Dazi Usa e risparmio gestito
L’incertezza dei dazi americani non pesa solo sul settore automobilistico o tecnologico, ma anche sul risparmio gestito.
I big italiani – Anima, Azimut, Banca Generali, Fineco e Mediolanum – hanno chiuso il primo trimestre con risultati solidi, in un contesto che offre numerose sfide, ma anche opportunità.
Uno studio di Morningstar sull’industria dell’asset management europea rivela che le società di gestione tradizionali potrebbero trarre beneficio da alcune dinamiche in atto, mentre quelle con focus sui private market dovrebbero risentire maggiormente della volatilità generata dalla contraddittoria politica sulle tariffe del presidente statunitense, Donald Trump.
“Dopo un anno eccezionale nel 2024, il fundraising da parte dei fondi di private equity europei ha subito una battuta d’arresto all’inizio del 2025, con livelli nel primo trimestre nettamente inferiori ai massimi dell’anno precedente – spiega Johann Scholtz, analista azionario senior di Morningstar – Il rallentamento riflette le maggiori pressioni sulla liquidità, poiché i limited partners devono fare i conti con disinvestimenti contenuti, che limitano la loro capacità di reinvestire il capitale. L’incertezza sui dazi porterà a un aggravamento di queste pressioni”.
Tassi in calo e ricerca di rendimento: due trend che sostengono gli asset manager tradizionali
Per quanto riguarda gli asset manager tradizionali, ci sono due tendenze che potrebbero giocare a loro favore nell’attuale contesto economico-finanziario.
La prima è il calo dei tassi di interesse che spinge gli investitori a cercare strumenti che potenzialmente offrano rendimenti più interessanti rispetto ai conti deposito e al mercato monetario.
La seconda è la ripresa dei flussi verso le strategie attive.
“Se i tassi di interesse diminuiranno come atteso dai mercati, gli investitori cercheranno rendimenti più elevati in altre classi di attività”, spiega Scholtz. “Poiché la maggior parte dei prodotti ha commissioni più elevate rispetto ai fondi monetari, ciò può rappresentare uno sviluppo positivo per i ricavi degli asset manager europei”.
Fondi obbligazionari in crescita
Nel primo trimestre sono stati soprattutto i fondi obbligazionari a catturare i flussi di capitali degli investitori europei, con una raccolta netta stimata da Morningstar in 83 miliardi di euro.
Per contro, le strategie azionarie hanno risentito nella prima parte dell’anno dell’indebolimento del sentiment a causa delle minacce di dazi da parte degli Stati Uniti al resto del mondo.
Strategie attive: il ritorno degli investitori
Negli ultimi mesi, l’industria del risparmio gestito tradizionale ha potuto contare anche sul ritorno di interesse per le strategie attive, una tendenza che è cominciata a dicembre 2024 ed è proseguita nel 2025, ma che dovrà trovare conferma nei prossimi mesi. Se è vero che il primo trimestre è stato il più forte dal 2021 per gli active manager, è anche vero che a marzo c’è stata una battuta d’arresto e che i fondi passivi rappresentano ormai quasi il 30% del patrimonio totale europeo.
Margini commissionali in stabilizzazione
Un altro trend emergente, che può far bene ai bilanci degli asset manager tradizionali, è la stabilizzazione nei margini commissionali. L’indicatore complessivo delle fee di Morningstar mostra, infatti, che dopo tre anni di declino con un minimo a novembre 2024, c’è stato un arresto del calo attorno all’1,19% dall’1,26% di marzo 2021.
I migliori asset manager europei del 1° trimestre 2025
Non tutte le società del risparmio gestito europee stanno beneficiando allo stesso modo dei maggiori flussi di capitali da parte degli investitori. A livello europeo, tra gli asset manager quotati in Borsa e coperti dagli analisti di Morningstar, Amundi e Dws hanno continuato ad avere una raccolta solida nel primo trimestre 2025, mentre Schroders è stato colpito dai deflussi.
La raccolta dei big italiani
In Italia, secondo i dati rilasciati dalle Sgr, la raccolta è stata generalmente positiva. Ad esempio, Anima ha dichiarato che la componente retail della raccolta netta è stata tra le migliori degli ultimi dieci anni a 916 milioni di euro nel primo trimestre, mentre i flussi netti nel gestito dichiarati da Mediolanum nello stesso periodo hanno superato i due miliardi, con una crescita del 71% rispetto all’anno scorso.
L’incertezza sui dazi pesa sui private market
In un contesto sempre più incerto a causa dei dazi americani, l’analisi Morningstar sui più grandi player europei dell’asset management quotati rivela che le società tradizionali potrebbero avere più potenziale di rialzo in Borsa rispetto a quelle che operano sui private markets. Il “nemico” per queste ultime si chiama proprio “incertezza”.
“I fondamentali a lungo termine delle società del mercato privato rimangono intatti, ma gli investitori richiederanno rendimenti migliori”, spiega Scholtz di Morningstar. “Dopo un 2024 da record, il fundraising delle società di private equity europee sta registrando un calo nel 2025, poiché i rendimenti dei private market sono inferiori alle medie a lungo termine”.
Tassi in calo e ripresa dei deal
L’incertezza riduce gli impieghi di capitale sui mercati privati. Inoltre, rende più difficoltosa l’uscita da investimenti esistenti per puntare su nuovi, con conseguente impatto sulle performance dei fondi di private equity. Inoltre, molti operatori europei del settore hanno significative esposizioni agli Stati Uniti e quindi alla situazione economica oltre-oceano.
Tuttavia, non mancano i fattori di ottimismo per il futuro. In particolare, gli analisti di Morningstar sono convinti che il calo dei tassi di interesse possa favorire la ripresa dei deal sui private markets. Inoltre, i minori costi di finanziamento dovrebbero sostenere le performance di questi strumenti.
Domande frequenti su Dazi Usa e tassi in calo: chi vince nel risparmio gestito
L'incertezza legata ai dazi americani impatta negativamente il settore del risparmio gestito, analogamente a quanto accade per i settori automobilistico e tecnologico, creando un clima di instabilità per gli investimenti.
I principali asset manager italiani citati sono Anima, Azimut, Banca Generali, Fineco e Mediolanum. Hanno chiuso il primo trimestre del 2025 con risultati solidi, nonostante le sfide del mercato.
Uno studio di Morningstar indica che le società di gestione tradizionali potrebbero beneficiare del contesto attuale, caratterizzato da tassi in calo e ricerca di rendimento.
I due trend principali che supportano gli asset manager tradizionali sono i tassi d'interesse in calo e la conseguente ricerca di rendimento da parte degli investitori.
I tassi in calo favoriscono la ripresa dei deal nel mercato dei private market, offrendo nuove opportunità di investimento.