In Italia l’industria pesante è il cashmere
Lunedì 18 dicembre il titolo Brunello Cucinelli è entrato nell’indice principale di Borsa Italiana, l’Ftse Mib, ossia quello delle 40 società a maggiore capitalizzazione di Piazza Affari. Con una capitalizzazione pari a 5,7 miliardi di euro, la casa del cachemire più pregiato prende il posto di Cnh Industrial, in delisting dal 2 gennaio 2024.
A distanza di poco più di due anni dalla sua quotazione, l’azienda dell’imprenditore illuminato Brunello Cucinelli non arresta la sua corsa, finanziaria e di sviluppo. Nel 2022 ha lambito i 920 milioni di euro di ricavi; ha annunciato l’apertura di un nuovo stabilimento a Penne nel 2025. Per il 2023 la società prevede di incrementare il fatturato fra il 22% e il 23% (valore aggiornato rispetto alle precedenti previsioni del 20%-22%) arrivando quindi a superare il miliardo di euro di ricavi (1,1 miliardi di euro).
Sempre stando ai dati diramati dalla società con «visibilità concreta», per il 2024 e il 2025 i ricavi dovrebbero crescere di un ulteriore 10% annuo. È la quinta volta in un anno che Cucinelli aggiorna le aspettative per l’esercizio in corso (l’ultima in occasione del rilascio dei risultati del terzo trimestre a ottobre 2023), lasciando i concorrenti nella polvere: il resto del settore lusso sta per lo più scontando una normalizzazione della domanda, in contrazione dopo l’euforia post covid, con conseguente calo del consenso finanziario.
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L’eccezione di Cucinelli del settore del luxury fashion
Secondo gli analisti di BofA, la straordinaria capacità di resistenza di Cucinelli in un contesto di rallentamento del settore può essere attribuita alla sua rigorosa aderenza ai propri principi legati esclusività: la base clienti di Brunello Cucinelli ammonta a soli 400.000 individui in tutto il mondo.
Nel ribadire il rating Buy, gli analisti ridefiniscono al rialzo le loro previsioni di ebit per il triennio 2023-2025 del 2-4%, al 3-5% rispetto al consenso.
Premiano «la costanza dei risultati
Cucinelli», ritenendola meritevole di essere scambiata a un premio del 110% rispetto al settore.
BofA aumenta l’OP a 95 euro, con un potenziale di rialzo del 15% grazie alla forza delle contrattazioni di ottobre, novembre e delle prime due settimane di dicembre, lasso di tempo in cui Cucinelli ha osservato uno sviluppo molto positivo delle vendite, con una crescita a due cifre nelle vendite al dettaglio e a una cifra media nell’ingrosso.
Il marchio non vede alcun rallentamento nella domanda europea o statunitense per le sue collezioni. Si prevede che alla fine del quarto trimestre 2023 le vendite saranno cresciute del 14%, con un’accelerazione di 710 punti base sul tasso di crescita annuo composto a 4 anni (il termine di paragone è il terzo trimestre 2023). Si rileva inoltre che l’azienda ha già acquisito tutti gli ordini per le collezioni primavera-estate 2024, chiudendo una eccellente campagna vendite autunno-inverno, capace da sola di generare oltre un terzo delle vendite annuali. Anche grazie al costante aumento delle vendite, la marginalità continua e continuerà a espandersi. Nell’ultimo anno le quotazioni dell’azienda sono salite del 19% a circa 75 euro per azione; nell’ultimo quinquennio il titolo ha messo a segno un rialzo del 150%.