Henrik, Charlotte, Anders e Oscar. Un poker di discendenti dal bisnonno, fondatore dell’azienda familiare che si appresta a compiere un secolo nel 2026: Duxiana. È il 1924 quando Efraim Ljung, imprenditore svedese del settore dolciario, trovandosi a Chicago, vive una folgorazione imprenditoriale: quella della comodità del letto del suo piccolo albergo. Con un coltellino incide il materasso per carpirne il segreto, scoprendo un sistema di molle molto ben congegnato. Saranno proprio le molle il filo conduttore della sua riuscita avventura imprenditoriale: una volta tornato in Svezia, Efraim investe infatti tutte le sue risorse nella ricerca e sviluppo di sistemi di molle flessibili di diversa resistenza ed elasticità, per poi dare il via, nel 1926, alla sua impresa. Oggi quell’azienda nata da un’intuizione inattesa costituisce un marchio prestigioso del riposo di qualità nel mondo (è leader nel segmento premium comfort sleep).

Valori che da Duxiana metaforicamente racchiudono in sei pilastri: ‘ricerca e sviluppo’, ‘eleganza essenziale’, ‘supporto dinamico’, ‘precisione ingegneristica’, ‘resistenza e durabilità garantite’, ‘sostenibilità certificata’. Noi abbiamo incontrato Oscar Ljung, international sales manager di stanza a Porto, “il quinto figlio della quarta generazione”, ci dice con una punta di orgoglio. “Fra me e il mio fratello maggiore ci sono 13 anni di differenza”.
Duxiana: progettata in Svezia, prodotta in Portogallo
Ogni prodotto Duxiana è ideato e progettato in Svezia, ma realizzato in Portogallo: qui, mentre tutti delocalizzavano fuori dall’Europa, a metà anni ’80 la famiglia inaugurava un importante sito produttivo e logistico, allo scopo di servire al meglio gli oltre 300 negozi di rappresentanza in oltre 30 paesi nel mondo. Esiste già una quinta generazione, ma è decisamente troppo giovane e l’imprenditore sottolinea di “non averci ancora pensato”. Anche se repentinamente fa una riflessione numerica: “Mio padre ha due fratelli, sono tutti e tre figli del mio bisnonno. Quattro di noi cinque figli hanno due figli ciascuno, per un totale di otto persone che arriveranno al prossimo passaggio generazionale. Quello dell’individuazione dei soggetti che saranno operativi nell’azienda di famiglia sarà un tema. Ora però stiamo consolidando il passaggio dalla terza alla quarta generazione”.

La riflessione lascia spazio al pragmatismo svedese, rivelando che in realtà la questione ‘futuro’ è ben ponderata nei piani aziendali: “Non bisognerà essere in troppi a gestire l’impresa, c’è posto per quattro persone alla volta. Daremo ascolto alle diverse inclinazioni delle persone: c’è chi ama i numeri più di altri, per dire. Come mio fratello, che è il cfo. Non abbiamo mai raggiunto un punto di percepito ‘pericolo’ per la nostra azienda. Siamo riusciti a non azzuffarci mai (ridacchia, ndr)”. Poi ricorda che quello del trasferimento intergenerazionale di ricchezza è “un tema trasversale, molto sentito in ogni grande paese del mondo, soprattutto in Italia e in Cina”. A distanza di 100 anni, i materassi Duxiana sono ancora realizzati a mano. Un approccio artigianale che non esclude l’innovazione. Anzi.
Duxiana e la sostenibilità
Come ricordano i ‘pilastri’ aziendali, la ricerca scientifica (sul sonno e le sue dinamiche) è una pietra miliare di questo family business, e negli anni ha guadagnato ai suoi prodotti importanti riconoscimenti dalla comunità scientifica. Così come la sostenibilità ambientale, come si evince dai quattro materiali base della produzione: pino svedese settentrionale a crescita lenta; cotone ad alta titolatura (particolarmente soffice resistente); acciaio svedese ad alta resistenza (ogni Duxiana ha in sé un ‘ricamo’ di tre chilometri di sottilissimi fili d’acciaio) lattice di Hevea brasiliensis, che aumenta la longevità del prodotto, fornendo un sostegno di tipo ideale al corpo umano in tutte le sue misure e consistenze. Chiediamo a Oscar se un’azienda tanto impegnata sul fronte della ricerca e della sostenibilità abbia sentito negli anni la vicinanza del mondo del wealth management e del private banking. La risposta non è positiva, e forse può essere un caveat.
Una critica al (mancato) wealth management
L’imprenditore sottolinea come nella sua esperienza in Svezia le banche si siano “fatte sentire” (come nel 2012-2013) solo quando c’era da richiamare i fondi prestati nei momenti di necessità, aggiungendo con una punta di fierezza che ora l’azienda è “completamente libera” dal supporto finanziario degli istituti di credito. È orgoglioso per quello che sta facendo? “Solo fuori dalla Svezia”, dice sorridendo. “Da noi in Scandinavia vige la filosofia ‘jantelagen’, ossia l’individualismo e il successo individuale in genere non sono ben visti all’interno della comunità”. Il suo sogno per il futuro? “Essere ancora qui fra 20 anni, espanderci in nuovi mercati”. Certo le premesse ci sono.
Duxiana serve tanto le magioni private quanto alberghi di grido come Burj Al Arab Jumeirah e le Jumeirah Emirates Towers (Dubai), l’Hotel D’Angleterre e il The Audo (Copenhagen), il Langham Place e l’Aman (New York), il Setai (Miami), il Grand Hotel e il Nobis Norrmalmstorg Hotel di Stoccolma, l’Hotel Salzburger Hof (Austria), il Chedi Muscat Hotel (Oman). È partner della squadra del Tottenham Hotspur Football Club. Il suo servizio ‘bespoke’ consente di venire incontro a gusti e aspettative di una clientela variegata. Cos’è dunque il lusso per lei? “In un certo senso vuol dire ‘esoticità’: un materasso svedese in Cina è considerato esotico, per esempio. Ma soprattutto significa qualità e durevolezza, possibilità che il prodotto venga rivenduto più volte”. Un destino che probabilmente spetterà all’ultima collezione, ‘Sustainable Comfort’, risultato di tre anni di ricerca.