L’Msci World contiene oltre 1.500 società quotate sui listini di Nord America, Europa e Asia Pacifico, in grado di offrire una panoramica completa e diversificata dell’economia globale che lo rende uno strumento fondamentale per i risparmiatori desiderosi di diversificare il loro portafoglio, riducendo il rischio associato all’investimento in un singolo mercato o settore
Si tratta di una soluzione estremamente facile da acquistare: l’Msci World è usato come benchmark da numerosi fondi di investimento ed Etf e la sua composizione dinamica, dato che viene ribilanciato due volte l’anno
Per scegliere il prodotto di investimento più adatto al proprio portafoglio può essere utile l’aiuto di un consulente esperto
Si possono acquistare azioni delle principali società mondiali pur avendo poca esperienza e un piccolo capitale? Per farlo (e bene) basta puntare su un prodotto finanziario basato sul MSCI World, l’indice azionario di riferimento dei mercati sviluppati globali che rappresenta circa l’85% della capitalizzazione di mercato nei paesi avanzati.
Uno strumento prezioso, che incorpora le blue chip quotate sulle maggiori borse valori di Nord America, Europa e Asia Pacifico. Si tratta di oltre 1.500 società quotate sui listini di 23 paesi, in grado di offrire una panoramica completa e diversificata dell’economia globale che lo rende uno strumento fondamentale per i risparmiatori desiderosi di diversificare il loro portafoglio, riducendo il rischio associato all’investimento in un singolo mercato o settore. Inoltre, è una rappresentazione dinamica delle grandi aziende dei paesi sviluppati.
A questo s’aggiunge la facilità d’acquisto – l’MSCI World è usato come benchmark da numerosi fondi di investimento ed Etf (Exchange traded funds) – e la sua composizione dinamica, dato che viene ribilanciato due volte l’anno.
Le sue caratteristiche principali
Ma proviamo a conoscere meglio questo strumento. L’ MSCI World è un indice cap weighted, ovvero ponderato in base alla capitalizzazione di mercato, per cui i titoli delle società più grandi ottengono un peso più elevato nell’indice. Il perché è abbastanza intuitivo, visto che le aziende a grande capitalizzazione hanno un impatto maggiore sull’economia rispetto alle medie e piccole. Quindi non deve meravigliare che tra i titoli più “pesanti” del MSCI World ci siano big come Apple, Microsoft, Amazon, Nvidia (2%), Alphabet, Tesla e Meta. E che il paese più rappresentato siano gli Stati Uniti con il settore tecnologico a farla da padrone. Andando ancor più in profondità, l’America vale il 70,07% dell’indice, seguita dal Giappone (6,10%), dal Regno Unito (3,99%), dalla Francia (3,25%), dal Canada (3,14%), mentre il resto del mondo pesa il 13,44%. A livello settoriale, come detto, la tecnologia si attesta al 23,12% del Msci World, seguita da finanza (15,08%), salute (12,20%), consumi discrezionali (10,84%), industria (10,83%) e servizi per telecomunicazioni (7,18%).
Perché averlo in portafoglio
Già da come è costituito si capisce perché questo indice è il punto di riferimento ideale per tutti i risparmiatori, ma soprattutto per quelli più giovani che vogliono costruirsi una rendita crescente avendo a disposizione un orizzonte temporale di lungo periodo.
L’MSCI World è comunque un punto di forza di qualsiasi portafoglio ben strutturato e questo grazie alla sua performance pari a circa il 12,70% all’anno nell’ultimo decennio. Certo, le performance passate non sono garanzia di quelle future, ma il +11% annualizzato dell’indice dagli anni 70 a oggi testimonia come l’investimento azionario nel lungo termine sia una scelta vincente per tutti gli investitori.
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La volatilità storica
Ma il MSCI World ha anche dei punti di debolezza, primo tra tutti la forte volatilità in caso di crisi dei mercati azionari. La battuta d’arresto più pesante è stata quella del 2008, innescata dal fallimento di Lehman Brothers, quando perse il 40% del suo valore, ma anche nel 2023 si sono registrate fluttuazioni negative.
Tra metà settembre e fine ottobre il valore del maggiore Etf MSCI World è sceso del 6%: l’indice, infatti, ha registrato un rendimento negativo per tre mesi consecutivi con un -1% ad agosto, un -1,8% a settembre e un -3,1% a ottobre.
Un rischio importante, ma fisiologico per il mercato azionario. Motivo per cui, il risparmiatore che non è disposto ad accettare una volatilità media del 20% annuo farà bene a pensare di affiancarlo a uno obbligazionario.
La concentrazione è eccessiva?
Un altro elemento da considerare prima d’investire è che, come detto prima, il comparto tech ha un peso preponderante nell’indice. Questo, per i detrattori, significa poca diversificazione, ma vuol dire anche che l’MSCI World Index è un prodotto “vivo”, che riflette il settore trainante dell’economia globale in quel determinato periodo storico. Una dinamicità che diventa un vantaggio perché se si tiene in portafoglio per lungo tempo un prodotto indicizzato a questo indice si ottiene una rotazione settoriale automatica.
Un’altra critica che viene mossa è l’eccessiva dipendenza del MSCI World dagli Stati Uniti, per cui investire attraverso questo indice può far perdere opportunità sull’azionario dei mercati emergenti che però, essendo piazze finanziarie più volatili, possono essere introdotte acquistando Etf specializzati.