato infatti di una "profonda incertezza" sulla ripresa, che si prospetta più lenta del previsto.

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