L’usare siti di scambio peer to peer potrebbe essere un indicatore che si stanno usando le valute digitali in modo sospetto.
Altro elemento che deve destare sospetto è la dimensione della transazione, soprattutto quando l’imposto e la frequenza sono irregolari
L’usare siti di scambio peer to peer potrebbe essere un indicatore che si stanno usando le valute digitali in modo sospetto. Secondo segnale di allarme è il rischio geografico. Chi vuole cercare di dar vita ad operazioni illecite può sfruttare i paesi con misure nazionale deboli o del tutto assenti in campo di criptovalute. E dunque se queste non sono normate diventa più semplice aggirare i sistemi legali per dar vita a metodi non leciti. Altro elemento che deve destare sospetto è la dimensione della transazione, soprattutto quando l’imposto e la frequenza sono irregolari, o comunque non presentano una coerenza con le attività economiche del soggetto che le compie. Anche in questo caso bisognerebbe puntare il fare su questo genere di transazioni e capirne meglio la natura.
Le criptovalute sono spesso usate da chi vuole commettere comportamenti criminali grazie al fatto che danno la possibilità di fare pagamenti veloci e meno costosi. L’anonimato è però un problema. Questa caratteristica di cui sono dotate le valute digitali attira infatti criminali che hanno come obiettivo riciclare denaro derivante da traffico di droga, il contrabbando di beni virtuali e altre attività criminose.
Da aggiungere che come tutti gli strumenti anche le criptovalute possono essere strumentalizzate negativamente così come positivamente. E dunque non è detto che tutti i soggetti che usano le valute digitali siano dei criminali, ma come sottolinea il report del Gafi è bene prestare attenzione ad alcuni campanelli di allarme che posso portare all’individuazione di comportamenti poco leciti. Queste linee guida risultano essere tanto più importanti adesso, visto che stanno nascendo sempre più progetti nazionali di valute digitali (Yuan digitale e diversi progetti da parte di Francia, Usa e Gran Bretagna). E dunque il riuscire a dare delle linee guida generali internazionali per poter evitare comportamenti nocivi, potrebbe aiutare anche nello sviluppo futuro di altre criptovalute.