Fed da manuale, si prosegue con un rialzo da 25 punti base: e ora?

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L'inflazione di fondo ancora in aumento ha avuto la meglio nel bilanciare la scelta del Fomc, in attesa di una possibile pausa al prossimo giro

Considerando il cambiamento della dichiarazione del Fomc, i mercati stanno prezzando in larga maggioranza che il prossimo giugno la Federal Reserve non alzerà i tassi

Jay Powell ha lasciato la porta aperta a possibili ulteriori rialzi, ma ha sottolineato come il nuovo approccio del Fomc sia diventato più dipendente dai dati e "meeting by meeting"

La Federal Reserve ha deciso di aumentare i tassi d'interesse di altri 25 punti base, mantenendo il passo della precedente riunione e portando il range al 5-5,25%. La mossa, varata con voto unanime, è quella che la maggioranza degli analisti aveva previsto alla vigilia, mentre le scelte che seguiranno risultano di più difficile interpretazione. Nel nuovo comunicato, il Fomc ha limato il suo linguaggio in modo tale da non affermare più che nuovi rialzi sono già "anticipati" dal comitato: ci si è limitati a descrivere le condizioni realizzate le quali nuovi interventi "potrebbero essere appropriati". 


“Decisioni su una pausa [nei rialzi dei tassi] non sono state prese oggi”, ma il cambiamento nel comunicato, che non più anticipa più nuovi rialzi in modo esplicito “è un cambiamento significativo”, ha dichiarato Powell in conferenza stampa, sottolineando come da qui in avanti le decisioni saranno prese riunione per riunione. In seguito, il presidente della Fed ha dichiarato che fra i membri del comitato c'è stata una discussione sull'eventualità di una pausa e che dai verbali emergerà la sensazione che il momento in cui tassi potranno fermarsi si è avvicinato. 


Da un lato, la forza dell'economia e la persistenza dell'inflazione di fondo potrebbero spingere il presidente Jerome Powell e i suoi colleghi a perseverare con i rialzi (uno o più). Al contrario, i timori sul flusso del credito per l'economia, già attenuatosi a causa della crisi di fiducia innescata da Svb, potrebbero incoraggiare la Fed a prendersi una pausa. Gli economisti della Fed, in una riunione dello scorso marzo hanno previsto che le vicende bancarie potranno contribuire a una “moderata recessione” nel corso dell'anno. Dopo Svb e Signature, il 1° è saltata anche First Republic, costringendo un intervento di emergenza del Fdic. La previsione su una "recessione moderata" emersa dai verbali della precedente riunione è rimasta generalmente simile anche nell'ultimo meeting ha dichiarato Powell. 


In questo secondo scenario, una pausa sui rialzi dei tassi sarebbe coerente con l'obiettivo di evitare un rialzo eccessivo, che possa peggiorare l'eventuale contraccolpo sull'economia che i tassi d'interesse tipicamente producono, anche se non immediatamente. Considerando il cambiamento della dichiarazione del Fomc, i mercati stanno prezzando in larga maggioranza che il prossimo giugno la Federal Reserve non alzerà i tassi. 

La reazione del mercato azionario è stata moderatamente positiva, estendendo leggermente i guadagni della seduta, in particolare il Nasdaq Composite è salito dello 0,3% durante la conferenza stampa di Powell. 


“Il sistema bancario statunitense è solido e resistente”, ha affermato il Fomc nel suo comunicato, “le condizioni di credito più rigide per le famiglie e le imprese probabilmente peseranno sull'attività economica, sulle assunzioni e sull'inflazione. L'entità di questi di questi effetti rimane incerta”.  

Powell ha ammesso che la situazione delle banche e il restringimento delle condizioni di credito hanno creato le condizioni per affermare che i tassi saliranno meno di quanto non sarebbe stato necessario se lo stress emerso nelle ultime settimane non si fosse osservato. In modo più chiaro, Powell ha affermato che la possibilità che il Fomc proceda a tagliare i tassi già nel 2023 "non è nelle previsioni", anche se un certo numero di trader scommette che possa accadere già a settembre. 


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Il quadro dei prezzi e dell'occupazione Usa

La decisione di oggi è stata preceduta da una lettura ancora solida dell'indice ISM sui servizi, che è passato da 51,2 a 51,9 punti ad aprile (un dato sopra 50 indica un'espansione attesa per il business). La solidità della domanda attesa dai direttori degli acquisti può indicare un rallentamento economico più soft e un percorso meno rapido per il rientro dell'inflazione. Ad aprile la stima del Census Bureau ha indicato un'inflazione al consumo al 5%, in calo sul mese precedente dello 0,1% grazie soprattutto a prezzi energetici più contenuti (-3,5%). L'inflazione di fondo, però, si è mantenuta in rialzo mensile dello 0,4% al 5,6% annuo.


I dati sul mercato del lavoro pubblicati dall'Adp, inoltre, hanno confermato come l'economia americana abbia aggiunto altri 296mila posti di lavoro ad aprile, dopo i 142mila di marzo, grazie alle assunzioni nei settori legati al tempo libero e nell'alberghiero. Venerdì sarà il turno del dato occupazionale americano più seguito dagli economisti, relativo ai non farm payroll. Per il momento, ha affermato Powell, le condizioni del mercato del lavoro hanno condotto l'aumento dei salari a un tasso di crescita "un paio di punti percentuali al di sopra di quello che sarebbe coerente con l'obiettivo" di inflazione al 2%.  

Responsabile per l'area macroeonomica e assicurativa. Giornalista professionista, è laureato in Linguaggi dei media e diplomato in Giornalismo all'Università Cattolica

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