L’oro rappresenta la scelta per antonomasia. Negli ultimi anni, tuttavia, è aumentato l’interesse anche nei confronti dell’argento, del platino e del palladio.
La guerra in Medio Oriente ha portato a nuova volatilità sui mercati e alla corsa degli operatori finanziari verso beni rifugio. Un movimento usuale quando i mercati sono stressati da eventi imprevisti e gravi. Solitamente il dollaro Usa, l’oro, il petrolio, alcune valute e i titoli di Stato. Ma non mancano i riferimenti a asset alternativi come vini, gioielli, orologi, opere d’arte, immobili.
L’investimento in un bene rifugio risponde a un’esigenza di protezione in una fase di recessione economica, di crisi finanziaria e di forte instabilità dei prezzi. E dovrebbe proteggere il nostro investimento da eccessivi deprezzamenti.
Dall’inglese “safe heaven”, fa riferimento a una particolare classe di asset a cui il mercato attribuisce un valore intrinseco stabile, che risente poco o nulla delle crisi di mercato.
Beni materiali e intangibili
La prima grande categoria di beni rifugio è costituita da quelli materiali: oro, beni immobili, materie prime, fonti energetiche (ad eccezione del petrolio, che merita un discorso a sé). In questo caso, il loro valore intrinseco è legato alla loro limitata disponibilità (come nel caso dell’oro) o al fatto che sono ritenuti indispensabili (come nel caso di derrate alimentari o appartamenti).
Alla seconda categoria appartengono invece beni intangibili, come titoli di Stato, valute o azioni dei comparti essenziali. Il valore di questi beni, al contrario, dipende dal forte potere rassicurante che hanno sugli investitori. Gli esempi più canonici sono quello del dollaro Usa, dello yen e del franco svizzero nel comparto valutario, dei Btp, dei Bund tedeschi e dei Treasury Usa tra le obbligazioni, o le azioni su beni cosiddetti anticiclici.
Nessuno può garantire che un bene che si sia dimostrato un valido rifugio in passato si riconfermi tale, e come qualsiasi altro investimento, anche quello nei beni rifugio va valutato con attenzione.
In tempi di guerra
In questa fase sono da premiare i titoli della difesa, gli energetici, l’oro e il dollaro.
L’oro è storicamente “il bene rifugio”, ma altri possibili investimenti riguardano anche i buoni del Tesoro, che offrono un rendimento certo e costante nel tempo; così come gli Eft che sono fondi che replicano un particolare indice di Borsa e che possono essere comprati e venduti proprio come un normale titolo. Sono poco rischiosi e garantiscono rendimenti costanti. Si possono anche considerare i piani di Accumulo che attenuano le oscillazioni di mercato.
Se accanto alla protezione si è anche alla ricerca di un rendimento non c’è dubbio che in questa fase di mercato siano due i beni rifugio su cui puntare: oro e metalli preziosi. Tra tutti, l’oro rappresenta la scelta per antonomasia. Negli ultimi anni, tuttavia, è aumentato l’interesse anche nei confronti dell’argento, del platino e del palladio
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Le azioni non sono un tabù
Le azioni possono rientrare nella casistica del bene rifugio ma solo nel caso delle cosiddette azioni difensive, quelle che subiscono in misura minore le oscillazioni delle fasi economiche. Le cosiddette azioni value sono titoli azionari selezionati tra quelli con performance negative nel recente passato, ma legate ad aziende e a business considerati solidi. Possono essere una scelta di carattere difensivo ma la perdita di valore imprevista non è esclusa.