L’inflazione rimarrà elevata, a livelli più alti di quanto precedentemente previsto, e la crescita, almeno quella a più breve termine, sarà compromessa. Un quadro macroeconomico dunque non proprio roseo quello emerso dall’ultima Survey of Professional Forecasters, sondaggio trimestrale condotto dalla Banca centrale europea, salvo per i dati sull’occupazione.
Inflazione su
In particolare, gli intervistati hanno rivisto al rialzo le loro aspettative di inflazione per tutti gli orizzonti. Per il 2022, il 2023 e il 2024, queste si attestano rispettivamente al 7,3%, al 3,6% e al 2,1%, con un aumento di 1,3, 1,2 e 0,2 punti percentuali rispetto all’indagine precedente. Secondo gli intervistati, le revisioni al rialzo riflettono principalmente l’aumento dei prezzi dell’energia e dei generi alimentari, ma anche la trasmissione più forte del previsto degli aumenti dei costi dei fattori produttivi. Le aspettative di inflazione a lungo termine (per il 2027) si sono attestate in media al 2,2%, riviste al rialzo di altri 0,1 punti percentuali.
Crescita giù
Al contrario, le aspettative di crescita del pil reale sono state riviste al ribasso a partire dal secondo trimestre del 2022 e per il 2023, ma sono rimaste invariate per il 2024. Gli intervistati hanno evidenziato come risultato più forte del previsto nel primo trimestre del 2022 ha ampiamente compensato la dinamica più debole prevista per gli altri trimestri. Secondo gli intervistati, i principali fattori che contribuiscono all’indebolimento delle prospettive di crescita sono l’intensificarsi delle pressioni sui prezzi dell’energia, l’inasprimento della politica monetaria a livello mondiale e l’effetto dell’inflazione sul potere d’acquisto delle famiglie.
Inoltre gli intervistati hanno osservato che, sebbene le strozzature della catena di approvvigionamento legate alla crisi pandemica si siano in parte attenuate, esse continuano ad agire da freno sull’economia globale. Per contro, le misure fiscali contro l’aumento dei prezzi dell’energia hanno attenuato in una certa misura lo shock dei prezzi energetici e anche gli effetti della riapertura dell’economia hanno avuto un effetto positivo.
Migliora l’occupazione
Nonostante le revisioni al ribasso delle previsioni di crescita del pil, le aspettative sul tasso di disoccupazione sono state nuovamente riviste al ribasso per tutti gli orizzonti. Gli intervistati prevedono un calo del tasso di disoccupazione dal 6,7% nel 2022 al 6,4% nel 2027. Le aspettative di disoccupazione a lungo termine sono al livello più basso nella storia dell’SPF della BCE, iniziata nel 1999.