Per il 39% degli intervistati il passaggio generazionale potrà rappresentare un fattore di stress e rischio
Per il 35% invece la continua crescita senza controllo dei fattori legati alla globalizzazione
Ma nel caso in cui l’imprenditore non dovesse cogliere queste sfide e comportarsi in modo tradizionale come nel periodo pre-Covid, cosa succederebbe?
Il report evidenzia come si potrebbe realizzare una diminuzione delle azioni (25%) e una perdita dei clienti (25%). Oltre a danni sugli asset intangibili dell’azienda (la motivazione tra i propri dipendenti, la scarpa capacità di tenere i talenti, un calo nella qualità dei prodotti). A questo si aggiungerebbe poi anche la componente finanziaria. E dunque una flessione economica (37%), minacce informatiche (34%), chiusura o sospensione delle attività (28%). Questi gli eventi più temute e le conseguenze che i manager intervistati temono.
Altro aspetto che molto spesso non è capito dagli imprenditori, o viene distorto dagli stessi è la leadership. Il 62% ritiene che la credibilità della società coincida con quella del suo capo. Mentre l’85% pensa che avere un manager esposto mediaticamente aumenti il rischio reputazionale.
Ma dunque come gestire o anticipare la nascita di questi rischi?
Secondo il report un passo fondamenta e nominare un risk manager nel board della aziende. Tasto dolente, dato che in Europa solo il 22% degli intervistati ha dichiarato di aver un risk manager di livello-C, contro il 46% dell’area Asia-Pacifico.
Altra modalità potrebbe invece essere quella di cambiare strategia, passando da un approccio reattivo a quello proattivo. Il 58%ritiene, infatti, che prevenire sia più efficace che reagire, mentre il 18% è convinto che quello che conta sia l’azione di risposta alla crisi. In questo senso, il 45% dei manager considera la strategia della propria azienda come proattiva mentre il 35% reattiva. Ma attenzione perché solamente 1 manager su 5 ha definito la propria organizzazione come estremamente proattiva. Ma le cattive notizie non finisco qua perché Dei 500 manager C-level intervistati da Bdo, 300 si trovano nell’area Emea e solo il 45% ritiene che le proprie aziende siano in grado di avere un approccio proattivo rispetto alle situazioni di crisi. Il 36% ammette di adottare un approccio reattivo, E IL 57% vede nella preparazione di una potenziale crisi lo strumento più efficace per ridurre al minimo i danni.